Dic 5, 2011 - Fama Fraternitatis Rosae Crucis 1614    Commenti disabilitati su Fez, la Cabala e gli Abitanti Elementali

Fez, la Cabala e gli Abitanti Elementali

 

<<Traversò, poi, tutto il mar Mediterraneo, e giunse a Fez, di cui gli arabi gli avevano raccomandato la visita. Ed è una grande vergogna per noi che uomini così saggi, seppur così lontani fra loro, siano non solamente così uniti, ma siano anche così volonterosi e pronti ad comunicare agli altri i loro segreti insegnamenti.

Ogni anno gli arabi e africani s’interrogano assieme sulla loro rispettiva arte, e si domandano, reciprocamente, se sia stata fatta qualche nuova scoperta, o se l’esperienza abbia confutato le loro “rationes”.

In questo modo, ogni anno si scopre sempre qualcosa di nuovo che contribuisce al miglioramento nella loro matematica, fisica e magia (ed in queste ultime gli abitanti di Fez sono i più abili). Invece oggigiorno in Germania, ci sono uomini dotti, maghi, cabalisti, fisici, e filosofi, ma fra loro non esistono né amore né gentilezza; ed il gruppo più folto non dovrebbe pretendere per sé tutto il pascolo.

A Fez, egli, divenne familiare con quelle cose che si suol chiamare “Abitanti Elementali”, che gli rivelarono molti dei loro segreti. Anche noi tedeschi probabilmente potremmo raccogliere insieme molte conoscenze se solo regnasse fra noi la stessa unità, e avessimo un autentico desiderio di ricerca.

Di questi uomini di Fez vedeva spesso che la loro Magia non era affatto pura, e che la loro Cabala era contaminata dalla loro religione. Nonostante questo, egli imparò a servirsene in modo eccellente, e trovò basi ancora migliori per la sua Fede, in unione amorevole con l’Armonia del cosmo intero, e straordinariamente incarnata in tutte le epoche.

Là ebbe origine la bella associazione; perché come in ogni seme è contenuto un intero albero o frutto, così l’intero universo (Macrocosmo) è contenuto nel piccolo uomo (microcosmo), in cui religione, politica, salute, membra, natura, linguaggio, parole e opere, sono in accordo, condivisione, e armonia con Dio, con Cielo e con la Terra.>>

 

All’inizio di questo commento vorrei premettere che vedremo sette immagini che il nome Fez suggerisce. Alcune come premessa ed altre durante il commento del testo.

 

1)    La pienezza della Trinità divina, dl Triangolo di Fuoco di Dio.

 

 

2)    Il processo d’assimilazione degli alimenti santi.

 

 

3)    Il dominio nel quale si esprime l’insegnamento, ovvero, quello dello zodiaco solare, dei 12 eoni.  

 

 

4)    La parola divina come fattore di discernimento fra luce e tenebra.

 

 

5)    Il potere, per discernere ed agire, come spada a doppio taglio.

 

 

6)    La parola espressa secondo una giusta volontà.

 

 

7)    Il Peccato Originale, ovvero la Caduta.

 

Dopo la tappa in Egitto, della quale abbiamo parlato nel precedente post, vediamo Fratello Cristiano Rosacroce dirigersi verso Fez.

 

Con tale nome s’indicava, in Europa, la mitica patria dalla quale provenivano gli insegnamenti cabalistici. Gershom Scholem nel suo “La Cabala” scrive: <<Inoltre, sappiamo che vi fu una considerevole attività cabalistica in Marocco. Zeror ha-Mor (1523) di Abraham Sabba, scritto tra il 1498 e il 1501 a Fez, divenne un classico dell’esegesi cabalistica della Torah.>>

 

La fama continua a narrarci le avventure di Fratello Cristiano Rosacroce:

 

<<Traversò, poi, tutto il mar Mediterraneo, e giunse a Fez, di cui gli arabi gli avevano raccomandato la visita. Ed è una grande vergogna per noi che uomini così saggi, seppur così lontani fra loro, siano non solamente così uniti, ma siano anche così volonterosi e pronti ad comunicare agli altri i loro segreti insegnamenti.>>.

 

Attualmente si identifica Fez son la Fas فاس che si trova in Marocco. La grafia araba del none è composta da una Fa, una Alif per la E lunga (solo per rendere l’idea poiché in Arabo le vocali sono solo tre A, U , I) e una Sin.

 

Per rendere il medesimo nome in ebraico si userebbe la Pe, la Aleph per la E lunga e la Sin. Pe significa “bocca”, Aleph “bue” e Sin (o Shin) “denti”. Tuttavia poiché la Pe subisce una spirantizzazione, e quindi si legge F e non P, solo se preceduta da vocale, in realtà si potrebbe rendere solo Pez e non Fez, a meno di non supporre un’allusione ad una vocale pregressa retta da una mater lectionis, che però non compare, che è invisibile. Ad esempio una Aleph, che regge un Patah, quindi una A lunga. Questa Aleph, invisibile, è l’Uno è Dio stesso. Quindi poiché dietro all’Insegnamento al quale tutto lo scritto allude c’è la mano di Dio, da ora in avanti leggeremo Fes e non Pes, e a seguire FeZ (quando vedremo altre grafie per rendere Fez) e non PeZ.     

 

Ma cosa indica Fes?  

 

La Aleph è simbolo dell’aria  e della volontà, mentre la Shin lo è del fuoco. Sono due delle tre lettere madri. Il fuoco Shin senza l’aria Aleph non può sussistere.

 

Anche la Parola che si esprime attraverso la bocca Pe non può sussistere senza l’aria Aleph.

 

Vediamo così come la Aleph sia il fattore comune che sorregge le altre due lettere che stanno alla sua sinistra Shin e alla sua destra Pe.

 

La Aleph, inoltre è la lettera che esprime l’unità e quindi Dio. Quindi nel mezzo si trova Dio, in quanto unità, quindi il Padre, ed alla sua destra la bocca, ovvero l’organo con in quale esprimere la Parola, il frutto di quanto si è concepito, quindi il Figlio mentre alla sua sinistra il Fuoco, lo Spirito.

 

1)    Quindi un primo significato è la pienezza della Trinità divina, dl Triangolo di Fuoco di Dio.

 

Vediamo ora come anche nei processi naturali la Pe e la Shin lavorino assieme. Nel processo digestivo la bocca Pe, serve a introdurre gli alimenti che grazie alla masticazione Shin sono trasformati per essere digeriti e quindi assimilati.

 

2)    Quindi un’altra immagine che si presenta ai nostri occhi è quella del necessario processo d’assimilazione degli alimenti.

 

Quali alimenti l’Iniziato deve assimilare?

 

Si tratta degli alimenti santi che, dal Regno di Dio, gli sono offerti per poter nutrire la sua parte spirituale e sostentarlo nel lavoro di resa di sé e di nascita e crescita della Nuova Anima.

 

Il valore numerico di Fez è Pe(80) + Aleph(1) + Shin(300) = 381 da cui 3+8+1=12.

 

3)    12 è l’immagine del dominio nel quale si esprime l’insegnamento, ovvero, quello dello zodiaco solare, dei 12 eoni. Poiché per raggiungere l’uomo caduto esse deve scendere sin nel dominio materiale che l’uomo abita come schiavo delle forze dei 12 eoni della natura della morte.  

 

Abbiamo detto che grazie alla bocca Pe ed all’aria Aleph è possibile emettere suoni. Nel processo di emissione di alcuni suoni i denti sono fondamentali. Per esempio i denti sono necessari per pronunciare la Tzade, il cui significato è “giusto” ma anche “lato”, su questa lettera torneremo più avanti.

 

Un’altra interessante osservazione viene da una differente grafia ebraica che renderebbe il suono “PeZ” (oppure “FeZ”,con una E breve, solo se consideriamo la Aleph sottesa come mater lectionis di una A lunga, idealmente anteposta alla Pe). In questo caso si tratterebbe di una radice bilittera formata dalla Pe e dalla Zayin פז. Questa radice, PaZ, in ebraico biblico significa oro puro o finemente raffinato.

 

4)    Appare, qui, l’immagine della parola divina che splende come oro finemente raffinato e che come spada (a doppio taglio) è in grado di separare il puro dall’impuro.

 

Il nome della lettera Zayin significa “Arma”, la sua forma ricorda, infatti, una spada. Gesù disse di non essere venuto a portare la Pace ma la Spada. Abbiamo quindi la bocca Pe e la spada Zayin. Questa immagine ci ricorda l’angelo dell’apocalisse, che Giovanni vide nella sua visione.

 

Questa Spada deve essere intesa come un Potere, una possibilità. Essa, però, come ci mostra l’Apocalisse, è a doppio taglio.

 

5)    Vediamo, qui, l’immagine di un potere, grazie al quale discernere ed agire. Questo potere, però, se usato impropriamente non è motivo di salvezza ma causa di condanna.

 

A questo proposito nella prima lettera ai Corinzi leggiamo:

 

<<26 Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finché egli venga. 27 Perciò chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del Signore, sarà reo del corpo e del sangue del Signore. 28 Ciascuno, pertanto, esamini se stesso e poi mangi di questo pane e beva di questo calice; 29 perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna. 30 È per questo che tra voi ci sono molti ammalati e infermi, e un buon numero sono morti>>.

 

Torniamo adesso alla Fama.

 

<<Ogni anno gli arabi e africani s’interrogano assieme sulla loro rispettiva arte, e si domandano, reciprocamente, se sia stata fatta qualche nuova scoperta, o se l’esperienza abbia confutato le loro “rationes”. In questo modo, ogni anno si scopre sempre qualcosa di nuovo che contribuisce al miglioramento nella loro matematica, fisica e magia (ed in queste ultime gli abitanti di Fez sono i più abili). >>

 

Gli Iniziati ai Misteri non sono arroccati sulle loro posizioni ed hanno imparato a mettere sempre in dubbio sia se stessi sia le loro “rationes”, ovvero, i principi così come li hanno compresi, sui quali basano sia il loro lavoro su se stessi sia quello in favore degli altri. La loro esperienza è la prova della validità o meno di dette “rationes”. Essi le presentano ad altri che come loro si trovano sul cammino, perché dal lavoro di gruppo possa nascere la possibilità di una comprensione, posta su di una spirale superiore.

 

<<Invece oggigiorno in Germania, ci sono uomini dotti, maghi, cabalisti, fisici, e filosofi, ma fra loro non esistono né amore né gentilezza; ed il gruppo più folto non dovrebbe pretendere per sé tutto il pascolo.>>

 

I veri Iniziati non temono il confronto fra loro questo può essere solo occasione di crescita, se nessuno ha altro scopo che condividere il proprio sapere senza pretendere che venga accolto come la verità ultima da adottare da parte di tutti.

 

<<A Fez, egli, divenne familiare con quelle cose che si suol chiamare “Abitanti Elementali”, che gli rivelarono molti dei loro segreti. Anche noi tedeschi probabilmente potremmo raccogliere insieme molte conoscenze se solo regnasse fra noi la stessa unità, e avessimo un autentico desiderio di ricerca.>>

 

Chi sono gli “Abitanti elementali”?  Si tratta di formazioni magnetiche presenti nel Campo Aurale e dalle quali originano le radici di nostri comportamenti. Persino la coscienza biologica comune (il fuoco della coscienza), non è altro che il risultato dell’aggregazione di una certa quantità di “salamandre” ovvero elementali del fuoco.

 

L’iniziato deve pervenire a distinguere l’operato si questi “elementali” presenti nel suo campo di respirazione, nella sua sfera aurale.

 

Il più forte e più influente degli elementali che l’uomo porta nel proprio sistema è il cosiddetto “Guardiano della Soglia”.

 

È l’uomo stesso a portare ad esistenza gli elementali che successivamente lo domineranno.

 

Un pensiero nasce, la coscienza vi fissa la propria attenzione, comincia poi a manifestarsi una certa attività del desiderio, relativa al pensiero. La cosa, pensata e desiderata, orienta la volontà verso la realizzazione. La volontà, poi, spinge all’azione. La parola con la quale esprimiamo ciò che pensiamo, desideriamo e vogliamo, dinamizza e fissa la creazione sottile, che abbiamo inconsapevolmente formato, nel nostro Campo di Respirazione.

 

Questa creazione è stata formata con gli eteri provenienti dal pensiero, dal desiderio e dalla dinamizzazione della volontà. Questa nuvola di eteri concentrati, man mano che è alimentata, diviene sempre più autocosciente sino a sfuggire all’inconsapevole controllo del suo creatore e a dominarlo, agendo sui suoi corpi sottili. L’elementale così creato spinge ora il suo creatore a nutrirlo costantemente con lo stesso alimento eterico che lo ha portato alla nascita. Come nell’uomo l’istinto di conservazione è molto forte, così anche nelle sue creature.

 

Ecco perché l’uomo è vittima dei propri stessi poteri.

 

L’uomo ha il potere di far nascere gli elementali ma ha anche quello di smettere di dar loro alimento. Questo processo, spesso causa sofferenza, ma quando ci si libera della nefasta influenza di un elementale, della nostra sfera aurale, parecchie tensioni e difficoltà spariscono.

 

Non è però nei poteri dell’io l’annientare tali forme pensiero, attorno alle quali si sono concentrate grandi quantità di eteri e che sono, in un certo senso, autocoscienti.

 

Alla coscienza di un Iniziato, però, sono forniti nuovi strumenti e una forza soccorrevole, con l’aiuto dei quali questi fantasmi della sfera aurale possono essere vinti definitivamente.

 

<<Di questi uomini di Fez vedeva spesso che la loro Magia non era affatto pura, e che la loro Cabala era contaminata dalla loro religione. Nonostante questo, egli imparò a servirsene in modo eccellente, e trovò basi ancora migliori per la sua Fede, in unione amorevole con l’Armonia del cosmo intero, e straordinariamente incarnata in tutte le epoche.>>

 

6)    La Tzade, è la lettera che sostituendosi alla Sin, nel nome Fas, consente di pronunciare il nome Fez פאצ. Con questa grafia l’immagine che se ne ricava è quella della parola espressa secondo una giusta volontà. Una volontà che si trova dal lato giusto. 

 

Tuttavia tutto ciò che è Giusto, quando deve esprimersi con i mezzi di questa natura, non può che subire delle contaminazioni, infatti, il valore numerico di Fez è Pe(80) + Aleph(1) + Tzade(7) = 88. Questo numero potrebbe essere scritto con Pe(bocca) + Heth(peccato), E formano la parola Pach che significa sorgente di calamità.

 

7)    Quindi, un’altra immagine che la parola Fez evoca davanti ai nostri occhi è quella del Peccato Originale, ovvero della caduta. Dello stato d’essere proprio di questa natura della morte, e che tende a distorcere e ad ostacolare l’insegnamento.  

 

Nonostante tutti i tentativi di contaminazione che la natura caduta farà per deformare l’insegnamento, dietro alla sua manifestazione, ci sarà sempre la perfezione divina. Infatti Pe(80) + Heth(8) danno 88 e 8+8 = 16, da cui 1+6 = 7, numero che indica la perfezione di Dio. La lettera che ha valore 7 è la Zayin, che abbiamo visto prima in un’altra possibile grafia (con radice bilittera) per Fez.

 

Finché la manifestazione dell’insegnamento risponderà a dei criteri minimi, indispensabili, tale perfezione non l’abbandonerà e cercherà sempre di rimediare ai danni che la natura farà al santo lavoro.

 

L’iniziato che sa vedere oltre i veli che ricoprono l’insegnamento, è in grado di esprimere uno stato d’essere coerente con la parola Fez, ovvero uno stato di armonia fra la sua personalità materiale, divenuta uno strumento al servizio del divino, ed il divino stesso. Egli diviene così un essere nel quale l’universo si specchia, un microcosmo che è perfetta immagine del Macrocosmo. Così di lui può essere detto “Come in alto così in basso”.

 

A questo proposito nella Fama leggiamo:

 

<<Là ebbe origine la bella associazione; perché come in ogni seme è contenuto un intero albero o frutto, così l’intero universo (Macrocosmo) è contenuto nel piccolo uomo (microcosmo), in cui religione, politica, salute, membra, natura, linguaggio, parole e opere, sono in accordo, condivisione, e armonia con Dio, con Cielo e con la Terra.>>

 

Buon cammino!

 

Fez, la Cabala e gli Abitanti Elementaliultima modifica: 2011-12-05T16:00:00+01:00da cubica-rc
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