Dic 4, 2012 - Fama Fraternitatis Rosae Crucis 1614, Fama Fraternitatis; Fratello C.R.C., Cristiano Ros    Commenti disabilitati su Da Fez alla nascita della Fraternità (Parte 1)

Da Fez alla nascita della Fraternità (Parte 1)

Proseguendo il commento alle pagine della Fama Fraternitatis RC, ne ho appena commentata una paginetta e mezzo e ne sono nati tre post, che però è meglio vedere come un unico commento diviso in tre parti. Per questo motivo ho dato un titolo generale che li raggruppa ed al quale aggiungerò (parte 1, 2 o 3) per identificare i tre post.

Inizio con il pubblicare il primo.

Presentazione delle scoperte ai dotti

 

<<… come in un seme è interamente contenuto l’albero, o il frutto, che felicemente appare al momento opportuno, l’insieme del vasto universo è contenuto nel microcosmo, nel “piccolo uomo”, in cui religione, politica, salute, membra, natura, parole e opere siano in armonia, condivisione e consonanza con Dio, con il Cielo e con la Terra.

 

Tutto ciò che è in dissonanza con questa tesi è errore, falsità, opera del demonio, il quale è il mezzo primo e la causa ultima della dissonanza, della cecità e della tenebra del mondo.    Sarebbe sufficiente esaminare oggettivamente gli uomini della terra e si constaterebbe, infatti, che i buoni e i giusti sono sempre in armonia con se stessi, mentre gli altri sono macchiati da ogni sorta di false opinioni.>>

 

Il saggio è sempre in armonia con sé stesso e quindi con gli altri, poiché nulla lo tocca. La sua certezza non è nel Mondo ma in Cristo, nel Divino in lui.  Uno dei nomi con i quali è conosciuto il principe di questo mondo caduto è Diavolo, che deriva dal latino Diabolus, ovvero il divisore. Un altro celebre appellativo per il demonio è Satana, che in ebraico significa Avversario. Lo spirito di divisione è l’avversario della vera saggezza della vera armonia dello stato di vita dell’uomo divino.

 

<<Due anni dopo, Fr. R.C. lasciò la città di Fez e si recò in Spagna portando con sé molte cose preziose;  poiché  dal suo viaggio aveva tratto così tanto profitto, sperava di vedere i dotti d’Europa accoglierlo con grande allegria e impostare, quindi, tutti i loro studi su solide basi.

 

Discusse con i dotti di Spagna sulle imperfezioni delle nostre arti e indicò come sopperirvi, da dove attingere i veri indizi dei secoli futuri e in che cosa dovevano concordare con i secoli passati, come riformare la Chiesa e tutta la filosofia morale.

 

Mostrò loro nuove piante, frutti e animali che non concordavano con leggi dell’antica filosofia e presentò loro nuovi assiomi che potevano risolvere tutto perfettamente.

 

Ma tutto ciò sembrò loro ridicolo e, di fronte alle novità, essi temettero che, dovendo rimetter­si allo studio e riconoscere annosi errori, ai quali erano ben abituati e da cui avevano tratto grandi benefici, il loro gran nome ne potesse soffrire.    Ad altri la riforma, a chi ama tanto l’inquietu­dine!>>

 

La vera conoscenza, di cui parla la Fama, è in grado di far concordare Religione, Filosofia e Scienza. Tuttavia molti, fra coloro che si possono definire “dotti” in tali settori, tendono ad arroccarsi sulle proprie posizioni, come protezione dello status acquisito.  Spesso gli uomini di Scienza sono freddi intellettuali che non ammettono ciò che non possono misurare.  Il loro potere è dato dalla loro capacità di misurare i fenomeni e nel caso di causarli. Ciò che non possono misurare non sono in grado nemmeno di riprodurre, quindi è fuori dal loro controllo. I filosofi, spesso, sono più retori che veri filosofi. Non possedendo una vera capacità di penetrazione dell’idea divina, sostituiscono questa mancanza con l’argomentazione tratta da questo o quel filosofo antico, che se fosse vivo probabilmente li sconfesserebbe. I religiosi, teologi di qualsivoglia fede, sono poco inclini a mettere in dubbio le basi sulle quali la propria confessione basa il proprio potere sui fedeli. La storia è piena di trame ed intrighi fra le mura dei luoghi di culto.

 

Ma allora a chi è rivolta la possibilità di questa grandiosa riforma di Religione, Filosofia e Scienza?

 

La Fama lo dice chiaramente:

<<… a chi ama tanto l’inquietu­dine!>>

 

Chi è agitato da un’inquietudine interiore e non tenta di soffocarla, anzi, la coltiva perché riconosce da dove origini, costui o costei sono i destinatari di questa proposta di riforma interiore.

 

Loro potranno trovare l’armonia e concepire una Religione che sia una vera forma di riunificazione fra microcosmo e macrocosmo, fra l’Uomo originale e Dio.  Questi soli potranno sviluppare una Filosofia chiara e in armonia con la Vera Religione, che miri a fornire un orientamento razionale e morale per l’attuazione dei principi che in quest’ultima sono espressi. Da queste due prime attività ne nascerà una Scienza esatta, che spieghi i processi necessari per realizzare i postulati che la Filosofia ha individuato, al fine di rendere immanenti i principi che la Religione ha espresso.

 

<<Questo ritornello gli fu cantato anche da al­tre nazioni. Ed egli ne fu molto costernato poiché non se l’aspettava minimamente ed era, anzi, disposto a insegnare generosamente ai dotti tutte le sue arti, se solo si fossero sforzati di osar attingere da precisi e infallibili assiomi; al di là di tutte le facoltà, scienze e arti e dell’intera natura.

 

Sapeva, infatti, che, come in una sfera, questi assiomi erano orientati verso l’unico Centro e che, come era d’uso presso gli Arabi, essi dovevano servire da regola solo ai saggi, in modo che, anche in Europa,  potesse sorgere una società in possesso di oro e pietre preziose in abbondanza, a disposizione dei re.

 

Una società che s’incaricasse anche dell’educazione dei prìncipi, su tutto quanto Dio ha concesso all’uomo di conoscere, ed alla quale in caso di necessità essi si potessero rivolgere, come facevano i pagani con gli oracoli.>>

 

Nel passaggio della Fama appena letto, appare chiaro come il metodo antico per trasmettere gli insegnamenti, partendo da un gruppo di Saggi che consigliavano i Principi, che a loro volta dovevano guidare il popolo nella giusta direzione, non sia più praticabile.

 

Questo metodo fu praticato per migliaia di anni, ed è la ragione per la quale s’istituirono le diverse monarchie. La nobiltà, durante tali periodi, aveva ragion d’essere. Si diceva che i nobili fossero di “sangue blu”. Il sangue degli uomini è rosso, definire questa élite “sangue blu” significava dire che il loro sangue era diverso. Nell’antico testamento leggiamo che nel sangue si trova il segreto della vita, e questo significa che, qual è lo stato del sangue tale è quello della vita. Anche i Sacerdoti provenivano da precise famiglie o caste e i Saggi da Scuole, ove la disciplina non era adeguata a tutte le indoli ma ne richiedeva di specifiche.

 

Con il tempo la nobiltà divenne solo una questione di eredità e feudi, il sacerdozio, un mezzo per affermare un potere temporale sulle anime, tenute in scacco dalla paura per la punizione delle debolezze umane e la saggezza lasciò il posto alla fredda cultura.

 

In questa situazione il metodo tradizionale non poteva certo funzionare.

 

Buon Cammino!

Da Fez alla nascita della Fraternità (Parte 1)ultima modifica: 2012-12-04T14:13:40+01:00da cubica-rc
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