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Feb 14, 2013 - Fama Fraternitatis Rosae Crucis 1614, Fama Fraternitatis; Fratello C.R.C., Cristiano Ros    Commenti disabilitati su La Luce dell’Anima, il Sestuplice Contratto e la prova degli Axiomata

La Luce dell’Anima, il Sestuplice Contratto e la prova degli Axiomata

Prosegue il commento alla Fama Fraternitatis…..

 

N.B.: Vi sono alcune traduzioni che quando si riferiscono a Fr. Cristiano Rosacroce a volte nel trascrivere i nomi puntati (es.: Fr. R.C) omettono una delle lettere puntate (es: Fr. R.C. al posto di Fr. C.R.C). I nomi puntati, citati nel post che segue, sono stati verificati su una scansione fotografica del testo originale. Questo perché in alcuni punti della Fama lo stesso nome viene puntato diversamente, per ragioni numeriche, e quindi una errata trascrizione ne falserebbe la possibile interpretazione aritmosofica e cabalistica.

La luce dell’anima e la prova degli Axiomata

 

Nella Fama è detto che se i Fratelli del passato avessero vissuto nella chiara dei tempi in cui gli autori del testo scrivevano, allora, sarebbero stati capaci di affrontare più efficacemente le obbiezioni, che la religione e la filosofia presentavano, verso le esigenze che l’Anima del cercatore della verità ha, nel suo processo di risveglio, ma che la teologia e la filosofia non possono soddisfare appieno.

 

La Luce dell’Anima è capace di svelare i misteri e di darne una comprensione concreta. Colui o colei che presenta la Verità scaturita da una tale comprensione non può essere messo alle strette da una Teologia o da una Filosofia che poggia solo sulla comprensione della coscienza ego.

 

Una vera trasformazione può avvenire solo sulla base di una collaborazione, di un dialogo, sulla base della Luce dell’Anima rinata, non dal conflitto o dalle rivalità.

 

<<Dal momento che, ora, questi otto Fratelli avevano disposto e ordinato tutte le cose in modo tale, che non c’era adesso alcun bisogno di nessun gran lavoro ulteriore, ed anche che tutti erano sufficientemente istruiti e perfettamente in grado di discorrere sulla filosofia segreta e manifesta, come all’inizio avevano già convenuto, non sarebbero rimasti più insieme, ma si sarebbero divisi in diversi paesi, perché non solo i loro Axiomata in segreto potessero essere più profondamente esaminati dai dotti, ma anche perché se essi stessi, in un paese o in un altro avessero osservato qualcosa, o percepito qualche errore, se ne sarebbero informati l’un l’altro.>

 

Quado il campo di una Scuola Spirituale autentica è formato, quando sia l’aspetto interiore sia quello esteriore sono stati approntati, questi si può aprire alla prova del mondo e se necessario il tiro deve essere corretto per poter operare in vera armonia con le possibilità cosmiche del momento. In queste prime fasi del lavoro è necessario sottomettere l’insegnamento all’esame <<dei dotti>>, ovvero, dei cercatori più ferventi e solo in un secondo tempo questi potrà essere offerto anche ai più timidi.

 

Il Sestuplice contratto

 

<<Convennero su questi punti:

 

   In primo luogo, che nessuno di loro professasse qualsiasi altra cosa che curare i malati, e questo gratuitamente.

 

   In secondo luogo nessuno dei posteri sarebbe stato costretto a indossare un determinato tipo di abito, ma in essa (n.d.t: la Fraternità) si sarebbe seguito il costume del paese.

 

   In terzo luogo, che ogni anno, nel giorno C., si sarebbero incontrati insieme nella dimora Sancti Spiritus, o avrebbero scritto la causa della propria assenza.

 

   In quarto luogo, ogni Fratello si sarebbe cercato una persona degna che, dopo la sua morte, potesse succedergli.

 

   In quinto luogo, la sigla RC sarebbe stata il loro sigillo, segno, e carattere.

 

   Sesto, La Fraternità sarebbe rimasta segreta per cento anni.>>

 

Un vero Fratello dell’Ordine accetta spontaneamente queste sei condizioni che si possono così tradurre:

 

1-   Offrire la cura per il male fondamentale dell’uomo, per quel male dal quale origina ogni altro male, ovvero, l’ignoranza di Dio e la vita in disarmonia con il Logos. Nulla può comprare questa cura, nessuna quantità di denaro è equiparabile al valore di tale medicamento. Per questo motivo esso può essere offerto solo gratuitamente.

 

2-    Per apportare la cura, ovvero, il cammino interiore ed esteriore che porta alla rigenerazione del microcosmo, danneggiato dalla caduta, è necessario parlare agli uomini con la lingua che possono comprendere. L’insegnamento deve quindi essere sempre adattato ai tempi ed ai luoghi nei quali deve agire. Se anche le più sublimi verità ci fossero, insegnate in una lingua a noi incomprensibile, quale ne sarebbe il giovamento per la nostra anima?

 

3-    I fratelli di un tale ordine testimoniano di farne parte perché s’incontrano nella Dimora Sancti Spiritus, ovvero, si trovano quali pietre viventi nel Campo di Forza di un tale Ordine o Scuola. Cosa significa una volta l’anno il giorno C.? Seguendo la stessa logica aritmosofica/cabalistica, utilizzata in precedenza, “il giorno C.” sarebbe il “Terzo Giorno”, ovvero, il giorno della risurrezione. A questo punto ci si potrebbe chiedere perché una volta l’anno. Un anno rappresenta un ciclo completo, e un ciclo ha un inizio ed una fine. L’inizio e la fine del ciclo alluso in questo punto è sempre il terzo giorno, in altre parole, quello della risurrezione, che quindi diviene uno stato permanente. Un Fratello che non si trova più in tale stato deve giustificarne il motivo, alla Fraternità ma soprattutto a sé stesso. Perdere un simile stato di grazia è un vero peccato (in tutti i sensi).

 

4-   Perché l’Opera della Fraternità possa continuare, a essere soccorrevole per l’umanità, non devono mancare Operai degni e capaci di proseguire il lavoro.

 

5-    La rosa che fiorisce sulla croce è il segno distintivo di un vero Fratello dell’ordine. Questa sigla è l’immagine del suo stato interiore ed esteriore. Il suo stato aurale, la rosa, e la sua personalità, la croce, sono i viventi testimoni della sua unione con lo Spirito. Spirito, anima e Corpo sono un tutt’uno in lui.

 

6-    Prima di potersi aprire al pubblico, una Scuola o Ordine di questo tipo deve aver costruito un solido nucleo perfettamente funzionante e resistente alle avversità del tempo in cui opera.  

 

<<Si giurarono l’un l’altro d’osservare i sei arti­coli e cinque dei fratelli partirono.  Solo i fratelli B. e D. rimasero per un anno con il Padre Fr. R.C. Quando anch’essi partirono, rimasero con lui suo cugino e Fr. I.O.,  cosicché ogni giorno della sua vita egli ebbe sempre con sé due fratelli.>>

 

Cinque sono i fluidi che compongono l’anima umana. Questi cinque fluidi devono essere purificati dal lavoro e dal confronto degli Axiomata, dell’insegnamento con la vita reale e le sue illusioni e sofferenze.

 

Il Padre e Fratello R.C., rimase sempre in compagnia di due altri confratelli. All’inizio rimasero con lui B e D, poi R.C  (suo cugino) e I.O.

 

1)    RC = 20 che ridotto da 2 (Spirito); B = 2 (Spirito); D=4(anima); la somma di RC+B+D = 26. 26 è il valore ghemmatrico del tetragramma YHWH. Inoltre se riduciamo il tutto otteniamo 8 (Spirito), che come visto rappresenta il Campo di forza di una scola o Ordine.

 

2)    (padre e fratello) RC = 20, quindi 2 (Spirito); (cugino)R.C. = 20 (Spirito), da cui 2; I.O = 23 da cui 5 (Spirito). La somma di RC+RC+IO = 63 che ridotto da 9 (Corpo).

 

Nel primo caso RC iene affiancato da B e D, quindi da 2 (Beth = casa) e 4 (Daleth = Porta) che cabalisticamente rappresentano la casa con la sua porta ed assieme danno 6 (Waw = gancio). In questa fase l’appello del padre deve essere trasmutato in una filosofia ed in una forza radiante, emessa dal Campo di Forza, capace di attrarre a sé coloro che hanno bisogno del suo aiuto.

 

Nel secondo caso vediamo, al fianco dei RC, suo cugino RC e IO. Quindi 20, kaph = palmo della mano, e 23 che nel modo più semplice si esprime come una Kaph seguita da una Gimel, che vale 3. In sostanza vediamo l’immagine di due palmi delle mani di cui uno esprime l’atto di donare, suggerendo così che l’altro prenda ciò che il primo dona. Inoltre la somma dei due da 43, che si esprimerebbe con una mem seguita una Gimel.

 

Nelle lingue semitiche la Mem è utilizzata come strumentale, ovvero, premessa alla radice di un’azione ne definisce il nome dello strumento utilizzato per compierla. Sembra suggerire che si tratti dello strumento necessario alla Fraternità per donare il suo supporto a tutti i seri cercatori. La riduzione è 7, il che riporta subito ai sette raggi dello Spirito con cui la Fraternità opera. In questa fase il Campo di Forza prende le forze del regno del Padre e le trasmuta in un qualcosa di accettabile ed applicabile dal cercatore dello Spirito. Il Campo gli offre i sette doni dello Spirito, i raggi dello Spirito Settemplice, assieme ai quali offre anche un metodo concreto per applicare questo settemplice aiuto.

 

Il brano termina dicendo che per tutta la vita Fratello RC fu attorniato da due confratelli. Questo indica che il Corpo Vivente di un tale Ordine o Scuola non è un qualcosa di cristallizzato, anzi, è in costante trasformazione. Questa trasformazione è un’evoluzione necessaria a tale Corpo Vivente per divenire una vera Arca capace di traghettare il vero cercatore fuori dalla prigionia di questa natura materiale caduta, che J.Boheme definirebbe figlia del Salnitro corrotto. Un autentico Corpo Vivente, fintanto che dovrà essere soccorrevole sul piano materiale dovrà sempre passare attraverso delle trasformazioni necessarie alla sua azione, tutte però avranno sempre come segno distintivo, la Rosa e la Croce (nel senso del quale abbiamo parlato poc’anzi), per questo motivo in tutte le possibili terne di Confratelli, Fratel RC è sempre presente.

 

Dic 10, 2012 - Fama Fraternitatis Rosae Crucis 1614, Fama Fraternitatis; Fratello C.R.C., Cristiano Ros    Commenti disabilitati su Da Fez alla nascita della Fraternità (Parte 2)

Da Fez alla nascita della Fraternità (Parte 2)

Paracelso

<<Dobbiamo, in verità, confessare che il mondo, gravi­do già allora di grandi sconvolgimenti, traversava i dolori del parto e generò eroi gloriosi e infaticabi­li che, squarciarono poderosamente tenebre e barbarie, lasciando a noi, più deboli, il compito di seguirli (n.d.t.: imitarli).

Essi sono stati, senza dubbio, il vertice del “Trigonum igneum”,  dal quale le fiamme si sprigione­ranno, ormai sempre più vivide, per suscitare l’ultimo incendio che consumerà il mondo.

Tale fu, per Vocazione e Chiamata, Paracelso, il quale, sebbene non sia entrato nella nostra Fraternità, lesse assiduamente il “Liber M” e seppe accendervi e arguirvi il suo ingegno.

Ma la ressa dei dotti e degli uomini fatui ostacolò il suo cammino e, di conseguenza, non poté mai esporre tranquillamente agli eruditi le sue meditazioni sulla natura, al punto che consacrò i suoi scritti più a deridere i curiosi che a mostrare pienamente il suo pensiero.

Certamente vediamo in lui, profondamente radicata, l’armonia di cui abbiamo parlato; ed egli ne avrebbe certamente fatto parte i dotti, se appena li avesse trovati più degni di un’arte superiore che inclini a sottili vessazioni.

Spese così il suo tempo in una vita libera e spensierata e lasciò il mondo alla stupidità dei suoi piaceri.>>

Questo brano parla di Paracelso e lo presenta come un eroe posto al vertice del Trigonum Igneum, del Triangolo di Fuoco.

Religione, Filosofia e Scienza sono i tre punti di un tale Triangolo macrocosmico, che nel microcosmo si rispecchiano in Cuore, Testa e Bacino, (Pensiero, Desiderio e Volontà).

 

In Paracelso la citata armonia era  << profondamente radicata >> ma non poté condividerla con i dotti perché non ne trovò alcuno degno di questi misteri. Questo passo della fama presenta il caso concreto di un Lavoratore nella Vigna del Signore che, seppur dotato di tutto il necessario, non trovò il terreno fertile per potervi impiantare una scuola di saggezza.

(fine seconda parte)

Dic 8, 2012 - Fama Fraternitatis Rosae Crucis 1614, Fama Fraternitatis; Fratello C.R.C., Cristiano Ros    Commenti disabilitati su Da Fez alla nascita della Fraternità (Parte 3)

Da Fez alla nascita della Fraternità (Parte 3)

 

La nascita della Fraternità della Rosacroce

 

<<Non dimentichiamo, però, il nostro amato padre, Fr. C.R.   che dopo molti e faticosi viaggi, per diffondere un verace insegnamento, spesso con pessimi risultati, ritornò in Germania, paese che (per via dei suoi imminenti cambiamenti e delle strane e pericolose contese) amava teneramente..>>

 

Il 31 ottobre 1517 Martin Lutero affisse sulla porta della cattedrale di Wittenberg le sue 95 tesi, inoltre nel 1534 uscì la prima Bibbia tradotta integralmente in Tedesco proprio da Lutero. Questi furono i prodromi della nascita di un approccio più diretto al Cristianesimo da parte di tutti. Prima di Lutero, infatti, la lettura della Bibbia era mediata dal clero, adesso sarebbe stata alla portata di tutti coloro che sapevano leggere. Sicuramente non tutto il popolo poteva permettersi l’istruzione necessaria a saper leggere o l’acquisto di una Bibbia, tuttavia almeno quelli che possedevano questi requisiti, avrebbero potuto studiare liberamente, e senza mediazioni, l’insegnamento cristiano.  

 

La naturale predisposizione alla religiosità del popolo tedesco e la nuova e stimolante atmosfera intellettuale e mistica del momento, erano la culla ideale per far nascere un movimento avente lo scopo di diffondersi rapidamente in tutta l’Europa del tempo.

 

 

 

<<Là, avrebbe potuto mettersi in luce con la sua arte e, in particolar modo, con la “transmutatio metallorum” (n.d.t: la trasmutazione dei metalli), tuttavia egli stimò che il cielo e i suoi abitanti, gli uomini, avessero (per lui) un’importanza molto più grande di ogni sfarzo e vana gloria.>>

 

Il vero operaio nella Vigna del Signore, è in grado di trasmutare i metalli, ovvero, di realizzare la Trasfigurazione. Ne conosce il processo e può realizzarlo in se stesso.  Un simile inviato antepone il bene per gli altri alla gloria personale. Lo scopo del lavoro di un simile operaio è di offrire quanto ha ricevuto da Dio, a tutti coloro che brancolano ancora nelle tenebre di questa natura. Egli sacrifica il suo tempo, i suoi sforzi e dedica tutto se stesso a questo lavoro di Salvezza.

 

<<Si costruì un’ampia dimora confortevole, dove meditò sui suoi viaggi e sulla sua filosofia, che condensò in un preciso memoriale.>>

 

Il primo passo per il lavoro di un inviato è di edificare una Scuola o un’Ordine, nel quale accogliere coloro che <<amano l’inquietudine>>.

 

Il secondo passo è tracciare le linee di una filosofia adeguata al momento, capace di essere una base di approfondimento per tutti i seri cercatori.

 

Un vero Inviato è un testimone e come tale può rendere testimonianza dei processi di cui parla, come CRC che ne realizzò <<un preciso memoriale>>.

 

<<Li, consacrò gran parte del suo tempo allo studio della matematica e costruì, “ex omnibus huius artis partibus” (originati dalle diverse parti dell’arte), numerosi begli strumenti, di cui tutta­via, ci rimane ben poco, come più avanti apparirà chiaramente più avanti.>>

 

Costruita la Scuola, tracciata la filosofia e testimoniata la concreta possibilità, è ora il momento di codificare un metodo concreto.

 

<<Cinque anni dopo, tornò a vagheggiare l’agognata riforma e, disperando dell’aiuto e del soste­gno di altri, decise ‑.essendo laborioso, alacre e infaticabile.‑ di tentarla lui stesso, assieme a pochi collaboratori.>>

 

Prima di poter aprire i battenti a un vasto numero di cercatori è necessario costruire un nucleo solido di persone adatte all’opera.

 

<<A tal fine, invitò tre fratelli del suo primo convento, Fr. G.V., Fr. I.A. e Fr. I.O., per i quali aveva un affetto particolare, e che avevano una conoscenza delle ar­ti superiore a quella allora usuale.   Fece contrarre con lui, da ciascuno dei tre, un solenne impegno d’essere fedeli, diligenti e silenziosi, e di trascrive­re scrupolosamente tutte le istruzioni che avrebbe dato loro, affinché i futuri membri che sarebbero stati ammessi nella Fraternità, grazie a una partico­lare rivelazione, non fossero ingannati nemmeno su una sillaba o parola.>>

 

Cosa rappresentano questi tre fratelli che CRC invitò?

 

Supponiamo che le lettere puntate non siano l’abbreviazione di nome e cognome, o di nomi mistici, ma cifre. Supponiamo, inoltre, che sia stato usato lo stesso schema di corrispondenza lettere / numeri usato nelle Nozze Alchemiche, per cifrare il nome della Vergine Alchimia.

 

Lettera

Valore numerico

a

1

b

2

c

3

d

4

e

5

f

6

g

7

h

8

I

9

k

10

l

11

m

12

n

13

o

14

p

15

q

16

r

17

s

18

t

19

u, v

20

x

21

y

22

z

23

 

In base a queste premesse vediamo cosa i tre nomi suggeriscono:

 

Fr. G.V.:

 

G=7 V=20 facciamo la riduzione teosofica della sigla GV, quindi 20+7= 27 da cui 2+7= 9, che quindi è la riduzione teosofica di 27.

 

Fr. I.A. :

 

I= 9 A=1 facciamo la riduzione teosofica della sigla IA, quindi 9+1 = 10 da cui 1+0 =1 , che quindi è la riduzione teosofica di 10.

 

Fr. I.O.:

 

I=9 O=14 facciamo la riduzione teosofica della sigla  IO, quindi 9+14 = 23 da cui 2+3= 5, che quindi è la riduzione teosofica di 14.

 

I numeri 9, 1 e 5 appartengono a tre diverse regioni:

 

N      Regione          In Microcosmo        Poteri          Punti Trigonum

 

9 => Materiale           => Corpo         =>Volontà          => Scienza

 

1 => Divina                => Anima         =>Desiderio       => Religione

 

5 => Spirituale           => Spirito         =>Pensiero         => Filosofia

 

Questi tre Fratelli rappresentano la vera conoscenza di Religione, Filosofia e Scienza, nonché del metodo di lavoro sui tre aspetti del microcosmo (Spirito, Anima e Corpo), che deve fare da base al nucleo iniziale di una Scuola od Ordine del tipo descritto.

 

Essi sono anche l’immagine dell’azione dei primi tre raggi dello Spirito Settemplice.

 

La testimonianza di una simile opera, se mantenuta la più pura possibile, è in grado di orientare i cercatori verso il solo cammino adeguato alla loro salvezza. Per questo motivo leggiamo che << Fece contrarre con lui, da ciascuno dei tre, un solenne impegno d’essere fedeli, diligenti e silenziosi, e di trascrive­re scrupolosamente tutte le istruzioni che avrebbe dato loro …>.

 

Nel brano leggiamo che in futuro i membri sarebbero stati ammessi grazie a <<una partico­lare rivelazione>>.

 

Cos’è questa <<partico­lare rivelazione>>?

 

Si tratta del riconoscimento interiore, che l’altro in noi fa, dell’autentico insegnamento, quando vi è confrontato.

 

<<Così cominciò la Fraternità della Rosacroce.    All’inizio erano solo in quattro, furono essi a creare la lingua e la scrittura magica, avente un vasto lessico, di cui ancora oggi ci serviamo a lode e gloria di Dio; e in cui troviamo una grande saggezza.    Essi composero, anche, la prima parte del Libro M.>>

 

I tre citati Fratelli, assieme a C.R.C. formano l’immagine del quadrato della costruzione. Nel quadrato tutti gli angoli sono “retti”, quindi le vie per il Signore sono raddrizzate.

 

 <<Ma, poiché questo lavoro diveniva sempre più pesante e l’incredibile affluenza di malati ne ostaco­lava il compimento, e la nuova dimora, detta  “Sancti Spiritus”, era ora terminata,  essi decisero di far entrare nel­la loro fraternità altre persone.

 

A tal fine furono scelti Fr. R.C.,  figlio del fratello del suo defunto padre, Fr. B., abile pittore, e i fratelli G.G. e P.D., loro segretari, tutti tedeschi eccetto I.A.

 

Erano dunque otto, tutti celibi e in voto di castità.>>

 

Prima di poter ammettere altri fratelli, prima di rendere attivi gli altri raggi dello Spirito Settemplice, un Campo adeguato << la dimora, detta “Sancti Spiritus”>> deve essere preparato.

 

A questo punto vediamo gli altri 4 fratelli alla luce della medesima analisi fatta per i primi tre:

 

1.     Fr. R.C.: R=17, C= 3 quindi 17+3 = 20 da cui 2+0 = 2

 

2.     Fr. B.: B=2

 

3.     Fr. G.G.:  G= 7, G= 7 quindi 7+7 = 14 da cui 1+4 = 5

 

4.     Fr. P.D.: P=15, D=4 quindi 15+4=19= 10 da cui 1+0=1

 

I numeri 5 e 2 (che compare 2 volte) appartengono alla regione Spirituale, mentre il numero 1 a quella Divina. Vediamo, qui, che ben tre Fratelli rimandano alla vita Spirituale e uno a quella Animica.

 

Essi sono anche l’immagine degli altri quattro raggi dello Spirito Settemplice.

 

I primi tre fratelli erano equamente suddivisi fra le tre regioni (spirituale, divina e materiale) mentre i successivi quattro si dividono in tre della regione Spirituale e uno di quella Divina.

 

Il punto di contatto fra queste due fasi di lavoro è sempre l’Anima, che però in questa fase deve accogliere lo Spirito, lo Sposo.

 

L’introduzione di questi quattro fratelli, ovvero, della possibilità di lavorare anche con i restanti quattro raggi, rende il Campo di un simile Ordine o Scuola, assolutamente completo in ogni sua parte.

 

Nel brano leggiamo che i fratelli intenti nell’opera << Erano dunque otto, tutti celibi e in voto di castità.>>.

 

Perché è importante notare che erano in otto?

 

Cosa ci vuole suggerire questa indicazione?

 

L’ottava delle lettere dell’alfabeto Ebraico è la Het che vale appunto 8. Il suo significato è “steccato” essa rappresenta il campo di forza di una Fraternità al servizio del Divino. Esso cinta e protegge chi ne fa parte. La parola Het in Ebraico è formata da He Yod Tet. La Yod è simbolo della potenza attiva di YHWH, mentre le due lettere He e Tet messe assieme formano la parola HaT che significa Terrore, Spavento.

 

Nel mezzo del terrificante turbinio della vita ordinaria fatta dall’alternarsi di gioie e dolori, felicità e ansia, Paura e coraggio ecc… un Simile campo di Forza protegge, chi ne partecipa, dall’influenza di un simile mondo decaduto.

 

Questa protezione, offre al partecipante uno spazio ove egli può lavorare alla rigenerazione del microcosmo che abita. Questo campo gli da anche il necessario nutrimento, affinché possa essere fortificato in vista di questo Santo lavoro. Ecco perché l’8 è il complemento a 10 del 2. Si noti anche che il tetragramma divino, ovvero il nome di Dio composto di quattro lettere YHWH ha valore 26. Yod = 10, He = 5, Waw = 6, He = 5. La riduzione teosofica di 26 è uguale a 8.

 

Se cerchiamo la radice essenziale del Tetragramma troviamo il numero 9, numero appartenente alla sfera materiale. Quindi possiamo dire che Dio stesso offre nutrimento e protezione ai partecipanti ad un simile Campo di Forza, poiché la sua manifestazione, rappresentata dal Tetragramma, è in grado d’afferrare la materia facendo da ponte fra la materia decaduta è il mondo divino. L’immagine geroglifica dei simboli arcaici in cui la lingua ebraica era scritta prima dell’introduzione del quadrato (vedi alfabeto fenicio) ci presenta una mano che apre una finestra (dalla quale può entrare il soffio divino) questa finestra una volta aperta non può essere richiusa, poiché il divino stesso la blocca aperta con una Wav come gancio.

 

<<Insieme, riunirono in un solo Libro o Volume tutto ciò che l’uomo può auspicare, desiderare e sperare.

 

Anche se possiamo liberamente confessare che il mondo è molto migliorato negli ultimi cento anni, siamo certi che i nostri “Axiomata” rimarranno inamovibili fino alla fine del mondo e che il mondo non vedrà nulla di più, nemmeno nel suo ultimo e supremo istante, perché le nostre “Rotae”  ebbero inizio il giorno in cui Dio pronunciò il  “Fiat”  e cesseranno quando dirà  “Pereat”.    Tuttavia l’orologio di Dio batte ogni minuto, mentre i nostri, scarsi, suonano appena le ore.>>

 

La scienza del lavoro con i Sette Raggi è << tutto ciò che l’uomo può auspicare, desiderare e sperare>> per condurre a buon fine il processo della Trasfigurazione. Questa Santa Legge è attiva dal giorno in cui l’umanità originale cadde dal suo stato divino e divenne prigioniera della materia e durerà sino a quando l’ultimo microcosmo, ancora in condizione d’essere salvato non lo sia realmente.

 

(fine terza e ultima parte)

 

Buon cammino!

 

Dic 4, 2012 - Fama Fraternitatis Rosae Crucis 1614, Fama Fraternitatis; Fratello C.R.C., Cristiano Ros    Commenti disabilitati su Da Fez alla nascita della Fraternità (Parte 1)

Da Fez alla nascita della Fraternità (Parte 1)

Proseguendo il commento alle pagine della Fama Fraternitatis RC, ne ho appena commentata una paginetta e mezzo e ne sono nati tre post, che però è meglio vedere come un unico commento diviso in tre parti. Per questo motivo ho dato un titolo generale che li raggruppa ed al quale aggiungerò (parte 1, 2 o 3) per identificare i tre post.

Inizio con il pubblicare il primo.

Presentazione delle scoperte ai dotti

 

<<… come in un seme è interamente contenuto l’albero, o il frutto, che felicemente appare al momento opportuno, l’insieme del vasto universo è contenuto nel microcosmo, nel “piccolo uomo”, in cui religione, politica, salute, membra, natura, parole e opere siano in armonia, condivisione e consonanza con Dio, con il Cielo e con la Terra.

 

Tutto ciò che è in dissonanza con questa tesi è errore, falsità, opera del demonio, il quale è il mezzo primo e la causa ultima della dissonanza, della cecità e della tenebra del mondo.    Sarebbe sufficiente esaminare oggettivamente gli uomini della terra e si constaterebbe, infatti, che i buoni e i giusti sono sempre in armonia con se stessi, mentre gli altri sono macchiati da ogni sorta di false opinioni.>>

 

Il saggio è sempre in armonia con sé stesso e quindi con gli altri, poiché nulla lo tocca. La sua certezza non è nel Mondo ma in Cristo, nel Divino in lui.  Uno dei nomi con i quali è conosciuto il principe di questo mondo caduto è Diavolo, che deriva dal latino Diabolus, ovvero il divisore. Un altro celebre appellativo per il demonio è Satana, che in ebraico significa Avversario. Lo spirito di divisione è l’avversario della vera saggezza della vera armonia dello stato di vita dell’uomo divino.

 

<<Due anni dopo, Fr. R.C. lasciò la città di Fez e si recò in Spagna portando con sé molte cose preziose;  poiché  dal suo viaggio aveva tratto così tanto profitto, sperava di vedere i dotti d’Europa accoglierlo con grande allegria e impostare, quindi, tutti i loro studi su solide basi.

 

Discusse con i dotti di Spagna sulle imperfezioni delle nostre arti e indicò come sopperirvi, da dove attingere i veri indizi dei secoli futuri e in che cosa dovevano concordare con i secoli passati, come riformare la Chiesa e tutta la filosofia morale.

 

Mostrò loro nuove piante, frutti e animali che non concordavano con leggi dell’antica filosofia e presentò loro nuovi assiomi che potevano risolvere tutto perfettamente.

 

Ma tutto ciò sembrò loro ridicolo e, di fronte alle novità, essi temettero che, dovendo rimetter­si allo studio e riconoscere annosi errori, ai quali erano ben abituati e da cui avevano tratto grandi benefici, il loro gran nome ne potesse soffrire.    Ad altri la riforma, a chi ama tanto l’inquietu­dine!>>

 

La vera conoscenza, di cui parla la Fama, è in grado di far concordare Religione, Filosofia e Scienza. Tuttavia molti, fra coloro che si possono definire “dotti” in tali settori, tendono ad arroccarsi sulle proprie posizioni, come protezione dello status acquisito.  Spesso gli uomini di Scienza sono freddi intellettuali che non ammettono ciò che non possono misurare.  Il loro potere è dato dalla loro capacità di misurare i fenomeni e nel caso di causarli. Ciò che non possono misurare non sono in grado nemmeno di riprodurre, quindi è fuori dal loro controllo. I filosofi, spesso, sono più retori che veri filosofi. Non possedendo una vera capacità di penetrazione dell’idea divina, sostituiscono questa mancanza con l’argomentazione tratta da questo o quel filosofo antico, che se fosse vivo probabilmente li sconfesserebbe. I religiosi, teologi di qualsivoglia fede, sono poco inclini a mettere in dubbio le basi sulle quali la propria confessione basa il proprio potere sui fedeli. La storia è piena di trame ed intrighi fra le mura dei luoghi di culto.

 

Ma allora a chi è rivolta la possibilità di questa grandiosa riforma di Religione, Filosofia e Scienza?

 

La Fama lo dice chiaramente:

<<… a chi ama tanto l’inquietu­dine!>>

 

Chi è agitato da un’inquietudine interiore e non tenta di soffocarla, anzi, la coltiva perché riconosce da dove origini, costui o costei sono i destinatari di questa proposta di riforma interiore.

 

Loro potranno trovare l’armonia e concepire una Religione che sia una vera forma di riunificazione fra microcosmo e macrocosmo, fra l’Uomo originale e Dio.  Questi soli potranno sviluppare una Filosofia chiara e in armonia con la Vera Religione, che miri a fornire un orientamento razionale e morale per l’attuazione dei principi che in quest’ultima sono espressi. Da queste due prime attività ne nascerà una Scienza esatta, che spieghi i processi necessari per realizzare i postulati che la Filosofia ha individuato, al fine di rendere immanenti i principi che la Religione ha espresso.

 

<<Questo ritornello gli fu cantato anche da al­tre nazioni. Ed egli ne fu molto costernato poiché non se l’aspettava minimamente ed era, anzi, disposto a insegnare generosamente ai dotti tutte le sue arti, se solo si fossero sforzati di osar attingere da precisi e infallibili assiomi; al di là di tutte le facoltà, scienze e arti e dell’intera natura.

 

Sapeva, infatti, che, come in una sfera, questi assiomi erano orientati verso l’unico Centro e che, come era d’uso presso gli Arabi, essi dovevano servire da regola solo ai saggi, in modo che, anche in Europa,  potesse sorgere una società in possesso di oro e pietre preziose in abbondanza, a disposizione dei re.

 

Una società che s’incaricasse anche dell’educazione dei prìncipi, su tutto quanto Dio ha concesso all’uomo di conoscere, ed alla quale in caso di necessità essi si potessero rivolgere, come facevano i pagani con gli oracoli.>>

 

Nel passaggio della Fama appena letto, appare chiaro come il metodo antico per trasmettere gli insegnamenti, partendo da un gruppo di Saggi che consigliavano i Principi, che a loro volta dovevano guidare il popolo nella giusta direzione, non sia più praticabile.

 

Questo metodo fu praticato per migliaia di anni, ed è la ragione per la quale s’istituirono le diverse monarchie. La nobiltà, durante tali periodi, aveva ragion d’essere. Si diceva che i nobili fossero di “sangue blu”. Il sangue degli uomini è rosso, definire questa élite “sangue blu” significava dire che il loro sangue era diverso. Nell’antico testamento leggiamo che nel sangue si trova il segreto della vita, e questo significa che, qual è lo stato del sangue tale è quello della vita. Anche i Sacerdoti provenivano da precise famiglie o caste e i Saggi da Scuole, ove la disciplina non era adeguata a tutte le indoli ma ne richiedeva di specifiche.

 

Con il tempo la nobiltà divenne solo una questione di eredità e feudi, il sacerdozio, un mezzo per affermare un potere temporale sulle anime, tenute in scacco dalla paura per la punizione delle debolezze umane e la saggezza lasciò il posto alla fredda cultura.

 

In questa situazione il metodo tradizionale non poteva certo funzionare.

 

Buon Cammino!

Un Lavoro di Gruppo sulle parole incise sull’Altare di Cristiano Rosacroce

Condivido il documento risultante da un lavoro di gruppo, fatto assieme al altri rosicruciani, appartenenti a diversi ordini o scuole, nel quale si è riflettuto e dialogato assieme sul tema in oggetto.

E’ stata una bella esperienza di lavoro e condivisione, fatto con la massima attenzione al testo originale.

Una particolare attenzione è stata posta nel rifersi alle prime stampe del documento e non alle successive ristampe e traduzioni che presentavano piccoli ma non insignificanti errori.

Anche i riferimenti alfabetici e numerali connessi, sono stati selezionati in base a criteri filologici.

Da questa base, il più possibile filologicamente corretta, si è partiti per analisi cabalistiche, aritmosofiche, simboliche, ermetiche etc… il tutto finalizzato, non alla speculazione filosofica o intellettuale ma, a mostrare delle linee guida per il lavoro quotidiano e reale di un rosicruciano e come queste fossero trasmesse all’epoca dei manifesti.  

Il testo è in lingua inglese, essendo il prodotto di un lavoro fatto in un forum, o lista che dir si voglia, internazionale.

Vi hanno partecipato persone che da parecchi anni sono impegnate nel loro percorso rosicruciano, qualcuno anche martinista.

E’ sta una esperienza di lavoro di gruppo molto interessante perchè nessuno ha cercato di far prevalere la propria opinione o di presentare come verità indiscutibile solo quella proveniente dal proprio ambiente rosicruciano.

Lo spirito è stato quello di condividere pensieri e riflessioni sentite e non dottrinali, provenienti più dalla propria comprensione che da una docetica specifica.

Ogni riflessione condivisa è servita a tutti i partecipanti come spunto per una personale riflessione e successivo scambio di idee o meglio di “sentire” fra tutti.

Quello che ci ha uniti, al dilà delle differenze di tradizione, non è stata la lettera ma lo spirito che sta dietro le lettere della Fama.

Ecco il link:

 

 http://rosacroce.myblog.it/files/The%20words%20engraved%20on%20the%20Altar%20into%20the%20C.R.C%20Tomb.pdf

 

Spero di aver fatto cosa gradita condividendo questo lavoro.

 

Buon Cammino!

 

Dic 5, 2011 - Fama Fraternitatis Rosae Crucis 1614    Commenti disabilitati su Fez, la Cabala e gli Abitanti Elementali

Fez, la Cabala e gli Abitanti Elementali

 

<<Traversò, poi, tutto il mar Mediterraneo, e giunse a Fez, di cui gli arabi gli avevano raccomandato la visita. Ed è una grande vergogna per noi che uomini così saggi, seppur così lontani fra loro, siano non solamente così uniti, ma siano anche così volonterosi e pronti ad comunicare agli altri i loro segreti insegnamenti.

Ogni anno gli arabi e africani s’interrogano assieme sulla loro rispettiva arte, e si domandano, reciprocamente, se sia stata fatta qualche nuova scoperta, o se l’esperienza abbia confutato le loro “rationes”.

In questo modo, ogni anno si scopre sempre qualcosa di nuovo che contribuisce al miglioramento nella loro matematica, fisica e magia (ed in queste ultime gli abitanti di Fez sono i più abili). Invece oggigiorno in Germania, ci sono uomini dotti, maghi, cabalisti, fisici, e filosofi, ma fra loro non esistono né amore né gentilezza; ed il gruppo più folto non dovrebbe pretendere per sé tutto il pascolo.

A Fez, egli, divenne familiare con quelle cose che si suol chiamare “Abitanti Elementali”, che gli rivelarono molti dei loro segreti. Anche noi tedeschi probabilmente potremmo raccogliere insieme molte conoscenze se solo regnasse fra noi la stessa unità, e avessimo un autentico desiderio di ricerca.

Di questi uomini di Fez vedeva spesso che la loro Magia non era affatto pura, e che la loro Cabala era contaminata dalla loro religione. Nonostante questo, egli imparò a servirsene in modo eccellente, e trovò basi ancora migliori per la sua Fede, in unione amorevole con l’Armonia del cosmo intero, e straordinariamente incarnata in tutte le epoche.

Là ebbe origine la bella associazione; perché come in ogni seme è contenuto un intero albero o frutto, così l’intero universo (Macrocosmo) è contenuto nel piccolo uomo (microcosmo), in cui religione, politica, salute, membra, natura, linguaggio, parole e opere, sono in accordo, condivisione, e armonia con Dio, con Cielo e con la Terra.>>

 

All’inizio di questo commento vorrei premettere che vedremo sette immagini che il nome Fez suggerisce. Alcune come premessa ed altre durante il commento del testo.

 

1)    La pienezza della Trinità divina, dl Triangolo di Fuoco di Dio.

 

 

2)    Il processo d’assimilazione degli alimenti santi.

 

 

3)    Il dominio nel quale si esprime l’insegnamento, ovvero, quello dello zodiaco solare, dei 12 eoni.  

 

 

4)    La parola divina come fattore di discernimento fra luce e tenebra.

 

 

5)    Il potere, per discernere ed agire, come spada a doppio taglio.

 

 

6)    La parola espressa secondo una giusta volontà.

 

 

7)    Il Peccato Originale, ovvero la Caduta.

 

Dopo la tappa in Egitto, della quale abbiamo parlato nel precedente post, vediamo Fratello Cristiano Rosacroce dirigersi verso Fez.

 

Con tale nome s’indicava, in Europa, la mitica patria dalla quale provenivano gli insegnamenti cabalistici. Gershom Scholem nel suo “La Cabala” scrive: <<Inoltre, sappiamo che vi fu una considerevole attività cabalistica in Marocco. Zeror ha-Mor (1523) di Abraham Sabba, scritto tra il 1498 e il 1501 a Fez, divenne un classico dell’esegesi cabalistica della Torah.>>

 

La fama continua a narrarci le avventure di Fratello Cristiano Rosacroce:

 

<<Traversò, poi, tutto il mar Mediterraneo, e giunse a Fez, di cui gli arabi gli avevano raccomandato la visita. Ed è una grande vergogna per noi che uomini così saggi, seppur così lontani fra loro, siano non solamente così uniti, ma siano anche così volonterosi e pronti ad comunicare agli altri i loro segreti insegnamenti.>>.

 

Attualmente si identifica Fez son la Fas فاس che si trova in Marocco. La grafia araba del none è composta da una Fa, una Alif per la E lunga (solo per rendere l’idea poiché in Arabo le vocali sono solo tre A, U , I) e una Sin.

 

Per rendere il medesimo nome in ebraico si userebbe la Pe, la Aleph per la E lunga e la Sin. Pe significa “bocca”, Aleph “bue” e Sin (o Shin) “denti”. Tuttavia poiché la Pe subisce una spirantizzazione, e quindi si legge F e non P, solo se preceduta da vocale, in realtà si potrebbe rendere solo Pez e non Fez, a meno di non supporre un’allusione ad una vocale pregressa retta da una mater lectionis, che però non compare, che è invisibile. Ad esempio una Aleph, che regge un Patah, quindi una A lunga. Questa Aleph, invisibile, è l’Uno è Dio stesso. Quindi poiché dietro all’Insegnamento al quale tutto lo scritto allude c’è la mano di Dio, da ora in avanti leggeremo Fes e non Pes, e a seguire FeZ (quando vedremo altre grafie per rendere Fez) e non PeZ.     

 

Ma cosa indica Fes?  

 

La Aleph è simbolo dell’aria  e della volontà, mentre la Shin lo è del fuoco. Sono due delle tre lettere madri. Il fuoco Shin senza l’aria Aleph non può sussistere.

 

Anche la Parola che si esprime attraverso la bocca Pe non può sussistere senza l’aria Aleph.

 

Vediamo così come la Aleph sia il fattore comune che sorregge le altre due lettere che stanno alla sua sinistra Shin e alla sua destra Pe.

 

La Aleph, inoltre è la lettera che esprime l’unità e quindi Dio. Quindi nel mezzo si trova Dio, in quanto unità, quindi il Padre, ed alla sua destra la bocca, ovvero l’organo con in quale esprimere la Parola, il frutto di quanto si è concepito, quindi il Figlio mentre alla sua sinistra il Fuoco, lo Spirito.

 

1)    Quindi un primo significato è la pienezza della Trinità divina, dl Triangolo di Fuoco di Dio.

 

Vediamo ora come anche nei processi naturali la Pe e la Shin lavorino assieme. Nel processo digestivo la bocca Pe, serve a introdurre gli alimenti che grazie alla masticazione Shin sono trasformati per essere digeriti e quindi assimilati.

 

2)    Quindi un’altra immagine che si presenta ai nostri occhi è quella del necessario processo d’assimilazione degli alimenti.

 

Quali alimenti l’Iniziato deve assimilare?

 

Si tratta degli alimenti santi che, dal Regno di Dio, gli sono offerti per poter nutrire la sua parte spirituale e sostentarlo nel lavoro di resa di sé e di nascita e crescita della Nuova Anima.

 

Il valore numerico di Fez è Pe(80) + Aleph(1) + Shin(300) = 381 da cui 3+8+1=12.

 

3)    12 è l’immagine del dominio nel quale si esprime l’insegnamento, ovvero, quello dello zodiaco solare, dei 12 eoni. Poiché per raggiungere l’uomo caduto esse deve scendere sin nel dominio materiale che l’uomo abita come schiavo delle forze dei 12 eoni della natura della morte.  

 

Abbiamo detto che grazie alla bocca Pe ed all’aria Aleph è possibile emettere suoni. Nel processo di emissione di alcuni suoni i denti sono fondamentali. Per esempio i denti sono necessari per pronunciare la Tzade, il cui significato è “giusto” ma anche “lato”, su questa lettera torneremo più avanti.

 

Un’altra interessante osservazione viene da una differente grafia ebraica che renderebbe il suono “PeZ” (oppure “FeZ”,con una E breve, solo se consideriamo la Aleph sottesa come mater lectionis di una A lunga, idealmente anteposta alla Pe). In questo caso si tratterebbe di una radice bilittera formata dalla Pe e dalla Zayin פז. Questa radice, PaZ, in ebraico biblico significa oro puro o finemente raffinato.

 

4)    Appare, qui, l’immagine della parola divina che splende come oro finemente raffinato e che come spada (a doppio taglio) è in grado di separare il puro dall’impuro.

 

Il nome della lettera Zayin significa “Arma”, la sua forma ricorda, infatti, una spada. Gesù disse di non essere venuto a portare la Pace ma la Spada. Abbiamo quindi la bocca Pe e la spada Zayin. Questa immagine ci ricorda l’angelo dell’apocalisse, che Giovanni vide nella sua visione.

 

Questa Spada deve essere intesa come un Potere, una possibilità. Essa, però, come ci mostra l’Apocalisse, è a doppio taglio.

 

5)    Vediamo, qui, l’immagine di un potere, grazie al quale discernere ed agire. Questo potere, però, se usato impropriamente non è motivo di salvezza ma causa di condanna.

 

A questo proposito nella prima lettera ai Corinzi leggiamo:

 

<<26 Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finché egli venga. 27 Perciò chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del Signore, sarà reo del corpo e del sangue del Signore. 28 Ciascuno, pertanto, esamini se stesso e poi mangi di questo pane e beva di questo calice; 29 perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna. 30 È per questo che tra voi ci sono molti ammalati e infermi, e un buon numero sono morti>>.

 

Torniamo adesso alla Fama.

 

<<Ogni anno gli arabi e africani s’interrogano assieme sulla loro rispettiva arte, e si domandano, reciprocamente, se sia stata fatta qualche nuova scoperta, o se l’esperienza abbia confutato le loro “rationes”. In questo modo, ogni anno si scopre sempre qualcosa di nuovo che contribuisce al miglioramento nella loro matematica, fisica e magia (ed in queste ultime gli abitanti di Fez sono i più abili). >>

 

Gli Iniziati ai Misteri non sono arroccati sulle loro posizioni ed hanno imparato a mettere sempre in dubbio sia se stessi sia le loro “rationes”, ovvero, i principi così come li hanno compresi, sui quali basano sia il loro lavoro su se stessi sia quello in favore degli altri. La loro esperienza è la prova della validità o meno di dette “rationes”. Essi le presentano ad altri che come loro si trovano sul cammino, perché dal lavoro di gruppo possa nascere la possibilità di una comprensione, posta su di una spirale superiore.

 

<<Invece oggigiorno in Germania, ci sono uomini dotti, maghi, cabalisti, fisici, e filosofi, ma fra loro non esistono né amore né gentilezza; ed il gruppo più folto non dovrebbe pretendere per sé tutto il pascolo.>>

 

I veri Iniziati non temono il confronto fra loro questo può essere solo occasione di crescita, se nessuno ha altro scopo che condividere il proprio sapere senza pretendere che venga accolto come la verità ultima da adottare da parte di tutti.

 

<<A Fez, egli, divenne familiare con quelle cose che si suol chiamare “Abitanti Elementali”, che gli rivelarono molti dei loro segreti. Anche noi tedeschi probabilmente potremmo raccogliere insieme molte conoscenze se solo regnasse fra noi la stessa unità, e avessimo un autentico desiderio di ricerca.>>

 

Chi sono gli “Abitanti elementali”?  Si tratta di formazioni magnetiche presenti nel Campo Aurale e dalle quali originano le radici di nostri comportamenti. Persino la coscienza biologica comune (il fuoco della coscienza), non è altro che il risultato dell’aggregazione di una certa quantità di “salamandre” ovvero elementali del fuoco.

 

L’iniziato deve pervenire a distinguere l’operato si questi “elementali” presenti nel suo campo di respirazione, nella sua sfera aurale.

 

Il più forte e più influente degli elementali che l’uomo porta nel proprio sistema è il cosiddetto “Guardiano della Soglia”.

 

È l’uomo stesso a portare ad esistenza gli elementali che successivamente lo domineranno.

 

Un pensiero nasce, la coscienza vi fissa la propria attenzione, comincia poi a manifestarsi una certa attività del desiderio, relativa al pensiero. La cosa, pensata e desiderata, orienta la volontà verso la realizzazione. La volontà, poi, spinge all’azione. La parola con la quale esprimiamo ciò che pensiamo, desideriamo e vogliamo, dinamizza e fissa la creazione sottile, che abbiamo inconsapevolmente formato, nel nostro Campo di Respirazione.

 

Questa creazione è stata formata con gli eteri provenienti dal pensiero, dal desiderio e dalla dinamizzazione della volontà. Questa nuvola di eteri concentrati, man mano che è alimentata, diviene sempre più autocosciente sino a sfuggire all’inconsapevole controllo del suo creatore e a dominarlo, agendo sui suoi corpi sottili. L’elementale così creato spinge ora il suo creatore a nutrirlo costantemente con lo stesso alimento eterico che lo ha portato alla nascita. Come nell’uomo l’istinto di conservazione è molto forte, così anche nelle sue creature.

 

Ecco perché l’uomo è vittima dei propri stessi poteri.

 

L’uomo ha il potere di far nascere gli elementali ma ha anche quello di smettere di dar loro alimento. Questo processo, spesso causa sofferenza, ma quando ci si libera della nefasta influenza di un elementale, della nostra sfera aurale, parecchie tensioni e difficoltà spariscono.

 

Non è però nei poteri dell’io l’annientare tali forme pensiero, attorno alle quali si sono concentrate grandi quantità di eteri e che sono, in un certo senso, autocoscienti.

 

Alla coscienza di un Iniziato, però, sono forniti nuovi strumenti e una forza soccorrevole, con l’aiuto dei quali questi fantasmi della sfera aurale possono essere vinti definitivamente.

 

<<Di questi uomini di Fez vedeva spesso che la loro Magia non era affatto pura, e che la loro Cabala era contaminata dalla loro religione. Nonostante questo, egli imparò a servirsene in modo eccellente, e trovò basi ancora migliori per la sua Fede, in unione amorevole con l’Armonia del cosmo intero, e straordinariamente incarnata in tutte le epoche.>>

 

6)    La Tzade, è la lettera che sostituendosi alla Sin, nel nome Fas, consente di pronunciare il nome Fez פאצ. Con questa grafia l’immagine che se ne ricava è quella della parola espressa secondo una giusta volontà. Una volontà che si trova dal lato giusto. 

 

Tuttavia tutto ciò che è Giusto, quando deve esprimersi con i mezzi di questa natura, non può che subire delle contaminazioni, infatti, il valore numerico di Fez è Pe(80) + Aleph(1) + Tzade(7) = 88. Questo numero potrebbe essere scritto con Pe(bocca) + Heth(peccato), E formano la parola Pach che significa sorgente di calamità.

 

7)    Quindi, un’altra immagine che la parola Fez evoca davanti ai nostri occhi è quella del Peccato Originale, ovvero della caduta. Dello stato d’essere proprio di questa natura della morte, e che tende a distorcere e ad ostacolare l’insegnamento.  

 

Nonostante tutti i tentativi di contaminazione che la natura caduta farà per deformare l’insegnamento, dietro alla sua manifestazione, ci sarà sempre la perfezione divina. Infatti Pe(80) + Heth(8) danno 88 e 8+8 = 16, da cui 1+6 = 7, numero che indica la perfezione di Dio. La lettera che ha valore 7 è la Zayin, che abbiamo visto prima in un’altra possibile grafia (con radice bilittera) per Fez.

 

Finché la manifestazione dell’insegnamento risponderà a dei criteri minimi, indispensabili, tale perfezione non l’abbandonerà e cercherà sempre di rimediare ai danni che la natura farà al santo lavoro.

 

L’iniziato che sa vedere oltre i veli che ricoprono l’insegnamento, è in grado di esprimere uno stato d’essere coerente con la parola Fez, ovvero uno stato di armonia fra la sua personalità materiale, divenuta uno strumento al servizio del divino, ed il divino stesso. Egli diviene così un essere nel quale l’universo si specchia, un microcosmo che è perfetta immagine del Macrocosmo. Così di lui può essere detto “Come in alto così in basso”.

 

A questo proposito nella Fama leggiamo:

 

<<Là ebbe origine la bella associazione; perché come in ogni seme è contenuto un intero albero o frutto, così l’intero universo (Macrocosmo) è contenuto nel piccolo uomo (microcosmo), in cui religione, politica, salute, membra, natura, linguaggio, parole e opere, sono in accordo, condivisione, e armonia con Dio, con Cielo e con la Terra.>>

 

Buon cammino!

 

Set 8, 2010 - Fama Fraternitatis Rosae Crucis 1614    Commenti disabilitati su C.R.C. E LA VIA DI DAMASCO

C.R.C. E LA VIA DI DAMASCO

RICORDIAMO SEMPRE CHE LA FAMA NON E’ UN RACCONTO STORICO DELLA VITA DI UN GIOVANE TEDESCO, MA L’IMMAGINE DI UN CAMMINO INIZIATICO OFFERTO DALLA FRATERNITA’ DELLA VITA AD OGNI SERIO CERCATORE.

 

“SEBBENE QUESTI (FRATELLO P.A.L) MORISSE A CIPRO, SENZA AVER, QUINDI, POTUTO VEDERE GERUSALEMME, NOSTRO FRATELLO C.R. NON PRESE LA VIA DEL RITORNO, MA SI IMBARCÒ PER RAGGIUNGERE DAMASCO, CON L’INTENZIONE DI PROSEGUIRE DI LÀ PER GERUSALEMME.

MA, INDISPOSTO, FU TRATTENUTO PER QUALCHE TEMPO E LÀ, ESERCITANDO LA MEDICINA DI CUI NON ERA SENZA QUALCHE NOZIONE, SI CONQUISTÒ IL FAVORE DEI TURCHI.”

 

IL BRANO APPENA CITATO DELLA FAMA FRATERNITATIS RICORDA IL RACCONTO DELLA FOLGORAZIONE DI SAULO (PAOLO DI TARSO) SULLA VIA DI DAMASCO. LEGGIAMO DAGLI ATTI DEGLI APOSTOLI CAP 9:

 

“…E DURANTE IL VIAGGIO, MENTRE SI AVVICINAVA A DAMASCO, AVVENNE CHE, D’IMPROVVISO, SFOLGORÒ INTORNO A LUI UNA LUCE DAL CIELO 4 E, CADUTO IN TERRA, UDÌ UNA VOCE CHE GLI DICEVA: «SAULO, SAULO, PERCHÉ MI PERSEGUITI?» 5 EGLI DOMANDÒ: «CHI SEI, SIGNORE?» E IL SIGNORE: «IO SONO GESÙ, CHE TU PERSEGUITI. 6 ÀLZATI, ENTRA NELLA CITTÀ E TI SARÀ DETTO CIÒ CHE DEVI FARE». 7 GLI UOMINI CHE FACEVANO IL VIAGGIO CON LUI RIMASERO STUPITI, PERCHÉ UDIVANO LA VOCE, MA NON VEDEVANO NESSUNO.”

 

IL FRATELLO C.R.C DOPO LA MORTE A CIPRO DEL FRATELLO P.A.L. È COSTRETTO A FERMARSI SULLA VIA DI DAMASCO. DEVE RENDERSI CONTO DI ESSERE MALATO.

 

LO SCOPO DELL’INIZIAZIONE È INTRAPRENDERE UN CAMMINO CHE PORTI ALLA TOTALE RIGENERAZIONE DELL’ESSERE DIVINO ORIGINALE.

 

PRIMA, PERÒ, DI CERCARE UN TALE CAMMINO, UNA TALE CURA DELLA MALATTIA FONDAMENTALE DELL’ESSERE UMANO, CI SI DEVE RENDERE CONTO DI ESSERE MALATI ED ASPIRARE ALLA GUARIGIONE.

 

SAULO RIMASE FOLGORATO “SULLA VIA DI DAMASCO”, DOVETTE COMPRENDERE CHE LA SUA VITA QUOTIDIANA ERA IN TOTALE OPPOSIZIONE A DIO. LO STATO D’ESSERE DI OGNI UOMO, CHE VIVE SOLO SECONDO LE NORME DI QUESTO MONDO, SULLA BASE DELL’EGOCENTRISMO, PERSEGUITA IL CRISTO IN SÉ.

 

EGLI PERSEGUITA IL CRISTO INTERIORE PERCHÉ QUESTI GLI RAMMENTA LO SCOPO DELLA SUA VITA, ARRENDERSI AL DIVINO.

 

L’EGO DEVE CEDERE IL SUO TRONO AL DIO IN SÉ.

 

L’EGO, PERÒ, NON HA NESSUNA INTENZIONE DI FARLO E QUINDI CERCA DI SOFFOCARE LA FLEBILE VOCE DELL’ATOMO DIVINO.

 

QUALCHE OSSERVAZIONE SU DAMASCO E SU QUALI INFLUENZE RICEVETTE: NELL’ANTICHITÀ DAMASCO SUBÌ UNA CERTA INFLUENZA EGIZIANA (MISTERI EGIZI). FU CONQUISTATA DAGLI ARABI (SUFISMO). NEL MEDIOEVO LA SUA PROSPERITÀ ECONOMICA FU DOVUTA AGLI SCAMBI COMMERCIALI CON LA PROVENZA, L’OCCITANIA (CATARI), E CON LE CITTÀ ITALIANE DI GENOVA (TEMPLARI), PISA (FEDELI D’AMORE) E VENEZIA (MASSONI, CABALISTI, ALCHIMISTI E ROSACROCE). DAMASCO RAPPRESENTA QUINDI IL PUNTO D’INCONTRO DELLE DIFFERENTI TRADIZIONI INIZIATICHE GIUNTE ASSIEME ALLE INVASIONI O AL COMMERCIO.

 

GRAZIE AL SUO CAMMINO DI RICERCA DELLA VERITA’ C.R. SI RENDE CONTO DI ESSERE MALATO, EGLI E’ COSTRETTO A FERMARSI. IN QUESTA SOSTA INTERIORE, IL CERCATORE DELLA VERITA’, SI DEDICA ALLA CURA DEGLI ALTRI, DESIDERA AIUTARLI A VEDERE CHE LA VITA HA UNO SCOPO BEN PIU’ ALTO DI QUELLO CHE NORMALMENTE SI CREDA. QUESTA CURA DEGLI ALTRI E’ ALLO STESSO TEMPO MEDICINA PER LA SUA ANIMA. TESTIMONIANDO CON LA SUA OPERA LA PROPRIA RICERCA, OTIENE LA FIDUCIA DELLE PERSONE CHE DESIDERA AIUTARE.

GIUNTO A QUESTO PUNTO LA CONVERGENZA DELLE TRADIZIONI NON E’ PIU’ LO SCOPO DEL VIAGGGIO, SEMMAI UN MEZZO. IL RACCONTO CI DICE CHE NELLA MENTE DI C.R.C DAMASCO LASCIA IL POSTO A DAMCAR, SPESSO CONFUSA CON LA STESSA DAMASCO.

 

DAMCAR RAPPRESENTA UNO NUOVO STATO D’ESSERE, CAPACE DI PENETRARE QUELLO CHE DAMASCO RAPPRESENTA E COGLIERNE I MERAVIGLIOSI TESORI. 

 

“UDÌ, PER CASO, PARLARE DEI SAGGI DI DAMCAR IN ARABIA, DEI PRODIGI CHE OPERAVANO E DELLA LORO PERFETTA CONOSCENZA DEI SEGRETI DELLA NATURA. L’ELEVATO E NOBILE INGEGNO DI FR. C.R.C. FU A TAL PUNTO STIMOLATO DA QUESTO, CHE GERUSALEMME CEDETTE IL POSTO, NEI SUOI PENSIERI, A DAMCAR.    NON POTENDO RESISTERE OLTRE AL DESIDERIO, PATTUÌ CON I MARINAI ARABI CHE LO CONDUCESSERO A DAMCAR PER UNA CERTA SOMMA DI DENARO. AL SUO ARRIVO IN QUELLA CITTÀ, AVEVA SOLO SEDICI ANNI MA POSSEDEVA GIÀ UNA FORTE COSTITUZIONE TEDESCA. COME TESTIMONIÒ LUI STESSO, I SAGGI LO ACCOLSERO NON GIÀ COME UNO STRANIERO, MA COME QUALCUNO DA MOLTO TEMPO ATTESO. LO CHIAMARONO ANCHE PER NOME E GLI INDICARONO ALTRI SEGRETI DEL SUO CONVENTO, COSA DI CUI NON FINIVA DI STUPIRSI. VI PERFEZIONÒ LA SUA CONOSCENZA DELL’ARABO, TANTO CHE GIÀ L’ANNO SEGUENTE TRADUSSE IN BUON LATINO IL “LIBER M”, CHE PORTÒ VIA CON SÉ. LÌ APPRESE LA FISICA E LA MATEMATICA;   E DI CIÒ IL MONDO AVREBBE POTUTO VERAMENTE RALLEGRARSI, SE AVESSE AVUTO PIÙ AMORE E MENO INVIDIA.”

 

PER GIUNGERE A DAMCAR DOVETTE PAGARE UNA CERTA SOMMA DI DENARO. C.R.C. DOVETTE RINUNCIARE A PARTE DELLE SUE RICCHEZZE MATERIALI, DOVETTE, COME DEL RESTO OGNI VERO CERCATORE ANCHE OGGI DEVE, INIZIARE UN CAMMINO DI RINUNCIA, DI RESA DI SÉ.

 

IL RACCONTO DICE CHE C.R.C. ARRIVÒ A DAMCAR ALL’ETÀ DI 16 ANNI, ETÀ IN CUI AVEVA “UNA FORTE COSTITUZIONE TEDESCA”.

 

ORA QUALCHE CONSIDERAZIONE SUL NUMERO SEDICI.

INTERESSANTE NOTARE CHE LA LETTERE EBRAICHE  YOD E WAW SONO LA PRIMA E LA TERZA LETTERA DEL TETRAGRAMMA DIVINO (YOD HE WAW HE). YOD SIGNIFICA MANO ED HA VALORE 10 MENTRE WAW VUOL DIRE GANCIO ED HA VALORE 6. DALL’UNIA’ PROMANA LA VOLONTA’ DIVINA CHE FECONDA LA MATERIA PRIMORDIALE, L’OPERA DELLA MANO DI DIO; IL TERNARIO COSTITUISCE (IL GANCIO) IL MEZZO CON IL QUALE ENTRARE IN CONTATTO CON LA VOLONTA’ DEL LOGOS. SOMMATE ASSIEME DANNO VALORE 16.

 

SEMPRE A PROPOSITO DEL NUMERO 16 E’ INTERESSANTE NOTARE CHE NEL  RITO SCOZZESE ANTICO ED ACCETTATO  IL SEDICESIMO GRADO È “PRINCIPE DI GERUSALEMME”. IL UN CATECHISMO DEL XVI° RECITA QUANTO SEGUE:

 

D: SIETE VOI PRINCIPE DI GERUSALEMME?

R: CONOSCO LA STRADA DI BABILONIA.

D: COME SIETE GIUNTO A QUESTO GRADO?

R: COL MIO ARDORE ED IL MIO ZELO.

D: CHE AVETE TROVATO NEL DESERTO?

R: PAZIENZA E SOTTOMISSIONE.

D: COSA VI HANNO INSEGNATO LE RIVE DEL MAR MORTO?

R: UMILTÀ E VENERAZIONE.

 

C.R.C., COME COLUI CHE CERCA IL VERO CAMMINO DELLA LIBERAZIONE, NON SI DIRIGE PIÙ VERSO GERUSALEMME (UNA GERUSALEMME MATERIALE), PERCHÉ NEL SUO VIAGGIO SCOPRE, FINALMENTE, IL DESERTO NELLA PROPRIA VITA.

 

IN UN TALE DESERTO SI RICONOSCE PER QUELLO CHE È.

 

NEL CATECHISMO DEL XVI° GRADO DEL R.S.A.A ALLA DOMANDA “SIETE VOI PRINCIPE DI GERUSALEMME?” IL POSTULANTE RISPONDE “CONOSCO LA STRADA DI BABILONIA”. LA LEGGENDA RACCONTA CHE ZOROBABELE SI RECO’, COME AMBASCIATORE DEL POPOLO D’ISRAELE, IN BABILONIA PER CHIEDERE L’AIUTO DI RE DARIO. IL POPOLO DI SAMARIA NON VOLEVA CONTRIBUIRE ALLA RIEDIFICAZIONE DEL TEMPIO AD OPERA DEGLI ISRAELITI, E FORNIRE QUANTO NECESSARIO AI SACRIFICI. RE DARIO SEGUENDO LE ORME DEL SUO PREDECESSORE RE CIRO APPOGGIO’ LA RICHIESTA DI ISRAELE ED OBBLIGO’ I SAMARITANI ALLA COLLABORAZIONE. IL TEMPIO DI DIO FU RIEDIFICATO GRAZIE ALLA PROTEZIONE DI UN SOVRANO DI RELIGIONE DIFFERENTE DA QUELLA DEGLI ISRAELITI. RE DARIO E’ L’EMBLEMA DELLA TOLLERANZA E DEL RISPETTO VERSO LE ALTRE CULTURE, DEL RESTO BABILONIA A QUEL TEMPO ERA UN PUNTO D’INCONTRO E DI CONFRONTO FRA DIVERSE CULTURE E RELIGIONI. LE RADICI DI QUELLA TERRA AFFONDANO NEI MISTERI CALDEI. I CALDEI ERANO UNA TRIBU DI ACCADI. UNA SPLENDIDA TESTIMONIANZA DELLA PROFONDA CONOSCENZA MISTERICA DI QUESTO POPOLO, E’ GIUNTA FINO A NOI SOTTO FORMA DI POEMA. SI TRATTA DELL’EPOPEA DI GILGAMESH.

CONOSCERE LA STADA DI BABILONIA SIGNIFICA, DUNQUE, CONOSCERE IL SENTIERO CHE PORTA ALLA PROFONDITA’ DEI MISTERI DI DIO.

   

IL PRINCIPE DI GERUSALEMME NEL DESERTO DELLA PROPRIA VITA APPRENDE LA PAZIENZA E LA SOTTOMISSIONE ALLE LEGGI DEL LOGOS ETERNO.

LA DOMANDA “COSA VI HANNO INSEGNATO LE RIVE DEL MAR MORTO? “ CI RIPORTA ALL’IMMAGINE DI UN MARE COSÌ SALATO CHE NESSUNA VITA È POSSIBILE, MA ANCHE ALLA COMUNITÀ DEGLI ESSENI CHE VI ABITAVA. LA REGOLA DEGLI ESSENI ERA MOLTO DURA ED ESIGEVA UN ALTO LIVELLO DI PUREZZA CORPORALE E MORALE. DI FATTO IL PRINCIPE DI GERUSALEMME VI IMPARA “UMILTÀ E VENERAZIONE”. VIRTÙ ALLA BASE DI UNA VERA “FORTE COSTITUZIONE” MORALE E RELIGIOSA.

 

C.R.C. A DAMCAR APPRESE L’ARABO E TRADUSSE IL LIBER M.

 

PER COSA STA LA LETTERA “M”?

 

POTREBBE STARE PER “MUNDI”, DA CUI LIBER MUNDI, MA ANCHE PER “MANICHEIOS” DA CUI LIBRO MANICHEO. LE DUE IPOTESI NON SI ESCLUDONO, ANZI SI RAFFORZANO VICENDEVOLMENTE. LA CORRENTE GNOSTICA MANICHEA POSSEDEVA UNA PROFONDA CONOSCENZA DEL MONDO E DELLE SUE LEGGI.

 

GLI ABITANTI DI DAMCAR AVEVANO UNA CERTA CONOSCENZA DEI SEGRETI DEL CONVENTO DI CUI FACEVA PARTE IL PADRE E FRATELLO C.R.C.

 

RICORDIAMO CHE LO STATO D’ESSERE RAPPRESENTATO DA DAMCAR CONSENTE DI PENETRARE NEI MISTERI DIVINI. A DAMCAR APPRESE ANCHE LA FISICA E LA MATEMATICA. IN QUESTA FASE DEL SUO CAMMINO, L’INIZIATO, DIVIENE COSCIENTE DELLE LEGGI ALLA BASE DELLA VITA, DELLE LEGGI CHE GOVERNANO QUESTO MONDO, MA ANCHE DELLE LEGGI DEL MONDO DIVINO.

 

IN C.R.C. L’ILLUSIONE DELLA GERUSALEMME TERRESTRE LASCIÒ IL POSTO AD UN OBIETTIVO INTERIORE REALE. LA SUA COSCIENZA VIDE CHIARAMENTE IL PROPRIO STATO D’ESSERE E COMPRESE LA DIREZIONE VERSO CUI DIRIGERSI, ACQUISENDO FORZA E RISOLUZIONE INTERIORI. LA NASCITA DI QUESTO STATO D’ESSERE E’AUSPICABILE IN TUTTI COLORO CHE DESIDERANO PERCORRERE IL CAMMINO DI RITORNO ALL ACASA DEL PADRE, IL CAMMINO DELLA COMPLETA RIGENERAZIONE DELL’UOMO ORIGINALE.

 

GLI ATTI DEGLI APOSTOLI AL CAP 9 CONTINUANO LA STORIA DELLA CONVERSIONE DI SAULO, COME SEGUE:

8 SAULO SI ALZÒ DA TERRA MA, APERTI GLI OCCHI, NON VEDEVA NULLA; E QUELLI, CONDUCENDOLO PER MANO, LO PORTARONO A DAMASCO, 9 DOVE RIMASE TRE GIORNI SENZA VEDERE E SENZA PRENDERE NÉ CIBO NÉ BEVANDA. 10 OR A DAMASCO C’ERA UN DISCEPOLO DI NOME ANANIA; E IL SIGNORE GLI DISSE IN VISIONE: «ANANIA!» EGLI RISPOSE: «ECCOMI, SIGNORE». 11 E IL SIGNORE A LUI: «ÀLZATI, VA’ NELLA STRADA CHIAMATA DIRITTA, E CERCA IN CASA DI GIUDA UNO DI TARSO CHIAMATO SAULO; POICHÉ ECCO, EGLI È IN PREGHIERA, 12 E HA VISTO IN VISIONE UN UOMO, CHIAMATO ANANIA, ENTRARE E IMPORGLI LE MANI PERCHÉ RICUPERI LA VISTA». ..

17 ALLORA ANANIA ANDÒ, ENTRÒ IN QUELLA CASA, GLI IMPOSE LE MANI E DISSE: «FRATELLO SAULO, IL SIGNORE, QUEL GESÙ CHE TI È APPARSO SULLA STRADA PER LA QUALE VENIVI, MI HA MANDATO PERCHÉ TU RIACQUISTI LA VISTA E SIA RIEMPITO DI SPIRITO SANTO». 18 IN QUELL’ISTANTE GLI CADDERO DAGLI OCCHI COME DELLE SQUAME, E RICUPERÒ LA VISTA; POI, ALZATOSI, FU BATTEZZATO. 19 E, DOPO AVER PRESO CIBO, GLI RITORNARONO LE FORZE. RIMASE ALCUNI GIORNI INSIEME AI DISCEPOLI CHE ERANO A DAMASCO, 20 E SI MISE SUBITO A PREDICARE NELLE SINAGOGHE CHE GESÙ È IL FIGLIO DI DIO.”

 

BUON CAMMINO!

Mar 3, 2010 - Fama Fraternitatis Rosae Crucis 1614    Commenti disabilitati su LA COMPRENSIONE DA PARTE DELL’UOMO DELLA PROPRIA NOBILTA’

LA COMPRENSIONE DA PARTE DELL’UOMO DELLA PROPRIA NOBILTA’

A QUALE NOBILTA’ SI RIFERISCE LA FAMA?

E’ FROSE LA NOBILTA’ DERIVANTE DAL CASATO O DALLA POSIZIONE SOCIALE?

O SI TRATTA FORSE DI UNA QUALCHE SPECIE DI ELITE?

NO ASSOLUTAMENTE A NULLA DI TUTTO CIO’ FA RIFERIMENTO LA FAMA!

LA FAMA AUSPICA IL MOMENTO IN CUI TUTTI GLI UOMINI SARANNO COSCIENTI DELLA PROPRIA NOBILTA’ INTERIORE!

L’UOMO E’ UN ESSERE DUPLICE, IN ESSO VI SONO DUE NATURE UNA NATURALE DECADUTA ED UNA DIVINA.

LA NATURA DIVINA E’ LATENTE, NASCOSTA SOTTO LA CROSTA PESANTE DELLA MATERIA.

DI QUESTA NATURA DIVINA E’ RIMASTA SOLO UNA SCINTILLA SPIRITUALE, UNA SCINTILLA DIVINA.

QUESTA SCINTILLA E’ UN SEME CHE CONTIENE IN POTENZA L’UOMO DIVINO ORIGINALE.

IN VIRTU’ DI QUESTA SCINTILLA L’UOMO PUO’ TRASFORMARSI, TRASFIGURARE E RIDIVENIRE FIGLIO DI DIO.

QUESTA E’ LA GRANDE NOBILTA’ CHE ALBERGA IN TUTTI NOI.

TUTTI POSSIAMO EREDITARE IL REGNO DI DIO.

L’APOSTOLO PAOLO, NELLE SUE LETTERE INCITA, I CRISTIANI DELLE COMUNITA’ CHE SEGUIVA A FAR NASCERE IL CRISTO IN LORO.

QUESTA ESORTAZIONE E’ VALIDA ANCHE PER TUTTI NOI.

NEL PROLOGO DEL VANGELO DI GIOVANNI TROVIANO IL SENSO DEL CRISTIANESIMO INTERIORE, DEL CRISTIANESIMO GNOSTICO:

<<A QUANTI LO HANNO ACCOLTO PERO’ HA DATO IL POTERE DI DIVENIRE FIGLI DI DIO>> (GV. 1-12)

ACCOGLIERE IL CRISTO IN NOI SIGNIFICA ESSERE COSCIENTI DI QUESTA POSSIBILITA’ ED ORIENTARVI TUTTA LA NOSTRA VITA.

IN UNA SUA LETTERA PAOLO CI ESORTA NUOVAMENTE A DIVENIRE CONSCI DI QUESTA NOBILTA’:

<<«Non sapete che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete ricevuto da Dio?…» (1 Corinzi 6:19,20).

 COSA DOBBIAMO FARE PER REALIZZARE LA PROMESSA INSITA IN QUESTA EREDITA’?

DOBBIAMO APPLICARE L’AUTORESA AL DIO IN NOI, DOBBIAMO SUBORDINARVI IL NOSTRO EGO!

L’EGO DEVE CEDERE IL SUO TRONO AL CRISTO IN NOI.

L’EGO DEVE LASCIARE SPAZIO AL DIO IN NOI, COSI’ CHE LA COSCIENZA POSSA SEMPRE PIU COMPRENDERNE LE ESIGENZE INTERIORI E CONFORMARVI IL COMPORTAMENTO ESTERIORE.

E’ UN CAMMINO DI TRASMUTAZIONE ALCHEMICA, DI TRASMUTAZIONE DEL PIOMBO DELLA MATERIA NELL’ORO DELLO SPIRITO.

SOLO CON UN SIMILE ORIENTAMENTO POSSIAMO VERAMENTE RIDIVENIRE FIGLI DI DIO!

BUON CAMMINO! 

 

 

Feb 17, 2010 - Fama Fraternitatis Rosae Crucis 1614    Commenti disabilitati su LA CONOSCENZA DI MERAVIGLIE DELLA NATURA

LA CONOSCENZA DI MERAVIGLIE DELLA NATURA

A QUALI MERAVIGLIE ALLUDE IL PROLOGO DELLA FAMA FRATERNITATIS?

SI TRATTA DELLA SCOPERTA CHE QUESTA NATURA, ANCHE SE NATA DALL’ERRORE NELL’USO DEL LIBERO ARBITRIO DELL’UOMO ORIGINALE, NON PUO’ SFUGGIRE ALLA VOLONTA’ DEL LOGOS STESSO. 

QUESTA NATURA DECADUTA, APPARENTEMENTE SOTTO IL POTERE DEGLI ARCONTI DEGLI EONI INFERIORI, NON PUO’ ESIMERSI DAL DIRIGERSI COMUNQUE NELLA DIREZIONE CHE IL LOGOS HA DECISO.

E’ OPPORTUNO APPROFONDIRE QUESTO CONCETTO. 

NEI TESTI GNOSTICI VEDIAMO, CHIARAMENTE, COME L’ARCONTE JALDABAOTH, L’ARROGANTE, SIA INGANNATO E PORTATO A CEDERE PARTE DELLA SUA TRIPLICE FORZA DIVINA ALL’UOMO. COSI, GRAZIE ALL’AIUTO OFFERTO ALL’UOMO, DAGLI INVIATI DEL REGNO DEL PADRE, CIO’ CHE DA TALE REGNO E’ USCITO POSSA RITORNARVI.

QUESTA E’ LA GRANDIOSA SCOPERTA.

QUESTO MONDO, OVE REGNA L’UNICA INESORABILE LEGGE “APPARIRE, BRILLARE, SPARIRE”, O ALTRIMENTI “NASCERE, CRESCERE E MORIRE”, QUESTO MONDO DOVE NULLA E’ PERMANENTE, DOVE VALORI COME FELICITA’, LIBERTA’ E AMORE SONO SOLO RELATIVI, PROPRIO QUESTO MONDO E’ PER L’UOMO UN “ORDINE DI SOCCORSO”.

CI SI POTREBBE CHIEDERE, SE NEMMENO QUESTO MONDO DECADUTO PUO’ ESIMERSI DALL’ANDARE NELLA DIREZIONE CHE IL LOGOS HA DECISO, PERCHE’ IL LOGOS NON PUO’ DIRETTAMENTE RIPORTARE A SE CIO’ CHE DAL REGNO DIVINO E’ CADUTO?

LA RISPOSTA STA NEL LIBERO ARBITRIO, L’UOMO DEVE SCEGLIERE DI APPROFITTARE DELLE POSSIBILITA’ CHE IL LOGOS CONCEDE.

QUESTO PER DUE MOTIVI, PRIMO IL NOSTRO STATO E’ TALMENTE IN DISARMONIA CON IL LOGOS CHE SE QUESTI CI AFFERRASSE CON TUTTA LA SUA PIENEZZA NE VERREMMO ANNIENTATI, IL SECONDO E’ CHE COME LA CADUTA E’ AVVENUTA PER L’USO DEL LIBERO ARBITRIO ANCHE LA RIGENERAZIONE DEVE SEGUIRE QUESTA STRADA. QUESTO MONDO SI PONE DA FILTRO FRA LA PIENEZZA DEL LOGOS E IL NOSTRO VUOTO ESISTENZIALE, COSI’ CHE POSSIAMO GRADUALMENTE AVVICINARCI A TALE PIENEZZA SENZA ESSERNE DANNEGGIATI. DATA LA SUA NATURA, QUESTO MONDO, OFFRE AL NOSTRO EGO UNA GRAN QUANTITA’ DI TENTAZIONI, DI DISTRAZIONI, E SOLO RIMANENDO SALDAMENTE ORIENTATI SUL FINE DELLA LIBERAZIONE DELL’ANIMA DIVINA, TESTIMONIAMO UN CAMMINO COSCIENTE, LIBERAMENTE SCELTO, UN CAMMINO DI CONOSCENZA DI SE’, UN CAMMINO CHE CI PORTA SEMPRE PIU’ A DISTINGUERE NETTAMENTE LE DUE NATURE IN NOI, QUELLA MATERIALE E QUELLA DIVINA.

IL SUO STESSO MECCANISMO, CHE A PRIMA VISTA SEMBRA UNA CONDANNA, E’ CIO CHE CONSENTE ALL’UOMO DI TROVARE E PERCORRERE UN CAMMINO DI RITORNO ALLA CASA DEL PADRE, UN CAMMINO PER RIPORTARE LA LUCE AL PROPRIO DOMINIO, AL REGNO DAL QUALE E’ USCITA.

TUTTE LE LEGGI CHE GOVERNANO QUESTA NATURA HANNO UN DUPLICE ASPETTO, POSSONO ESSERE UN CARICO DA SUBIRE O UNA SCUOLA DALLA QUALE TRARRE LEZIONI PER CONOSCERSI SEMPRE PIU E TROVARE IL MODO DI REALIZARE IN NOI, UNO DEI MOTTI CHE LEGGIAMO NELLA FAMA FRATERNITATIS, IL “JESU MIHI OMNIA”, GESU’ E’ TUTTO PER ME.

LE MERAVIGLIE DI QUESTA NATURA NON SONO I SUOI ASPETTI SOTTILI, CHE TUTTALPIU’ RIENTRANO NELLA “META SCONOSCIUTA DEL MONDO”, MA LE CONCRETE POSSIBILITA’ CHE LA VITA SU QUESTA TERRA CI OFFRE PER RISVEGLIARE IN NOI L’UOMO DIVINO ORIGINALE, PER RIPORTARLO A PIENA MANIFESTAZIONE.

DIO NON ABBANDONA L’OPERA DELLE SUE MANI.

 

Feb 1, 2010 - Fama Fraternitatis Rosae Crucis 1614    Commenti disabilitati su LA CONOSCENZA DELLA META’ DEL MONDO PRIMA NASCOSTA E IGNOTA

LA CONOSCENZA DELLA META’ DEL MONDO PRIMA NASCOSTA E IGNOTA

LA CONOSCENZA DELLA META’ DEL MONDO PRIMA NASCOSTA E IGNOTA.

QUAL’E’ QUESTA META’ NASCOSTA?

A COSA SI RIFERISCE?

IL NOSTRO MONDO E’ COMPOSTO DA DUE SFERE, UNA MATERIALE VISIBILE E UNA INVISIBILE ALL’OCCHIO UMANO E IMPERCETTIBILE CON I SENSI COMUNI.

LA SFERA MATERIALE E’ QUELLA IN CUI VIVIAMO LA NOSTRA VITA DI VEGLIA.

LA META’ NASCOSTA E’ L’ALDILA’.

MOLTI RICERCATORI SI SONO INGANNATI CREDENDO DI TROVARVI IL REGNO DI DIO, MA L’ALDILA’ E’ SOLO LA CONTROPARTE DELL’ALDIQUA’, DEL NOSTRO MONDO MATERIALE. DIFATTO NE E’ LA COMPONENTE SOTTILE.

QUESTA COMPONENTE SOTTILE HA DIVERSE ZONE, CIASCUNA DELLE QUALI POSSIEDE UN PROPRIO LIVELLO VIBRATORIO IN ACCORDO CON LO STATO DI COSCIENZA E DI VITA DI UNA CERTA PARTE DI ESSERI UMANI.

SI PUO’ DIRE CHE ESISTANO TANTI PARADISI E TANTI INFERNI PER QUANTI SONO GLI UOMINI SULLA TERRA.

L’ALDILA’, COME IL MONDO MATERIALE, DOVREBBE ESSERE SOLO UN DOMINIO DI PASSAGGIO PER I MICROCOSMI (PRIMA DI UNA NUOVA DISCESA NELLA MATERIA), FINTANTO CHE LA REINCARNAZIONE SARA’ LORO ANCORA NECESSARIA.

DIFATTO IL PASSAGGIO, AL DECESSO, NELL’ALDILA’ CONDUCE VERSO UNA PROGRESSIVA DISGREGAZIONE DELLA PERSONALITA’ ED ANCHE DELLA COSCIENZA, UNITE AL MICROCOSMO. QUESTO ACCADE PERCHE’ LA PERSONALITA’ NON HA APPROFITTATO DELLA POSSIBILITA’ DI LIBERAZIONE CHE LA VITA NELLA MATERIA LE HA OFFERTO. PERCHE’ IL MICROCOSMO ABBIA UNA NUOVA POSSIBILITA’ DEVE SORGERE IN ESSO UNA NUOVA PERSONALITA’, GRAZIE AD UNA NUOVA NASCITA MATERIALE. DELLA VECCHIA RIMARRA’ IN ESSO SOLO IL RISULTATO DELLE AZIONI COMPIUTE IN VITA CON I CREDITI E DEBITI CHE ESSA HA ACCUMULATO. SIA INTESO CHE QUANDO UNA PERSONALITA’ HA, INVECE, APPROFITTATO PIENAMENTE DI TALE POSSIBILITA’, UNA NUOVA DISCESA NELLA MATERIA NON E’ PIU’ NECESSARIA PER LA LIBERAZIONE E LA PERSONALITA’ NON ACCEDERA’ ALL’ALDILA’ PER UNA DISGREGAZIONE, MA AVRA’ ACCESSO AL CAMPO DI VITA DELLE ANIME DIVINE RINATE (QUESTI, NON E’ UNA DELLE TANTE ZONE DELL’ALDILA’, ESSO E’ UN VACUM NEL QUALE LE FORZE DELLA NATURA DECADUTE NON POSSONO ENTRARE. UN CAMPO DI SVILUPPO PER TUTTE LE ANIME DIVINE REALMENTE RINATE).

VI SONO, POI, DELLE PERSONALITA’ (CHE NON HANNO APPROFITTATO DELLA POSSIBILITA’ DI LIBERAZIONE) CHE NON DESIDERANO ESTINGUARSI E TROVANO IL MODO DI PARASSITARE LE FORZE VITALI DEI VIVENTI. QUESTE PERSONALITA’ ALIMENTANO L’ILLUSIONE DEGLI UOMINI, SUL COSIDETTO “PAESE DELL’ESTATE”, NUTRONO L’ILLUSIONE CHE TALE DOMINIO SIA IL REGNO DI DIO.

RICORDIAMO PERO’, LE PAROLE DI GESU’: “IL MIO REGNO NON E’ DI QUESTO MONDO”. 

QUINDI NEMMENO DELL’ALDILA’, CHE RIPETIAMO, E’ SOLO LA PARTE INVISIBILE DI QUESTO MONDO.

LA VITA DA QUESTA PARTE DEL VELO, LA PARTE MATERIALE, OFFRE UNA CONCRETA POSSIBILITA’ DI LIBERAZIONE DALLA PRIGIONIA NELLA NATURA MATERIALE DECADUTA, UNA LIBERAZIONE DA ENTRAMBE LE SUA SFERE, TANTO QUELLA MATERIALE QUANTO QUELLA SOTTILE, L’ALDILA’.

OGNI ATTIMO DELLA NOSTRA VITA E’ IMPORTANTE E NON VA SPRECATO.

DOBBIAMO CONSIDERARE OGNI ATTIMO CHE IL LOGOS CI CONCEDE DI VIVERE COME PREZIOSO PER IL NOSTRO CAMMINO VERSO IL RITORNO ALLA CASA DEL PADRE.

I ROSACROCE RISPETTANO QUEL GRANDE DONO CHE E’ LA VITA, LA GRANDE POSSIBILITA’ DI SALVEZZA CHE ESSA OFFRE.

A QUESTI PARASSITI, NELLA META’ NASCOSTA, SI DEVONO AGGIUNGERE LE FORZE DELLA NATURA, PERVERTITE DALLA CADUTA DELL’UOMO ORIGINALE.

QUESTE FORZE, ALL’ORIGINE PURE, SONO STATE PERTURBATE DALL’EGOCENTRISMO CAUSA DELLA CADUTA E SI SONO MUTATE, NELLA REALTA’ IN CUI NOI VIVIAMO, IN FORZE CONDIZIONANTI, IMPRIGIONANTI E CRISTALLIZZANTI.

I DODICI EONI DELLA NATURA, COSTITUISCONO LA MATRICE DELLA NATURA STESSA.

TUTTI NE SIAMO IL PRODOTTO MATERIALE.

ESSI SONO I MURI DELLA NOSTRA PRIGIONE MATERIALE.

QUESTI SONO, QUELLI CHE LA PISTIS SOPHIA CHIAMA I DODICI DALL’ALTO VERSO IL BASSO. SONO GLI EONI DI CUI FANNO PARTE GLI ARCONTI CHE PERSEGUITANO LA PISTIS SOPHIA.

L’ALDILA’, ESSENDO DI NATURA SOTTILE, E’ IL DOMINIO NEL QUALE MEGLIO SI ESPRIME IL CONTROLLO DI QUESTE FORZE, DI QUESTI ARCONTI ED EONI. E’ TRAMITE QUESTO DOMINIO SOTTILE, CHE TALI FORZE TRASMETTONO IL LORO CONTROLLO SULLA NATURA MATERIALE.

RICAPITOLANDO IL PANORAMA DELLA META’ NASCOSTA DEL MONDO TROVIAMO:

VI SI TROVANO I 12 EONI DELLA NATURA, DODICI FORZE LA CUI NATURA E’ STATA PERVERTITA DALLA CADUTA.

INOLTRE TROVIAMO ANCHE ALCUNE PERSONALITA’ CHE, NON DESIDERANDO SEGUIRE IL CORSO NATURALE DELLA VITA E PER MANTENERSI IN MODO ANORMALE, SI NUTRONO DI ENERGIE PRODOTTE DAI VIVENTI.

QUESTO DOMINIO SI COMPONE DI DIVERSE ZONE CIASCUNA DELLE QUALI CORRISPONDE ALLO STATO D’ESSERE E CONSEGUENTEMENTE DI VITA, D’UNA CERTA PARTE DELL’UMANITA’.

ESSA E’ ANCHE IL LUOGO CHE CONSENTE AL MICROCOSMO, CHE NECESSITA ANCORA DI TORNARE A FARE ESPERIENZE NELLA MATERIA, DI ESSERE PULITO DALLA PREGRESSA PERSONALITA’ E DI REGISTRARNE L’ESITO DELLA VITA NELLA SUA SFERA AURALE, PER POI POTER OSPITARNE UNA NUOVA, MEDIANTE UNA NUOVA NASCITA NATURALE.

 “IL MIO REGNO NON E’ DI QUESTO MONDO”

“CERCATE ANZITUTTO IL REGNO DI DIO”

SE NON SI TROVA NELL’ALDILA’ DOV’E’ QUESTO REGNO?

COME POSSIAMO CERCARLO?

SE QUESTO REGNO E’ IL PRODOTTO DEI DODICI EONI DELLA NATURA, COM’E’ POSSIBILE CHE OFFRA LA POSSIBILITA’ DI ESSERE LIBERATI DALLA SUA STESSA SCHIAVITU’?

COME POSSIAMO APPROFITTARE DELLE POSSIBILITA’ LIBERATRICE CHE LA VITA CI OFFRE?

LA FAMA FRATERNITATIS CI MOSTRA, IN SIMBOLI, IN IMMAGINI, LA RISPOSTA A QUESTE IMPORTANTI DOMANDE.

NEL COMMENTO A QUESTA SPLENDIDA TESTIMONIANZA DELL’AMORE DI DIO, TROVEREMO QUESTE RISPOSTE. 

 

 

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