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Lug 25, 2015 - Confessio Fraternitatis, Fama Fraternitatis Rosae Crucis 1614, Fama Fraternitatis; Fratello C.R.C., Cristiano Ros    Commenti disabilitati su Segni nella Costellazione del Cigno

Segni nella Costellazione del Cigno

E’ del 23 luglio 2015 l’annuncio della scoperta di un pianeta, Kepler 452-b,  simile alla terra e che come la terra ruota attorno ad una stella simile al nostro Sole (anche se più grande). Questo pianeta e questa stella si trovano nella costellazione del Cigno.

E’ una singolare coincidenza che proprio nel 2015, a 400 anni dalla pubblicazione della Confessio Fraternitatis sia stata fatta una così importante scoperta nella costellazione del Cigno.

Nella Confessio Fraternitatis Fosse Crucis leggiamo <<Si, il Signore Dio ga già inviato alcuni Messaggeri, che dovrebbero testimoniare la sua VOLONTA’, vale a dire, alcune nuove stelle, che appaiono e sono viste nel firmamento in Serpentario e Cigno, il che significa e ed esse stesse lo fanno sapere a tutti, che sono Segni potenti di cose importanti. >.

Forse vale la pena di leggere e meditare quanto questo antico scritto possa, ancora oggi, insegnarci sotto più di un aspetto.

Buon Cammino

 

Feb 14, 2013 - Fama Fraternitatis Rosae Crucis 1614, Fama Fraternitatis; Fratello C.R.C., Cristiano Ros    Commenti disabilitati su La Luce dell’Anima, il Sestuplice Contratto e la prova degli Axiomata

La Luce dell’Anima, il Sestuplice Contratto e la prova degli Axiomata

Prosegue il commento alla Fama Fraternitatis…..

 

N.B.: Vi sono alcune traduzioni che quando si riferiscono a Fr. Cristiano Rosacroce a volte nel trascrivere i nomi puntati (es.: Fr. R.C) omettono una delle lettere puntate (es: Fr. R.C. al posto di Fr. C.R.C). I nomi puntati, citati nel post che segue, sono stati verificati su una scansione fotografica del testo originale. Questo perché in alcuni punti della Fama lo stesso nome viene puntato diversamente, per ragioni numeriche, e quindi una errata trascrizione ne falserebbe la possibile interpretazione aritmosofica e cabalistica.

La luce dell’anima e la prova degli Axiomata

 

Nella Fama è detto che se i Fratelli del passato avessero vissuto nella chiara dei tempi in cui gli autori del testo scrivevano, allora, sarebbero stati capaci di affrontare più efficacemente le obbiezioni, che la religione e la filosofia presentavano, verso le esigenze che l’Anima del cercatore della verità ha, nel suo processo di risveglio, ma che la teologia e la filosofia non possono soddisfare appieno.

 

La Luce dell’Anima è capace di svelare i misteri e di darne una comprensione concreta. Colui o colei che presenta la Verità scaturita da una tale comprensione non può essere messo alle strette da una Teologia o da una Filosofia che poggia solo sulla comprensione della coscienza ego.

 

Una vera trasformazione può avvenire solo sulla base di una collaborazione, di un dialogo, sulla base della Luce dell’Anima rinata, non dal conflitto o dalle rivalità.

 

<<Dal momento che, ora, questi otto Fratelli avevano disposto e ordinato tutte le cose in modo tale, che non c’era adesso alcun bisogno di nessun gran lavoro ulteriore, ed anche che tutti erano sufficientemente istruiti e perfettamente in grado di discorrere sulla filosofia segreta e manifesta, come all’inizio avevano già convenuto, non sarebbero rimasti più insieme, ma si sarebbero divisi in diversi paesi, perché non solo i loro Axiomata in segreto potessero essere più profondamente esaminati dai dotti, ma anche perché se essi stessi, in un paese o in un altro avessero osservato qualcosa, o percepito qualche errore, se ne sarebbero informati l’un l’altro.>

 

Quado il campo di una Scuola Spirituale autentica è formato, quando sia l’aspetto interiore sia quello esteriore sono stati approntati, questi si può aprire alla prova del mondo e se necessario il tiro deve essere corretto per poter operare in vera armonia con le possibilità cosmiche del momento. In queste prime fasi del lavoro è necessario sottomettere l’insegnamento all’esame <<dei dotti>>, ovvero, dei cercatori più ferventi e solo in un secondo tempo questi potrà essere offerto anche ai più timidi.

 

Il Sestuplice contratto

 

<<Convennero su questi punti:

 

   In primo luogo, che nessuno di loro professasse qualsiasi altra cosa che curare i malati, e questo gratuitamente.

 

   In secondo luogo nessuno dei posteri sarebbe stato costretto a indossare un determinato tipo di abito, ma in essa (n.d.t: la Fraternità) si sarebbe seguito il costume del paese.

 

   In terzo luogo, che ogni anno, nel giorno C., si sarebbero incontrati insieme nella dimora Sancti Spiritus, o avrebbero scritto la causa della propria assenza.

 

   In quarto luogo, ogni Fratello si sarebbe cercato una persona degna che, dopo la sua morte, potesse succedergli.

 

   In quinto luogo, la sigla RC sarebbe stata il loro sigillo, segno, e carattere.

 

   Sesto, La Fraternità sarebbe rimasta segreta per cento anni.>>

 

Un vero Fratello dell’Ordine accetta spontaneamente queste sei condizioni che si possono così tradurre:

 

1-   Offrire la cura per il male fondamentale dell’uomo, per quel male dal quale origina ogni altro male, ovvero, l’ignoranza di Dio e la vita in disarmonia con il Logos. Nulla può comprare questa cura, nessuna quantità di denaro è equiparabile al valore di tale medicamento. Per questo motivo esso può essere offerto solo gratuitamente.

 

2-    Per apportare la cura, ovvero, il cammino interiore ed esteriore che porta alla rigenerazione del microcosmo, danneggiato dalla caduta, è necessario parlare agli uomini con la lingua che possono comprendere. L’insegnamento deve quindi essere sempre adattato ai tempi ed ai luoghi nei quali deve agire. Se anche le più sublimi verità ci fossero, insegnate in una lingua a noi incomprensibile, quale ne sarebbe il giovamento per la nostra anima?

 

3-    I fratelli di un tale ordine testimoniano di farne parte perché s’incontrano nella Dimora Sancti Spiritus, ovvero, si trovano quali pietre viventi nel Campo di Forza di un tale Ordine o Scuola. Cosa significa una volta l’anno il giorno C.? Seguendo la stessa logica aritmosofica/cabalistica, utilizzata in precedenza, “il giorno C.” sarebbe il “Terzo Giorno”, ovvero, il giorno della risurrezione. A questo punto ci si potrebbe chiedere perché una volta l’anno. Un anno rappresenta un ciclo completo, e un ciclo ha un inizio ed una fine. L’inizio e la fine del ciclo alluso in questo punto è sempre il terzo giorno, in altre parole, quello della risurrezione, che quindi diviene uno stato permanente. Un Fratello che non si trova più in tale stato deve giustificarne il motivo, alla Fraternità ma soprattutto a sé stesso. Perdere un simile stato di grazia è un vero peccato (in tutti i sensi).

 

4-   Perché l’Opera della Fraternità possa continuare, a essere soccorrevole per l’umanità, non devono mancare Operai degni e capaci di proseguire il lavoro.

 

5-    La rosa che fiorisce sulla croce è il segno distintivo di un vero Fratello dell’ordine. Questa sigla è l’immagine del suo stato interiore ed esteriore. Il suo stato aurale, la rosa, e la sua personalità, la croce, sono i viventi testimoni della sua unione con lo Spirito. Spirito, anima e Corpo sono un tutt’uno in lui.

 

6-    Prima di potersi aprire al pubblico, una Scuola o Ordine di questo tipo deve aver costruito un solido nucleo perfettamente funzionante e resistente alle avversità del tempo in cui opera.  

 

<<Si giurarono l’un l’altro d’osservare i sei arti­coli e cinque dei fratelli partirono.  Solo i fratelli B. e D. rimasero per un anno con il Padre Fr. R.C. Quando anch’essi partirono, rimasero con lui suo cugino e Fr. I.O.,  cosicché ogni giorno della sua vita egli ebbe sempre con sé due fratelli.>>

 

Cinque sono i fluidi che compongono l’anima umana. Questi cinque fluidi devono essere purificati dal lavoro e dal confronto degli Axiomata, dell’insegnamento con la vita reale e le sue illusioni e sofferenze.

 

Il Padre e Fratello R.C., rimase sempre in compagnia di due altri confratelli. All’inizio rimasero con lui B e D, poi R.C  (suo cugino) e I.O.

 

1)    RC = 20 che ridotto da 2 (Spirito); B = 2 (Spirito); D=4(anima); la somma di RC+B+D = 26. 26 è il valore ghemmatrico del tetragramma YHWH. Inoltre se riduciamo il tutto otteniamo 8 (Spirito), che come visto rappresenta il Campo di forza di una scola o Ordine.

 

2)    (padre e fratello) RC = 20, quindi 2 (Spirito); (cugino)R.C. = 20 (Spirito), da cui 2; I.O = 23 da cui 5 (Spirito). La somma di RC+RC+IO = 63 che ridotto da 9 (Corpo).

 

Nel primo caso RC iene affiancato da B e D, quindi da 2 (Beth = casa) e 4 (Daleth = Porta) che cabalisticamente rappresentano la casa con la sua porta ed assieme danno 6 (Waw = gancio). In questa fase l’appello del padre deve essere trasmutato in una filosofia ed in una forza radiante, emessa dal Campo di Forza, capace di attrarre a sé coloro che hanno bisogno del suo aiuto.

 

Nel secondo caso vediamo, al fianco dei RC, suo cugino RC e IO. Quindi 20, kaph = palmo della mano, e 23 che nel modo più semplice si esprime come una Kaph seguita da una Gimel, che vale 3. In sostanza vediamo l’immagine di due palmi delle mani di cui uno esprime l’atto di donare, suggerendo così che l’altro prenda ciò che il primo dona. Inoltre la somma dei due da 43, che si esprimerebbe con una mem seguita una Gimel.

 

Nelle lingue semitiche la Mem è utilizzata come strumentale, ovvero, premessa alla radice di un’azione ne definisce il nome dello strumento utilizzato per compierla. Sembra suggerire che si tratti dello strumento necessario alla Fraternità per donare il suo supporto a tutti i seri cercatori. La riduzione è 7, il che riporta subito ai sette raggi dello Spirito con cui la Fraternità opera. In questa fase il Campo di Forza prende le forze del regno del Padre e le trasmuta in un qualcosa di accettabile ed applicabile dal cercatore dello Spirito. Il Campo gli offre i sette doni dello Spirito, i raggi dello Spirito Settemplice, assieme ai quali offre anche un metodo concreto per applicare questo settemplice aiuto.

 

Il brano termina dicendo che per tutta la vita Fratello RC fu attorniato da due confratelli. Questo indica che il Corpo Vivente di un tale Ordine o Scuola non è un qualcosa di cristallizzato, anzi, è in costante trasformazione. Questa trasformazione è un’evoluzione necessaria a tale Corpo Vivente per divenire una vera Arca capace di traghettare il vero cercatore fuori dalla prigionia di questa natura materiale caduta, che J.Boheme definirebbe figlia del Salnitro corrotto. Un autentico Corpo Vivente, fintanto che dovrà essere soccorrevole sul piano materiale dovrà sempre passare attraverso delle trasformazioni necessarie alla sua azione, tutte però avranno sempre come segno distintivo, la Rosa e la Croce (nel senso del quale abbiamo parlato poc’anzi), per questo motivo in tutte le possibili terne di Confratelli, Fratel RC è sempre presente.

 

Dic 10, 2012 - Fama Fraternitatis Rosae Crucis 1614, Fama Fraternitatis; Fratello C.R.C., Cristiano Ros    Commenti disabilitati su Da Fez alla nascita della Fraternità (Parte 2)

Da Fez alla nascita della Fraternità (Parte 2)

Paracelso

<<Dobbiamo, in verità, confessare che il mondo, gravi­do già allora di grandi sconvolgimenti, traversava i dolori del parto e generò eroi gloriosi e infaticabi­li che, squarciarono poderosamente tenebre e barbarie, lasciando a noi, più deboli, il compito di seguirli (n.d.t.: imitarli).

Essi sono stati, senza dubbio, il vertice del “Trigonum igneum”,  dal quale le fiamme si sprigione­ranno, ormai sempre più vivide, per suscitare l’ultimo incendio che consumerà il mondo.

Tale fu, per Vocazione e Chiamata, Paracelso, il quale, sebbene non sia entrato nella nostra Fraternità, lesse assiduamente il “Liber M” e seppe accendervi e arguirvi il suo ingegno.

Ma la ressa dei dotti e degli uomini fatui ostacolò il suo cammino e, di conseguenza, non poté mai esporre tranquillamente agli eruditi le sue meditazioni sulla natura, al punto che consacrò i suoi scritti più a deridere i curiosi che a mostrare pienamente il suo pensiero.

Certamente vediamo in lui, profondamente radicata, l’armonia di cui abbiamo parlato; ed egli ne avrebbe certamente fatto parte i dotti, se appena li avesse trovati più degni di un’arte superiore che inclini a sottili vessazioni.

Spese così il suo tempo in una vita libera e spensierata e lasciò il mondo alla stupidità dei suoi piaceri.>>

Questo brano parla di Paracelso e lo presenta come un eroe posto al vertice del Trigonum Igneum, del Triangolo di Fuoco.

Religione, Filosofia e Scienza sono i tre punti di un tale Triangolo macrocosmico, che nel microcosmo si rispecchiano in Cuore, Testa e Bacino, (Pensiero, Desiderio e Volontà).

 

In Paracelso la citata armonia era  << profondamente radicata >> ma non poté condividerla con i dotti perché non ne trovò alcuno degno di questi misteri. Questo passo della fama presenta il caso concreto di un Lavoratore nella Vigna del Signore che, seppur dotato di tutto il necessario, non trovò il terreno fertile per potervi impiantare una scuola di saggezza.

(fine seconda parte)

Dic 8, 2012 - Fama Fraternitatis Rosae Crucis 1614, Fama Fraternitatis; Fratello C.R.C., Cristiano Ros    Commenti disabilitati su Da Fez alla nascita della Fraternità (Parte 3)

Da Fez alla nascita della Fraternità (Parte 3)

 

La nascita della Fraternità della Rosacroce

 

<<Non dimentichiamo, però, il nostro amato padre, Fr. C.R.   che dopo molti e faticosi viaggi, per diffondere un verace insegnamento, spesso con pessimi risultati, ritornò in Germania, paese che (per via dei suoi imminenti cambiamenti e delle strane e pericolose contese) amava teneramente..>>

 

Il 31 ottobre 1517 Martin Lutero affisse sulla porta della cattedrale di Wittenberg le sue 95 tesi, inoltre nel 1534 uscì la prima Bibbia tradotta integralmente in Tedesco proprio da Lutero. Questi furono i prodromi della nascita di un approccio più diretto al Cristianesimo da parte di tutti. Prima di Lutero, infatti, la lettura della Bibbia era mediata dal clero, adesso sarebbe stata alla portata di tutti coloro che sapevano leggere. Sicuramente non tutto il popolo poteva permettersi l’istruzione necessaria a saper leggere o l’acquisto di una Bibbia, tuttavia almeno quelli che possedevano questi requisiti, avrebbero potuto studiare liberamente, e senza mediazioni, l’insegnamento cristiano.  

 

La naturale predisposizione alla religiosità del popolo tedesco e la nuova e stimolante atmosfera intellettuale e mistica del momento, erano la culla ideale per far nascere un movimento avente lo scopo di diffondersi rapidamente in tutta l’Europa del tempo.

 

 

 

<<Là, avrebbe potuto mettersi in luce con la sua arte e, in particolar modo, con la “transmutatio metallorum” (n.d.t: la trasmutazione dei metalli), tuttavia egli stimò che il cielo e i suoi abitanti, gli uomini, avessero (per lui) un’importanza molto più grande di ogni sfarzo e vana gloria.>>

 

Il vero operaio nella Vigna del Signore, è in grado di trasmutare i metalli, ovvero, di realizzare la Trasfigurazione. Ne conosce il processo e può realizzarlo in se stesso.  Un simile inviato antepone il bene per gli altri alla gloria personale. Lo scopo del lavoro di un simile operaio è di offrire quanto ha ricevuto da Dio, a tutti coloro che brancolano ancora nelle tenebre di questa natura. Egli sacrifica il suo tempo, i suoi sforzi e dedica tutto se stesso a questo lavoro di Salvezza.

 

<<Si costruì un’ampia dimora confortevole, dove meditò sui suoi viaggi e sulla sua filosofia, che condensò in un preciso memoriale.>>

 

Il primo passo per il lavoro di un inviato è di edificare una Scuola o un’Ordine, nel quale accogliere coloro che <<amano l’inquietudine>>.

 

Il secondo passo è tracciare le linee di una filosofia adeguata al momento, capace di essere una base di approfondimento per tutti i seri cercatori.

 

Un vero Inviato è un testimone e come tale può rendere testimonianza dei processi di cui parla, come CRC che ne realizzò <<un preciso memoriale>>.

 

<<Li, consacrò gran parte del suo tempo allo studio della matematica e costruì, “ex omnibus huius artis partibus” (originati dalle diverse parti dell’arte), numerosi begli strumenti, di cui tutta­via, ci rimane ben poco, come più avanti apparirà chiaramente più avanti.>>

 

Costruita la Scuola, tracciata la filosofia e testimoniata la concreta possibilità, è ora il momento di codificare un metodo concreto.

 

<<Cinque anni dopo, tornò a vagheggiare l’agognata riforma e, disperando dell’aiuto e del soste­gno di altri, decise ‑.essendo laborioso, alacre e infaticabile.‑ di tentarla lui stesso, assieme a pochi collaboratori.>>

 

Prima di poter aprire i battenti a un vasto numero di cercatori è necessario costruire un nucleo solido di persone adatte all’opera.

 

<<A tal fine, invitò tre fratelli del suo primo convento, Fr. G.V., Fr. I.A. e Fr. I.O., per i quali aveva un affetto particolare, e che avevano una conoscenza delle ar­ti superiore a quella allora usuale.   Fece contrarre con lui, da ciascuno dei tre, un solenne impegno d’essere fedeli, diligenti e silenziosi, e di trascrive­re scrupolosamente tutte le istruzioni che avrebbe dato loro, affinché i futuri membri che sarebbero stati ammessi nella Fraternità, grazie a una partico­lare rivelazione, non fossero ingannati nemmeno su una sillaba o parola.>>

 

Cosa rappresentano questi tre fratelli che CRC invitò?

 

Supponiamo che le lettere puntate non siano l’abbreviazione di nome e cognome, o di nomi mistici, ma cifre. Supponiamo, inoltre, che sia stato usato lo stesso schema di corrispondenza lettere / numeri usato nelle Nozze Alchemiche, per cifrare il nome della Vergine Alchimia.

 

Lettera

Valore numerico

a

1

b

2

c

3

d

4

e

5

f

6

g

7

h

8

I

9

k

10

l

11

m

12

n

13

o

14

p

15

q

16

r

17

s

18

t

19

u, v

20

x

21

y

22

z

23

 

In base a queste premesse vediamo cosa i tre nomi suggeriscono:

 

Fr. G.V.:

 

G=7 V=20 facciamo la riduzione teosofica della sigla GV, quindi 20+7= 27 da cui 2+7= 9, che quindi è la riduzione teosofica di 27.

 

Fr. I.A. :

 

I= 9 A=1 facciamo la riduzione teosofica della sigla IA, quindi 9+1 = 10 da cui 1+0 =1 , che quindi è la riduzione teosofica di 10.

 

Fr. I.O.:

 

I=9 O=14 facciamo la riduzione teosofica della sigla  IO, quindi 9+14 = 23 da cui 2+3= 5, che quindi è la riduzione teosofica di 14.

 

I numeri 9, 1 e 5 appartengono a tre diverse regioni:

 

N      Regione          In Microcosmo        Poteri          Punti Trigonum

 

9 => Materiale           => Corpo         =>Volontà          => Scienza

 

1 => Divina                => Anima         =>Desiderio       => Religione

 

5 => Spirituale           => Spirito         =>Pensiero         => Filosofia

 

Questi tre Fratelli rappresentano la vera conoscenza di Religione, Filosofia e Scienza, nonché del metodo di lavoro sui tre aspetti del microcosmo (Spirito, Anima e Corpo), che deve fare da base al nucleo iniziale di una Scuola od Ordine del tipo descritto.

 

Essi sono anche l’immagine dell’azione dei primi tre raggi dello Spirito Settemplice.

 

La testimonianza di una simile opera, se mantenuta la più pura possibile, è in grado di orientare i cercatori verso il solo cammino adeguato alla loro salvezza. Per questo motivo leggiamo che << Fece contrarre con lui, da ciascuno dei tre, un solenne impegno d’essere fedeli, diligenti e silenziosi, e di trascrive­re scrupolosamente tutte le istruzioni che avrebbe dato loro …>.

 

Nel brano leggiamo che in futuro i membri sarebbero stati ammessi grazie a <<una partico­lare rivelazione>>.

 

Cos’è questa <<partico­lare rivelazione>>?

 

Si tratta del riconoscimento interiore, che l’altro in noi fa, dell’autentico insegnamento, quando vi è confrontato.

 

<<Così cominciò la Fraternità della Rosacroce.    All’inizio erano solo in quattro, furono essi a creare la lingua e la scrittura magica, avente un vasto lessico, di cui ancora oggi ci serviamo a lode e gloria di Dio; e in cui troviamo una grande saggezza.    Essi composero, anche, la prima parte del Libro M.>>

 

I tre citati Fratelli, assieme a C.R.C. formano l’immagine del quadrato della costruzione. Nel quadrato tutti gli angoli sono “retti”, quindi le vie per il Signore sono raddrizzate.

 

 <<Ma, poiché questo lavoro diveniva sempre più pesante e l’incredibile affluenza di malati ne ostaco­lava il compimento, e la nuova dimora, detta  “Sancti Spiritus”, era ora terminata,  essi decisero di far entrare nel­la loro fraternità altre persone.

 

A tal fine furono scelti Fr. R.C.,  figlio del fratello del suo defunto padre, Fr. B., abile pittore, e i fratelli G.G. e P.D., loro segretari, tutti tedeschi eccetto I.A.

 

Erano dunque otto, tutti celibi e in voto di castità.>>

 

Prima di poter ammettere altri fratelli, prima di rendere attivi gli altri raggi dello Spirito Settemplice, un Campo adeguato << la dimora, detta “Sancti Spiritus”>> deve essere preparato.

 

A questo punto vediamo gli altri 4 fratelli alla luce della medesima analisi fatta per i primi tre:

 

1.     Fr. R.C.: R=17, C= 3 quindi 17+3 = 20 da cui 2+0 = 2

 

2.     Fr. B.: B=2

 

3.     Fr. G.G.:  G= 7, G= 7 quindi 7+7 = 14 da cui 1+4 = 5

 

4.     Fr. P.D.: P=15, D=4 quindi 15+4=19= 10 da cui 1+0=1

 

I numeri 5 e 2 (che compare 2 volte) appartengono alla regione Spirituale, mentre il numero 1 a quella Divina. Vediamo, qui, che ben tre Fratelli rimandano alla vita Spirituale e uno a quella Animica.

 

Essi sono anche l’immagine degli altri quattro raggi dello Spirito Settemplice.

 

I primi tre fratelli erano equamente suddivisi fra le tre regioni (spirituale, divina e materiale) mentre i successivi quattro si dividono in tre della regione Spirituale e uno di quella Divina.

 

Il punto di contatto fra queste due fasi di lavoro è sempre l’Anima, che però in questa fase deve accogliere lo Spirito, lo Sposo.

 

L’introduzione di questi quattro fratelli, ovvero, della possibilità di lavorare anche con i restanti quattro raggi, rende il Campo di un simile Ordine o Scuola, assolutamente completo in ogni sua parte.

 

Nel brano leggiamo che i fratelli intenti nell’opera << Erano dunque otto, tutti celibi e in voto di castità.>>.

 

Perché è importante notare che erano in otto?

 

Cosa ci vuole suggerire questa indicazione?

 

L’ottava delle lettere dell’alfabeto Ebraico è la Het che vale appunto 8. Il suo significato è “steccato” essa rappresenta il campo di forza di una Fraternità al servizio del Divino. Esso cinta e protegge chi ne fa parte. La parola Het in Ebraico è formata da He Yod Tet. La Yod è simbolo della potenza attiva di YHWH, mentre le due lettere He e Tet messe assieme formano la parola HaT che significa Terrore, Spavento.

 

Nel mezzo del terrificante turbinio della vita ordinaria fatta dall’alternarsi di gioie e dolori, felicità e ansia, Paura e coraggio ecc… un Simile campo di Forza protegge, chi ne partecipa, dall’influenza di un simile mondo decaduto.

 

Questa protezione, offre al partecipante uno spazio ove egli può lavorare alla rigenerazione del microcosmo che abita. Questo campo gli da anche il necessario nutrimento, affinché possa essere fortificato in vista di questo Santo lavoro. Ecco perché l’8 è il complemento a 10 del 2. Si noti anche che il tetragramma divino, ovvero il nome di Dio composto di quattro lettere YHWH ha valore 26. Yod = 10, He = 5, Waw = 6, He = 5. La riduzione teosofica di 26 è uguale a 8.

 

Se cerchiamo la radice essenziale del Tetragramma troviamo il numero 9, numero appartenente alla sfera materiale. Quindi possiamo dire che Dio stesso offre nutrimento e protezione ai partecipanti ad un simile Campo di Forza, poiché la sua manifestazione, rappresentata dal Tetragramma, è in grado d’afferrare la materia facendo da ponte fra la materia decaduta è il mondo divino. L’immagine geroglifica dei simboli arcaici in cui la lingua ebraica era scritta prima dell’introduzione del quadrato (vedi alfabeto fenicio) ci presenta una mano che apre una finestra (dalla quale può entrare il soffio divino) questa finestra una volta aperta non può essere richiusa, poiché il divino stesso la blocca aperta con una Wav come gancio.

 

<<Insieme, riunirono in un solo Libro o Volume tutto ciò che l’uomo può auspicare, desiderare e sperare.

 

Anche se possiamo liberamente confessare che il mondo è molto migliorato negli ultimi cento anni, siamo certi che i nostri “Axiomata” rimarranno inamovibili fino alla fine del mondo e che il mondo non vedrà nulla di più, nemmeno nel suo ultimo e supremo istante, perché le nostre “Rotae”  ebbero inizio il giorno in cui Dio pronunciò il  “Fiat”  e cesseranno quando dirà  “Pereat”.    Tuttavia l’orologio di Dio batte ogni minuto, mentre i nostri, scarsi, suonano appena le ore.>>

 

La scienza del lavoro con i Sette Raggi è << tutto ciò che l’uomo può auspicare, desiderare e sperare>> per condurre a buon fine il processo della Trasfigurazione. Questa Santa Legge è attiva dal giorno in cui l’umanità originale cadde dal suo stato divino e divenne prigioniera della materia e durerà sino a quando l’ultimo microcosmo, ancora in condizione d’essere salvato non lo sia realmente.

 

(fine terza e ultima parte)

 

Buon cammino!

 

Dic 4, 2012 - Fama Fraternitatis Rosae Crucis 1614, Fama Fraternitatis; Fratello C.R.C., Cristiano Ros    Commenti disabilitati su Da Fez alla nascita della Fraternità (Parte 1)

Da Fez alla nascita della Fraternità (Parte 1)

Proseguendo il commento alle pagine della Fama Fraternitatis RC, ne ho appena commentata una paginetta e mezzo e ne sono nati tre post, che però è meglio vedere come un unico commento diviso in tre parti. Per questo motivo ho dato un titolo generale che li raggruppa ed al quale aggiungerò (parte 1, 2 o 3) per identificare i tre post.

Inizio con il pubblicare il primo.

Presentazione delle scoperte ai dotti

 

<<… come in un seme è interamente contenuto l’albero, o il frutto, che felicemente appare al momento opportuno, l’insieme del vasto universo è contenuto nel microcosmo, nel “piccolo uomo”, in cui religione, politica, salute, membra, natura, parole e opere siano in armonia, condivisione e consonanza con Dio, con il Cielo e con la Terra.

 

Tutto ciò che è in dissonanza con questa tesi è errore, falsità, opera del demonio, il quale è il mezzo primo e la causa ultima della dissonanza, della cecità e della tenebra del mondo.    Sarebbe sufficiente esaminare oggettivamente gli uomini della terra e si constaterebbe, infatti, che i buoni e i giusti sono sempre in armonia con se stessi, mentre gli altri sono macchiati da ogni sorta di false opinioni.>>

 

Il saggio è sempre in armonia con sé stesso e quindi con gli altri, poiché nulla lo tocca. La sua certezza non è nel Mondo ma in Cristo, nel Divino in lui.  Uno dei nomi con i quali è conosciuto il principe di questo mondo caduto è Diavolo, che deriva dal latino Diabolus, ovvero il divisore. Un altro celebre appellativo per il demonio è Satana, che in ebraico significa Avversario. Lo spirito di divisione è l’avversario della vera saggezza della vera armonia dello stato di vita dell’uomo divino.

 

<<Due anni dopo, Fr. R.C. lasciò la città di Fez e si recò in Spagna portando con sé molte cose preziose;  poiché  dal suo viaggio aveva tratto così tanto profitto, sperava di vedere i dotti d’Europa accoglierlo con grande allegria e impostare, quindi, tutti i loro studi su solide basi.

 

Discusse con i dotti di Spagna sulle imperfezioni delle nostre arti e indicò come sopperirvi, da dove attingere i veri indizi dei secoli futuri e in che cosa dovevano concordare con i secoli passati, come riformare la Chiesa e tutta la filosofia morale.

 

Mostrò loro nuove piante, frutti e animali che non concordavano con leggi dell’antica filosofia e presentò loro nuovi assiomi che potevano risolvere tutto perfettamente.

 

Ma tutto ciò sembrò loro ridicolo e, di fronte alle novità, essi temettero che, dovendo rimetter­si allo studio e riconoscere annosi errori, ai quali erano ben abituati e da cui avevano tratto grandi benefici, il loro gran nome ne potesse soffrire.    Ad altri la riforma, a chi ama tanto l’inquietu­dine!>>

 

La vera conoscenza, di cui parla la Fama, è in grado di far concordare Religione, Filosofia e Scienza. Tuttavia molti, fra coloro che si possono definire “dotti” in tali settori, tendono ad arroccarsi sulle proprie posizioni, come protezione dello status acquisito.  Spesso gli uomini di Scienza sono freddi intellettuali che non ammettono ciò che non possono misurare.  Il loro potere è dato dalla loro capacità di misurare i fenomeni e nel caso di causarli. Ciò che non possono misurare non sono in grado nemmeno di riprodurre, quindi è fuori dal loro controllo. I filosofi, spesso, sono più retori che veri filosofi. Non possedendo una vera capacità di penetrazione dell’idea divina, sostituiscono questa mancanza con l’argomentazione tratta da questo o quel filosofo antico, che se fosse vivo probabilmente li sconfesserebbe. I religiosi, teologi di qualsivoglia fede, sono poco inclini a mettere in dubbio le basi sulle quali la propria confessione basa il proprio potere sui fedeli. La storia è piena di trame ed intrighi fra le mura dei luoghi di culto.

 

Ma allora a chi è rivolta la possibilità di questa grandiosa riforma di Religione, Filosofia e Scienza?

 

La Fama lo dice chiaramente:

<<… a chi ama tanto l’inquietu­dine!>>

 

Chi è agitato da un’inquietudine interiore e non tenta di soffocarla, anzi, la coltiva perché riconosce da dove origini, costui o costei sono i destinatari di questa proposta di riforma interiore.

 

Loro potranno trovare l’armonia e concepire una Religione che sia una vera forma di riunificazione fra microcosmo e macrocosmo, fra l’Uomo originale e Dio.  Questi soli potranno sviluppare una Filosofia chiara e in armonia con la Vera Religione, che miri a fornire un orientamento razionale e morale per l’attuazione dei principi che in quest’ultima sono espressi. Da queste due prime attività ne nascerà una Scienza esatta, che spieghi i processi necessari per realizzare i postulati che la Filosofia ha individuato, al fine di rendere immanenti i principi che la Religione ha espresso.

 

<<Questo ritornello gli fu cantato anche da al­tre nazioni. Ed egli ne fu molto costernato poiché non se l’aspettava minimamente ed era, anzi, disposto a insegnare generosamente ai dotti tutte le sue arti, se solo si fossero sforzati di osar attingere da precisi e infallibili assiomi; al di là di tutte le facoltà, scienze e arti e dell’intera natura.

 

Sapeva, infatti, che, come in una sfera, questi assiomi erano orientati verso l’unico Centro e che, come era d’uso presso gli Arabi, essi dovevano servire da regola solo ai saggi, in modo che, anche in Europa,  potesse sorgere una società in possesso di oro e pietre preziose in abbondanza, a disposizione dei re.

 

Una società che s’incaricasse anche dell’educazione dei prìncipi, su tutto quanto Dio ha concesso all’uomo di conoscere, ed alla quale in caso di necessità essi si potessero rivolgere, come facevano i pagani con gli oracoli.>>

 

Nel passaggio della Fama appena letto, appare chiaro come il metodo antico per trasmettere gli insegnamenti, partendo da un gruppo di Saggi che consigliavano i Principi, che a loro volta dovevano guidare il popolo nella giusta direzione, non sia più praticabile.

 

Questo metodo fu praticato per migliaia di anni, ed è la ragione per la quale s’istituirono le diverse monarchie. La nobiltà, durante tali periodi, aveva ragion d’essere. Si diceva che i nobili fossero di “sangue blu”. Il sangue degli uomini è rosso, definire questa élite “sangue blu” significava dire che il loro sangue era diverso. Nell’antico testamento leggiamo che nel sangue si trova il segreto della vita, e questo significa che, qual è lo stato del sangue tale è quello della vita. Anche i Sacerdoti provenivano da precise famiglie o caste e i Saggi da Scuole, ove la disciplina non era adeguata a tutte le indoli ma ne richiedeva di specifiche.

 

Con il tempo la nobiltà divenne solo una questione di eredità e feudi, il sacerdozio, un mezzo per affermare un potere temporale sulle anime, tenute in scacco dalla paura per la punizione delle debolezze umane e la saggezza lasciò il posto alla fredda cultura.

 

In questa situazione il metodo tradizionale non poteva certo funzionare.

 

Buon Cammino!

Un Lavoro di Gruppo sulle parole incise sull’Altare di Cristiano Rosacroce

Condivido il documento risultante da un lavoro di gruppo, fatto assieme al altri rosicruciani, appartenenti a diversi ordini o scuole, nel quale si è riflettuto e dialogato assieme sul tema in oggetto.

E’ stata una bella esperienza di lavoro e condivisione, fatto con la massima attenzione al testo originale.

Una particolare attenzione è stata posta nel rifersi alle prime stampe del documento e non alle successive ristampe e traduzioni che presentavano piccoli ma non insignificanti errori.

Anche i riferimenti alfabetici e numerali connessi, sono stati selezionati in base a criteri filologici.

Da questa base, il più possibile filologicamente corretta, si è partiti per analisi cabalistiche, aritmosofiche, simboliche, ermetiche etc… il tutto finalizzato, non alla speculazione filosofica o intellettuale ma, a mostrare delle linee guida per il lavoro quotidiano e reale di un rosicruciano e come queste fossero trasmesse all’epoca dei manifesti.  

Il testo è in lingua inglese, essendo il prodotto di un lavoro fatto in un forum, o lista che dir si voglia, internazionale.

Vi hanno partecipato persone che da parecchi anni sono impegnate nel loro percorso rosicruciano, qualcuno anche martinista.

E’ sta una esperienza di lavoro di gruppo molto interessante perchè nessuno ha cercato di far prevalere la propria opinione o di presentare come verità indiscutibile solo quella proveniente dal proprio ambiente rosicruciano.

Lo spirito è stato quello di condividere pensieri e riflessioni sentite e non dottrinali, provenienti più dalla propria comprensione che da una docetica specifica.

Ogni riflessione condivisa è servita a tutti i partecipanti come spunto per una personale riflessione e successivo scambio di idee o meglio di “sentire” fra tutti.

Quello che ci ha uniti, al dilà delle differenze di tradizione, non è stata la lettera ma lo spirito che sta dietro le lettere della Fama.

Ecco il link:

 

 http://rosacroce.myblog.it/files/The%20words%20engraved%20on%20the%20Altar%20into%20the%20C.R.C%20Tomb.pdf

 

Spero di aver fatto cosa gradita condividendo questo lavoro.

 

Buon Cammino!