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Dic 5, 2011 - Fama Fraternitatis Rosae Crucis 1614    Commenti disabilitati su Fez, la Cabala e gli Abitanti Elementali

Fez, la Cabala e gli Abitanti Elementali

 

<<Traversò, poi, tutto il mar Mediterraneo, e giunse a Fez, di cui gli arabi gli avevano raccomandato la visita. Ed è una grande vergogna per noi che uomini così saggi, seppur così lontani fra loro, siano non solamente così uniti, ma siano anche così volonterosi e pronti ad comunicare agli altri i loro segreti insegnamenti.

Ogni anno gli arabi e africani s’interrogano assieme sulla loro rispettiva arte, e si domandano, reciprocamente, se sia stata fatta qualche nuova scoperta, o se l’esperienza abbia confutato le loro “rationes”.

In questo modo, ogni anno si scopre sempre qualcosa di nuovo che contribuisce al miglioramento nella loro matematica, fisica e magia (ed in queste ultime gli abitanti di Fez sono i più abili). Invece oggigiorno in Germania, ci sono uomini dotti, maghi, cabalisti, fisici, e filosofi, ma fra loro non esistono né amore né gentilezza; ed il gruppo più folto non dovrebbe pretendere per sé tutto il pascolo.

A Fez, egli, divenne familiare con quelle cose che si suol chiamare “Abitanti Elementali”, che gli rivelarono molti dei loro segreti. Anche noi tedeschi probabilmente potremmo raccogliere insieme molte conoscenze se solo regnasse fra noi la stessa unità, e avessimo un autentico desiderio di ricerca.

Di questi uomini di Fez vedeva spesso che la loro Magia non era affatto pura, e che la loro Cabala era contaminata dalla loro religione. Nonostante questo, egli imparò a servirsene in modo eccellente, e trovò basi ancora migliori per la sua Fede, in unione amorevole con l’Armonia del cosmo intero, e straordinariamente incarnata in tutte le epoche.

Là ebbe origine la bella associazione; perché come in ogni seme è contenuto un intero albero o frutto, così l’intero universo (Macrocosmo) è contenuto nel piccolo uomo (microcosmo), in cui religione, politica, salute, membra, natura, linguaggio, parole e opere, sono in accordo, condivisione, e armonia con Dio, con Cielo e con la Terra.>>

 

All’inizio di questo commento vorrei premettere che vedremo sette immagini che il nome Fez suggerisce. Alcune come premessa ed altre durante il commento del testo.

 

1)    La pienezza della Trinità divina, dl Triangolo di Fuoco di Dio.

 

 

2)    Il processo d’assimilazione degli alimenti santi.

 

 

3)    Il dominio nel quale si esprime l’insegnamento, ovvero, quello dello zodiaco solare, dei 12 eoni.  

 

 

4)    La parola divina come fattore di discernimento fra luce e tenebra.

 

 

5)    Il potere, per discernere ed agire, come spada a doppio taglio.

 

 

6)    La parola espressa secondo una giusta volontà.

 

 

7)    Il Peccato Originale, ovvero la Caduta.

 

Dopo la tappa in Egitto, della quale abbiamo parlato nel precedente post, vediamo Fratello Cristiano Rosacroce dirigersi verso Fez.

 

Con tale nome s’indicava, in Europa, la mitica patria dalla quale provenivano gli insegnamenti cabalistici. Gershom Scholem nel suo “La Cabala” scrive: <<Inoltre, sappiamo che vi fu una considerevole attività cabalistica in Marocco. Zeror ha-Mor (1523) di Abraham Sabba, scritto tra il 1498 e il 1501 a Fez, divenne un classico dell’esegesi cabalistica della Torah.>>

 

La fama continua a narrarci le avventure di Fratello Cristiano Rosacroce:

 

<<Traversò, poi, tutto il mar Mediterraneo, e giunse a Fez, di cui gli arabi gli avevano raccomandato la visita. Ed è una grande vergogna per noi che uomini così saggi, seppur così lontani fra loro, siano non solamente così uniti, ma siano anche così volonterosi e pronti ad comunicare agli altri i loro segreti insegnamenti.>>.

 

Attualmente si identifica Fez son la Fas فاس che si trova in Marocco. La grafia araba del none è composta da una Fa, una Alif per la E lunga (solo per rendere l’idea poiché in Arabo le vocali sono solo tre A, U , I) e una Sin.

 

Per rendere il medesimo nome in ebraico si userebbe la Pe, la Aleph per la E lunga e la Sin. Pe significa “bocca”, Aleph “bue” e Sin (o Shin) “denti”. Tuttavia poiché la Pe subisce una spirantizzazione, e quindi si legge F e non P, solo se preceduta da vocale, in realtà si potrebbe rendere solo Pez e non Fez, a meno di non supporre un’allusione ad una vocale pregressa retta da una mater lectionis, che però non compare, che è invisibile. Ad esempio una Aleph, che regge un Patah, quindi una A lunga. Questa Aleph, invisibile, è l’Uno è Dio stesso. Quindi poiché dietro all’Insegnamento al quale tutto lo scritto allude c’è la mano di Dio, da ora in avanti leggeremo Fes e non Pes, e a seguire FeZ (quando vedremo altre grafie per rendere Fez) e non PeZ.     

 

Ma cosa indica Fes?  

 

La Aleph è simbolo dell’aria  e della volontà, mentre la Shin lo è del fuoco. Sono due delle tre lettere madri. Il fuoco Shin senza l’aria Aleph non può sussistere.

 

Anche la Parola che si esprime attraverso la bocca Pe non può sussistere senza l’aria Aleph.

 

Vediamo così come la Aleph sia il fattore comune che sorregge le altre due lettere che stanno alla sua sinistra Shin e alla sua destra Pe.

 

La Aleph, inoltre è la lettera che esprime l’unità e quindi Dio. Quindi nel mezzo si trova Dio, in quanto unità, quindi il Padre, ed alla sua destra la bocca, ovvero l’organo con in quale esprimere la Parola, il frutto di quanto si è concepito, quindi il Figlio mentre alla sua sinistra il Fuoco, lo Spirito.

 

1)    Quindi un primo significato è la pienezza della Trinità divina, dl Triangolo di Fuoco di Dio.

 

Vediamo ora come anche nei processi naturali la Pe e la Shin lavorino assieme. Nel processo digestivo la bocca Pe, serve a introdurre gli alimenti che grazie alla masticazione Shin sono trasformati per essere digeriti e quindi assimilati.

 

2)    Quindi un’altra immagine che si presenta ai nostri occhi è quella del necessario processo d’assimilazione degli alimenti.

 

Quali alimenti l’Iniziato deve assimilare?

 

Si tratta degli alimenti santi che, dal Regno di Dio, gli sono offerti per poter nutrire la sua parte spirituale e sostentarlo nel lavoro di resa di sé e di nascita e crescita della Nuova Anima.

 

Il valore numerico di Fez è Pe(80) + Aleph(1) + Shin(300) = 381 da cui 3+8+1=12.

 

3)    12 è l’immagine del dominio nel quale si esprime l’insegnamento, ovvero, quello dello zodiaco solare, dei 12 eoni. Poiché per raggiungere l’uomo caduto esse deve scendere sin nel dominio materiale che l’uomo abita come schiavo delle forze dei 12 eoni della natura della morte.  

 

Abbiamo detto che grazie alla bocca Pe ed all’aria Aleph è possibile emettere suoni. Nel processo di emissione di alcuni suoni i denti sono fondamentali. Per esempio i denti sono necessari per pronunciare la Tzade, il cui significato è “giusto” ma anche “lato”, su questa lettera torneremo più avanti.

 

Un’altra interessante osservazione viene da una differente grafia ebraica che renderebbe il suono “PeZ” (oppure “FeZ”,con una E breve, solo se consideriamo la Aleph sottesa come mater lectionis di una A lunga, idealmente anteposta alla Pe). In questo caso si tratterebbe di una radice bilittera formata dalla Pe e dalla Zayin פז. Questa radice, PaZ, in ebraico biblico significa oro puro o finemente raffinato.

 

4)    Appare, qui, l’immagine della parola divina che splende come oro finemente raffinato e che come spada (a doppio taglio) è in grado di separare il puro dall’impuro.

 

Il nome della lettera Zayin significa “Arma”, la sua forma ricorda, infatti, una spada. Gesù disse di non essere venuto a portare la Pace ma la Spada. Abbiamo quindi la bocca Pe e la spada Zayin. Questa immagine ci ricorda l’angelo dell’apocalisse, che Giovanni vide nella sua visione.

 

Questa Spada deve essere intesa come un Potere, una possibilità. Essa, però, come ci mostra l’Apocalisse, è a doppio taglio.

 

5)    Vediamo, qui, l’immagine di un potere, grazie al quale discernere ed agire. Questo potere, però, se usato impropriamente non è motivo di salvezza ma causa di condanna.

 

A questo proposito nella prima lettera ai Corinzi leggiamo:

 

<<26 Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finché egli venga. 27 Perciò chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del Signore, sarà reo del corpo e del sangue del Signore. 28 Ciascuno, pertanto, esamini se stesso e poi mangi di questo pane e beva di questo calice; 29 perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna. 30 È per questo che tra voi ci sono molti ammalati e infermi, e un buon numero sono morti>>.

 

Torniamo adesso alla Fama.

 

<<Ogni anno gli arabi e africani s’interrogano assieme sulla loro rispettiva arte, e si domandano, reciprocamente, se sia stata fatta qualche nuova scoperta, o se l’esperienza abbia confutato le loro “rationes”. In questo modo, ogni anno si scopre sempre qualcosa di nuovo che contribuisce al miglioramento nella loro matematica, fisica e magia (ed in queste ultime gli abitanti di Fez sono i più abili). >>

 

Gli Iniziati ai Misteri non sono arroccati sulle loro posizioni ed hanno imparato a mettere sempre in dubbio sia se stessi sia le loro “rationes”, ovvero, i principi così come li hanno compresi, sui quali basano sia il loro lavoro su se stessi sia quello in favore degli altri. La loro esperienza è la prova della validità o meno di dette “rationes”. Essi le presentano ad altri che come loro si trovano sul cammino, perché dal lavoro di gruppo possa nascere la possibilità di una comprensione, posta su di una spirale superiore.

 

<<Invece oggigiorno in Germania, ci sono uomini dotti, maghi, cabalisti, fisici, e filosofi, ma fra loro non esistono né amore né gentilezza; ed il gruppo più folto non dovrebbe pretendere per sé tutto il pascolo.>>

 

I veri Iniziati non temono il confronto fra loro questo può essere solo occasione di crescita, se nessuno ha altro scopo che condividere il proprio sapere senza pretendere che venga accolto come la verità ultima da adottare da parte di tutti.

 

<<A Fez, egli, divenne familiare con quelle cose che si suol chiamare “Abitanti Elementali”, che gli rivelarono molti dei loro segreti. Anche noi tedeschi probabilmente potremmo raccogliere insieme molte conoscenze se solo regnasse fra noi la stessa unità, e avessimo un autentico desiderio di ricerca.>>

 

Chi sono gli “Abitanti elementali”?  Si tratta di formazioni magnetiche presenti nel Campo Aurale e dalle quali originano le radici di nostri comportamenti. Persino la coscienza biologica comune (il fuoco della coscienza), non è altro che il risultato dell’aggregazione di una certa quantità di “salamandre” ovvero elementali del fuoco.

 

L’iniziato deve pervenire a distinguere l’operato si questi “elementali” presenti nel suo campo di respirazione, nella sua sfera aurale.

 

Il più forte e più influente degli elementali che l’uomo porta nel proprio sistema è il cosiddetto “Guardiano della Soglia”.

 

È l’uomo stesso a portare ad esistenza gli elementali che successivamente lo domineranno.

 

Un pensiero nasce, la coscienza vi fissa la propria attenzione, comincia poi a manifestarsi una certa attività del desiderio, relativa al pensiero. La cosa, pensata e desiderata, orienta la volontà verso la realizzazione. La volontà, poi, spinge all’azione. La parola con la quale esprimiamo ciò che pensiamo, desideriamo e vogliamo, dinamizza e fissa la creazione sottile, che abbiamo inconsapevolmente formato, nel nostro Campo di Respirazione.

 

Questa creazione è stata formata con gli eteri provenienti dal pensiero, dal desiderio e dalla dinamizzazione della volontà. Questa nuvola di eteri concentrati, man mano che è alimentata, diviene sempre più autocosciente sino a sfuggire all’inconsapevole controllo del suo creatore e a dominarlo, agendo sui suoi corpi sottili. L’elementale così creato spinge ora il suo creatore a nutrirlo costantemente con lo stesso alimento eterico che lo ha portato alla nascita. Come nell’uomo l’istinto di conservazione è molto forte, così anche nelle sue creature.

 

Ecco perché l’uomo è vittima dei propri stessi poteri.

 

L’uomo ha il potere di far nascere gli elementali ma ha anche quello di smettere di dar loro alimento. Questo processo, spesso causa sofferenza, ma quando ci si libera della nefasta influenza di un elementale, della nostra sfera aurale, parecchie tensioni e difficoltà spariscono.

 

Non è però nei poteri dell’io l’annientare tali forme pensiero, attorno alle quali si sono concentrate grandi quantità di eteri e che sono, in un certo senso, autocoscienti.

 

Alla coscienza di un Iniziato, però, sono forniti nuovi strumenti e una forza soccorrevole, con l’aiuto dei quali questi fantasmi della sfera aurale possono essere vinti definitivamente.

 

<<Di questi uomini di Fez vedeva spesso che la loro Magia non era affatto pura, e che la loro Cabala era contaminata dalla loro religione. Nonostante questo, egli imparò a servirsene in modo eccellente, e trovò basi ancora migliori per la sua Fede, in unione amorevole con l’Armonia del cosmo intero, e straordinariamente incarnata in tutte le epoche.>>

 

6)    La Tzade, è la lettera che sostituendosi alla Sin, nel nome Fas, consente di pronunciare il nome Fez פאצ. Con questa grafia l’immagine che se ne ricava è quella della parola espressa secondo una giusta volontà. Una volontà che si trova dal lato giusto. 

 

Tuttavia tutto ciò che è Giusto, quando deve esprimersi con i mezzi di questa natura, non può che subire delle contaminazioni, infatti, il valore numerico di Fez è Pe(80) + Aleph(1) + Tzade(7) = 88. Questo numero potrebbe essere scritto con Pe(bocca) + Heth(peccato), E formano la parola Pach che significa sorgente di calamità.

 

7)    Quindi, un’altra immagine che la parola Fez evoca davanti ai nostri occhi è quella del Peccato Originale, ovvero della caduta. Dello stato d’essere proprio di questa natura della morte, e che tende a distorcere e ad ostacolare l’insegnamento.  

 

Nonostante tutti i tentativi di contaminazione che la natura caduta farà per deformare l’insegnamento, dietro alla sua manifestazione, ci sarà sempre la perfezione divina. Infatti Pe(80) + Heth(8) danno 88 e 8+8 = 16, da cui 1+6 = 7, numero che indica la perfezione di Dio. La lettera che ha valore 7 è la Zayin, che abbiamo visto prima in un’altra possibile grafia (con radice bilittera) per Fez.

 

Finché la manifestazione dell’insegnamento risponderà a dei criteri minimi, indispensabili, tale perfezione non l’abbandonerà e cercherà sempre di rimediare ai danni che la natura farà al santo lavoro.

 

L’iniziato che sa vedere oltre i veli che ricoprono l’insegnamento, è in grado di esprimere uno stato d’essere coerente con la parola Fez, ovvero uno stato di armonia fra la sua personalità materiale, divenuta uno strumento al servizio del divino, ed il divino stesso. Egli diviene così un essere nel quale l’universo si specchia, un microcosmo che è perfetta immagine del Macrocosmo. Così di lui può essere detto “Come in alto così in basso”.

 

A questo proposito nella Fama leggiamo:

 

<<Là ebbe origine la bella associazione; perché come in ogni seme è contenuto un intero albero o frutto, così l’intero universo (Macrocosmo) è contenuto nel piccolo uomo (microcosmo), in cui religione, politica, salute, membra, natura, linguaggio, parole e opere, sono in accordo, condivisione, e armonia con Dio, con Cielo e con la Terra.>>

 

Buon cammino!

 

Giu 14, 2011 - Fama Fraternitatis Rosae Crucis 1614    Commenti disabilitati su I Saggi di Damcar

I Saggi di Damcar

La prima stesura di questo post risale a quasi due mesi fa. Dialogando, qualche settimana fa, con un Fratello sull’argomento di questo post, mi ha fatto notare un particolare che non avevo visto, si tratta di un importante significato della parola ebraica rk (Kar), ovvero Agnello.

In effetti, questo ulteriore significato è complementare a quanto già scritto ed anzi aiuta a chiarirne il filo logico. Quindi ho integrato quanto già scritto con quanto scaturisce da questa osservazione.  Ho anche aggiunto una piccola appendice cabalistica. Cambio anche il titolo da “La Comunità di Damcar” a “I Saggi di Damcar” 

Ripubblico il Post con le modifiche e le aggiunte summenzionate:

Continuando a leggere la Fama, il racconto ci rivela che C.R.C dopo aver conquistato il favore dei Turchi udì parlare di Damcar in Arabia.

“Udì, per caso, parlare dei saggi di Damcar in Arabia, dei prodigi che operavano e della loro perfetta conoscenza dei segreti della natura.

L’elevato e nobile ingegno di Fr. C.R.C. fu a tal punto stimolato da questo, che Gerusalemme cedette il posto, nei suoi  pensieri, a Damcar.  

Non potendo resistere oltre al desiderio, pattuì con i marinai arabi che lo conducessero a Damcar per una certa somma di denaro.

Al suo arrivo in quella città, aveva solo sedici anni ma possedeva già una forte costituzione tedesca.  

Come testimoniò lui stesso, i saggi lo accolsero non già come uno straniero, ma come qualcuno da molto tempo atteso.

Lo chiamarono anche per nome e gli indicarono altri segreti del suo convento, cosa di cui non finiva di stupirsi.”

Saggio non vuol dire, necessariamente, colto. Un saggio non è qualcuno che ha accumulato mediante lo studio una gran quantità di sapere, ma una persona che ha provato, ha sperimentato, nella propria vita qualcosa. Nella Fama non si parla dei sapienti ma dei Saggi di Damcar.

Quindi potremmo dire si tratti di una comunità i cui membri hanno fatto e fanno una comune esperienza interiore.

La città si chiama Damcar.

Perché questo nome?

Si tratta di un artifizio per racchiudere il senso profondo che si trova alla base della comunità di cui ci vuole parlare.

I Rosacroce classici oltre ad essere alchimisti erano anche cabalisti e quindi conoscevano la lingua Ebraica.

Per scoprire il senso della parola Damcar la si deve trascrivere in ebraico e qui inizia il percorso di scoperta…

Si tratta di un nome composto di due parole. La prima Dam trascritta in ebraico risulta essere composta dalla d Daleth seguita dalla m Mem e significa “Sangue” (md). La seconda parte non è altrettanto facile da trascrivere perché potrebbe essere composta a partire dalla k Kaf, dalla j Chet o dalla q Qof. Quale scegliere?

La risposta è semplice… tutte e tre. Quindi cercando le radici bi o tri-littere che hanno la r Resh come finale ne sorge un quadro interessante:

rq = fresco, freddo

rk = Tasca della sella (sub del verbo: rwk = fornace, pentola, bacino, girato, incrociato)

rk = Ne LA LINGUA EBRAICA RESTUITA di A. Fabre d’Olivet – Arché – Edizioni PiZeta  leggiamo: <<Ogni sorta di carattere, di marchio o segno, di incisione; ogni oggetto distintivo: La guida di un gregge, un ariete; la guida di un esercito, un capitano: ogni specie di incurvatura; un solco profondo,un fossato, una fossa, ecc.>> Mentre nel BDB leggiamo (rkAgnello V sub rrk).

rj  = Buco, Nobile

rrj = Essere o diventare libero

Quindi  i significati delle possibili trascrizioni potrebbero essere:

rqmd = sangue freddo

Si noti, a questo proposito,  che nella scrittura geroglifica egizia, il cuore è rappresentato con un vaso.

rkmd = tasca di sangue (un’immagine

                 per indicare il cuore)                                  

rwkmd = bacino di sangue (altra immagine

                  per indicare il cuore)

rkmd = Sangue dell’Agnello; Marchio del Sangue; Guida del Sangue.

rjmd = sangue nobile (questa scrittura contiene però anche l’idea di buco o di varco)

 

Damcar, quindi suggerisce la seguente idea:

Damcar è la comunità di coloro la cui scintilla divina, eredità della nobile origine del microcosmo, è stata toccata dalla forza di Cristo, l’Agnello. Questo tocco è avvenuto attraverso la parte meno corrotta del corpo astrale, l’astrale del cuore.  Questo tocco, questa radiazione cristica, questo Sangue dell’Agnello, ha fatto circolare in loro, attraverso la piccola circolazione cefalica, un nuovo ormone eterico capace di stimolare la nascita di pensieri del tutto nuovi. La scintilla divina situata, seppur su un piano sottile, è situata in corrispondenza del ventricolo destro del cuore. Questa scintilla è un ponte, una sorta di buco o varco, fra due universi, quello della personalità (con i suoi quattro corpi) e quello della monade, il microcosmo. Quando la scintilla divina è risvegliata dal tocco di Cristo, essa irradia un profondo desiderio di liberazione, esso è un Marchio impresso nel Sangue eterico.

Il Sangue dell’Agnello, la radiazione di Cristo, è l’unica chiave per la Salvezza dell’Anima.

Nell’Apocalisse leggiamo (citazione dall’edizione C.E.I):

<< 

1 E vidi nella mano destra di Colui che era assiso sul trono un libro a forma di rotolo, scritto sul lato interno e su quello esterno, sigillato con sette sigilli.

2 Vidi un angelo forte che proclamava a gran voce: «Chi è degno di aprire il libro e scioglierne i sigilli?».

3 Ma nessuno né in cielo, né in terra, né sotto terra era in grado di aprire il libro e di leggerlo.

4 Io piangevo molto perché non si trovava nessuno degno di aprire il libro e di leggerlo.

5 Uno dei vegliardi mi disse: «Non piangere più; ha vinto il leone della tribù di Giuda, il Germoglio di Davide, e aprirà il libro e i suoi sette sigilli».

6 Poi vidi ritto in mezzo al trono circondato dai quattro esseri viventi e dai vegliardi un Agnello, come immolato. Egli aveva sette corna e sette occhi, simbolo dei sette spiriti di Dio mandati su tutta la terra.

7 E l’Agnello giunse e prese il libro dalla destra di Colui che era seduto sul trono.

8 E quando l’ebbe preso, i quattro esseri viventi e i ventiquattro vegliardi si prostrarono davanti all’Agnello, avendo ciascuno un’arpa e coppe d’oro colme di profumi, che sono le preghiere dei santi. 9 Cantavano un canto nuovo:

«Tu sei degno di prendere il libro

e di aprirne i sigilli,

perché sei stato immolato

e hai riscattato per Dio con il tuo sangue

uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione

10 e li hai costituiti per il nostro Dio

un regno di sacerdoti

e regneranno sopra la terra».

11 Durante la visione poi intesi voci di molti angeli intorno al trono e agli esseri viventi e ai vegliardi. Il loro numero era miriadi di miriadi e migliaia di migliaia

12 e dicevano a gran voce:

«L’Agnello che fu immolato

è degno di ricevere potenza e ricchezza,

sapienza e forza,

onore, gloria e benedizione».

13 Tutte le creature del cielo e della terra, sotto la terra e nel mare e tutte le cose ivi contenute, udii che dicevano:

«A Colui che siede sul trono e all’Agnello

lode, onore, gloria e potenza,

nei secoli dei secoli».

14 E i quattro esseri viventi dicevano: «Amen». E i vegliardi si prostrarono in adorazione. >>

Solo grazie al sacrificio che la radiazione di Cristo compie, soccorrendoci nel nostro stato di caduta, è possibile penetrare i misteri della Trasfigurazione. Questo sacrificio d’amore del Cristo, che si rinnova ad ogni istante, racchiude una forze che è anche una promessa:

A coloro che lo accettano da il potere di “ridivenire figli di Dio”.

Quando un gruppo di tali uomini si forma in questa natura, possiamo vedere il risultato dell’operato della Forza di Cristo di cui nell’Apocalisse è detto:

<<hai riscattato per Dio con il tuo sangue uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione e li hai costituiti per il nostro Dio un regno di sacerdoti e regneranno sopra la terra>>.

Chi ascolta il richiamo proveniente dal Cuore del proprio microcosmo, e presente nel proprio sangue come forza magnetica, un simile essere, non si accontenta di studiare teorie o dogmi sul divino, egli vuole provarlo dentro di sé e riconoscerlo attorno a sé. Un tale uomo o una tale donna comprendono sulla base di una esperienza concreta e non speculativa, ecco perché sono definiti Saggi e non sapienti.

“Non potendo resistere oltre al desiderio, pattuì con i marinai arabi che lo conducessero a Damcar per una certa somma di denaro.”

L’approdo ad una simile comunità è il risultato di una ricerca che al candidato sotto diversi aspetti è “costata”. Spesso la ricerca implica anche un certo dispendio economico, alcuni per esempio fanno viaggi verso terre lontane o pagano costosi seminari etc… La Fama, però, non  parla di solo denaro, essa allude anche al costo in termini di tempo, dedizione, studio, delusioni etc..

“Al suo arrivo in quella città, aveva solo sedici anni ma possedeva già una forte costituzione tedesca.”

L’età di C.R.C, 16 anni, vuole essere una indicazione di uno stato d’essere ben preciso. Applicando la Riduzione Teosofica alla cifra 16 otteniamo il numero 7 (שבעה in ebraico) che indica la perfezione.

Cosa indica la costituzione tedesca?

Il popolo tedesco ha un profondo sentimento religioso. Si noti che la riforma partì da Lutero, che fu spinto ad innescarla come reazione del proprio senso religioso, urtato dalle azioni della chiesa cattolica del suo tempo.

Questa frase della Fama, suggerisce che C.R.C. possedeva un senso religioso perfezionato, superiore a quello comune, per nulla simile a quello auspicato dalle religioni naturali.

Questo è anche lo stato ideale per il candidato che desidera percorrere il cammino di liberazione. Il comune senso religioso non gli è più sufficiente, egli desidera qualcosa di più e infondo sa o presente che questo “qualcosa di più” esiste.

Prima, però di fare l’esperienza di questa diversa religiosità è probabilmente passato attraverso varie delusioni, ricevute a causa dell’approccio religioso naturale.

Tutte queste delusioni lo hanno portato a perfezionare il suo senso religioso.

“Come testimoniò lui stesso, i saggi lo accolsero non già come uno straniero, ma come qualcuno da molto tempo atteso.”

La comunità di coloro che sulla base del tocco della Gnosi, nella scintilla divina, hanno intrapreso un cammino di resa di sé al divino, coloro la cui comprensione è frutto di una diretta esperienza, accolgono sempre i cercatori di verità non come stranieri ma come fratelli nuovamente ritrovati.

Tali Saggi, lavorano alacremente al fine di ritrovare tutte le scintille della luce disperse nella materia ed ogni scintilla che si riunisce nuovamente alla comunità è un fratello “da tanto tempo atteso”.

“Lo chiamarono anche per nome e gli indicarono altri segreti del suo convento, cosa di cui non finiva di stupirsi.”

Il nome, nella tradizione ebraica, nasconde in sé l’essenza della cosa nominata.

I Saggi dimostrarono di conoscere la sua vera essenza. Chi ha imparato a conoscere veramente sé stesso, conosce per questo anche gli altri.

I Saggi, ovvero coloro che hanno provato interiormente il tocco di Cristo e vi hanno reagito positivamente, hanno imparato a riconoscere i moventi dell’io e a distinguerli dal desiderio dell’Altro in noi. Essi sono consapevoli della nobile origine del microcosmo e dell’essenza caduca dell’io.

Una tale comunità ha per scopo di aiutare il candidato ad orientarsi sulla divino in sé, offrendogli un insegnamento grazie al quale egli stesso sarà in grado di giungere, se reagirà positivamente al tocco di Cristo, ad una consapevolezza capace di distinguere le due nature compresenti in sé stesso.

Un convento è un luogo di studio e di preghiera.

L’immagine del “convento”, in questo contesto, rappresenta quanto il candidato ha sperimentato o ha studiato nella sua fase di ricerca (religiosa, filosofica etc…) prima di approdare ad una simile comunità.

I membri di una tale Scuola, per offrire al candidato il puro insegnamento della liberazione,gli mostrano la testimonianza dell’insegnamento stesso contenuta nelle Sacre Scritture di tutti i tempi e negli scritti di coloro che hanno vissuto una simile esperienza interiore (siano essi Filosofi, Religiosi etc…).

Alla luce di un simile insegnamento, le Sacre Scritture o gli Scritti di Platone (per esempio), acquisiscono una tutt’altra profondità. Questo fatto non smette mai di stupire e di riempie di riconoscenza verso Dio. 

 

Buon cammino!

 

In appendice qualche altra breve nota cabalistica:

 

Dam

d4, porta

m40, acque

md Quindi il sangue racchiude l’immagine di “un acqua che è in e una porta”. Il cui valore numerico è 44, da cui 8

Ca

k 20, cavità o palmo della mano # significa “Pianta” del piede.

q 100, scimmia o cruna dell’ago

j 8, steccato o recinto

R

r 200, capo o testa

 

rk220, da cui 4, la cui immagine è una cavità che accoglie quanto giunge dal capo, ovvero da colui che guida. È l’immagine della capacità d’accogliere in se la guida di Cristo, l’Agnello.rkmd44+220=264 da cui 12.  L’immagine dei Dodici Eoni dello Zodiaco divino, dal cui cuore promana la radiazione cristica “un acqua che è in e una porta”, accolta dal candidato, nel proprio cuore, come guida del suo cammino.

rq100 + 200 = 300 numero che corrisponde alla Shinvche è una nelle tre lettere madri e simboleggia il fuoco. Questa lettera posta al centro del tetragrammahwhylo muta in uno dei modi di scrivere in ebraico il nome di Gesù  hwvhy.  In questo caso  rqè l’immagine dello stretto cammino la “cruna di un ago”, che l’iniziato compie affinché la forza di Cristo possa afferrare il suo essere fin nella sua materialità, la “scimmia”. Cammino possibile solo mediante un progressivo distacco dalla schiavitù dell’emotività. rqmdè qui l’immagine della forza riversata a sostegno di questo cammino, forza che deve trasformare fin nel sangue la “scimmia” ovvero la personalità materiale dell’iniziato; In una parola deve Trasfigurarla.

rj 8+200 = 208 da cui 10 e quindi 1. Questa è l’immagine del “recinto” del “capo”, ovvero del campo del Padre, l’1 per eccellenza. Simbolo di uno spazio protetto entro il quale il Padre può proteggere il proprio gregge.  rjmd è qui l’immagine della nobile forza di Cristo, ricordiamo che nella Lingua Sacra Gesù è definito il Buon Pastore, con la quale è possibile al Padre accudire il proprio gregge.

 

Bibliografia:

      Brown Drive Brix (Biblical Hebrew Lexixon) Oxford press

      La Lingua Ebraica Restituita, A. Fabre d’Olivet – Arché – Edizioni PiZeta

      La Sacra Bibbia – Edizioni C.E.I.

      Le lettere, strada di vita . Annik de Souzanelle – Servitium

 

Set 8, 2010 - Fama Fraternitatis Rosae Crucis 1614    Commenti disabilitati su C.R.C. E LA VIA DI DAMASCO

C.R.C. E LA VIA DI DAMASCO

RICORDIAMO SEMPRE CHE LA FAMA NON E’ UN RACCONTO STORICO DELLA VITA DI UN GIOVANE TEDESCO, MA L’IMMAGINE DI UN CAMMINO INIZIATICO OFFERTO DALLA FRATERNITA’ DELLA VITA AD OGNI SERIO CERCATORE.

 

“SEBBENE QUESTI (FRATELLO P.A.L) MORISSE A CIPRO, SENZA AVER, QUINDI, POTUTO VEDERE GERUSALEMME, NOSTRO FRATELLO C.R. NON PRESE LA VIA DEL RITORNO, MA SI IMBARCÒ PER RAGGIUNGERE DAMASCO, CON L’INTENZIONE DI PROSEGUIRE DI LÀ PER GERUSALEMME.

MA, INDISPOSTO, FU TRATTENUTO PER QUALCHE TEMPO E LÀ, ESERCITANDO LA MEDICINA DI CUI NON ERA SENZA QUALCHE NOZIONE, SI CONQUISTÒ IL FAVORE DEI TURCHI.”

 

IL BRANO APPENA CITATO DELLA FAMA FRATERNITATIS RICORDA IL RACCONTO DELLA FOLGORAZIONE DI SAULO (PAOLO DI TARSO) SULLA VIA DI DAMASCO. LEGGIAMO DAGLI ATTI DEGLI APOSTOLI CAP 9:

 

“…E DURANTE IL VIAGGIO, MENTRE SI AVVICINAVA A DAMASCO, AVVENNE CHE, D’IMPROVVISO, SFOLGORÒ INTORNO A LUI UNA LUCE DAL CIELO 4 E, CADUTO IN TERRA, UDÌ UNA VOCE CHE GLI DICEVA: «SAULO, SAULO, PERCHÉ MI PERSEGUITI?» 5 EGLI DOMANDÒ: «CHI SEI, SIGNORE?» E IL SIGNORE: «IO SONO GESÙ, CHE TU PERSEGUITI. 6 ÀLZATI, ENTRA NELLA CITTÀ E TI SARÀ DETTO CIÒ CHE DEVI FARE». 7 GLI UOMINI CHE FACEVANO IL VIAGGIO CON LUI RIMASERO STUPITI, PERCHÉ UDIVANO LA VOCE, MA NON VEDEVANO NESSUNO.”

 

IL FRATELLO C.R.C DOPO LA MORTE A CIPRO DEL FRATELLO P.A.L. È COSTRETTO A FERMARSI SULLA VIA DI DAMASCO. DEVE RENDERSI CONTO DI ESSERE MALATO.

 

LO SCOPO DELL’INIZIAZIONE È INTRAPRENDERE UN CAMMINO CHE PORTI ALLA TOTALE RIGENERAZIONE DELL’ESSERE DIVINO ORIGINALE.

 

PRIMA, PERÒ, DI CERCARE UN TALE CAMMINO, UNA TALE CURA DELLA MALATTIA FONDAMENTALE DELL’ESSERE UMANO, CI SI DEVE RENDERE CONTO DI ESSERE MALATI ED ASPIRARE ALLA GUARIGIONE.

 

SAULO RIMASE FOLGORATO “SULLA VIA DI DAMASCO”, DOVETTE COMPRENDERE CHE LA SUA VITA QUOTIDIANA ERA IN TOTALE OPPOSIZIONE A DIO. LO STATO D’ESSERE DI OGNI UOMO, CHE VIVE SOLO SECONDO LE NORME DI QUESTO MONDO, SULLA BASE DELL’EGOCENTRISMO, PERSEGUITA IL CRISTO IN SÉ.

 

EGLI PERSEGUITA IL CRISTO INTERIORE PERCHÉ QUESTI GLI RAMMENTA LO SCOPO DELLA SUA VITA, ARRENDERSI AL DIVINO.

 

L’EGO DEVE CEDERE IL SUO TRONO AL DIO IN SÉ.

 

L’EGO, PERÒ, NON HA NESSUNA INTENZIONE DI FARLO E QUINDI CERCA DI SOFFOCARE LA FLEBILE VOCE DELL’ATOMO DIVINO.

 

QUALCHE OSSERVAZIONE SU DAMASCO E SU QUALI INFLUENZE RICEVETTE: NELL’ANTICHITÀ DAMASCO SUBÌ UNA CERTA INFLUENZA EGIZIANA (MISTERI EGIZI). FU CONQUISTATA DAGLI ARABI (SUFISMO). NEL MEDIOEVO LA SUA PROSPERITÀ ECONOMICA FU DOVUTA AGLI SCAMBI COMMERCIALI CON LA PROVENZA, L’OCCITANIA (CATARI), E CON LE CITTÀ ITALIANE DI GENOVA (TEMPLARI), PISA (FEDELI D’AMORE) E VENEZIA (MASSONI, CABALISTI, ALCHIMISTI E ROSACROCE). DAMASCO RAPPRESENTA QUINDI IL PUNTO D’INCONTRO DELLE DIFFERENTI TRADIZIONI INIZIATICHE GIUNTE ASSIEME ALLE INVASIONI O AL COMMERCIO.

 

GRAZIE AL SUO CAMMINO DI RICERCA DELLA VERITA’ C.R. SI RENDE CONTO DI ESSERE MALATO, EGLI E’ COSTRETTO A FERMARSI. IN QUESTA SOSTA INTERIORE, IL CERCATORE DELLA VERITA’, SI DEDICA ALLA CURA DEGLI ALTRI, DESIDERA AIUTARLI A VEDERE CHE LA VITA HA UNO SCOPO BEN PIU’ ALTO DI QUELLO CHE NORMALMENTE SI CREDA. QUESTA CURA DEGLI ALTRI E’ ALLO STESSO TEMPO MEDICINA PER LA SUA ANIMA. TESTIMONIANDO CON LA SUA OPERA LA PROPRIA RICERCA, OTIENE LA FIDUCIA DELLE PERSONE CHE DESIDERA AIUTARE.

GIUNTO A QUESTO PUNTO LA CONVERGENZA DELLE TRADIZIONI NON E’ PIU’ LO SCOPO DEL VIAGGGIO, SEMMAI UN MEZZO. IL RACCONTO CI DICE CHE NELLA MENTE DI C.R.C DAMASCO LASCIA IL POSTO A DAMCAR, SPESSO CONFUSA CON LA STESSA DAMASCO.

 

DAMCAR RAPPRESENTA UNO NUOVO STATO D’ESSERE, CAPACE DI PENETRARE QUELLO CHE DAMASCO RAPPRESENTA E COGLIERNE I MERAVIGLIOSI TESORI. 

 

“UDÌ, PER CASO, PARLARE DEI SAGGI DI DAMCAR IN ARABIA, DEI PRODIGI CHE OPERAVANO E DELLA LORO PERFETTA CONOSCENZA DEI SEGRETI DELLA NATURA. L’ELEVATO E NOBILE INGEGNO DI FR. C.R.C. FU A TAL PUNTO STIMOLATO DA QUESTO, CHE GERUSALEMME CEDETTE IL POSTO, NEI SUOI PENSIERI, A DAMCAR.    NON POTENDO RESISTERE OLTRE AL DESIDERIO, PATTUÌ CON I MARINAI ARABI CHE LO CONDUCESSERO A DAMCAR PER UNA CERTA SOMMA DI DENARO. AL SUO ARRIVO IN QUELLA CITTÀ, AVEVA SOLO SEDICI ANNI MA POSSEDEVA GIÀ UNA FORTE COSTITUZIONE TEDESCA. COME TESTIMONIÒ LUI STESSO, I SAGGI LO ACCOLSERO NON GIÀ COME UNO STRANIERO, MA COME QUALCUNO DA MOLTO TEMPO ATTESO. LO CHIAMARONO ANCHE PER NOME E GLI INDICARONO ALTRI SEGRETI DEL SUO CONVENTO, COSA DI CUI NON FINIVA DI STUPIRSI. VI PERFEZIONÒ LA SUA CONOSCENZA DELL’ARABO, TANTO CHE GIÀ L’ANNO SEGUENTE TRADUSSE IN BUON LATINO IL “LIBER M”, CHE PORTÒ VIA CON SÉ. LÌ APPRESE LA FISICA E LA MATEMATICA;   E DI CIÒ IL MONDO AVREBBE POTUTO VERAMENTE RALLEGRARSI, SE AVESSE AVUTO PIÙ AMORE E MENO INVIDIA.”

 

PER GIUNGERE A DAMCAR DOVETTE PAGARE UNA CERTA SOMMA DI DENARO. C.R.C. DOVETTE RINUNCIARE A PARTE DELLE SUE RICCHEZZE MATERIALI, DOVETTE, COME DEL RESTO OGNI VERO CERCATORE ANCHE OGGI DEVE, INIZIARE UN CAMMINO DI RINUNCIA, DI RESA DI SÉ.

 

IL RACCONTO DICE CHE C.R.C. ARRIVÒ A DAMCAR ALL’ETÀ DI 16 ANNI, ETÀ IN CUI AVEVA “UNA FORTE COSTITUZIONE TEDESCA”.

 

ORA QUALCHE CONSIDERAZIONE SUL NUMERO SEDICI.

INTERESSANTE NOTARE CHE LA LETTERE EBRAICHE  YOD E WAW SONO LA PRIMA E LA TERZA LETTERA DEL TETRAGRAMMA DIVINO (YOD HE WAW HE). YOD SIGNIFICA MANO ED HA VALORE 10 MENTRE WAW VUOL DIRE GANCIO ED HA VALORE 6. DALL’UNIA’ PROMANA LA VOLONTA’ DIVINA CHE FECONDA LA MATERIA PRIMORDIALE, L’OPERA DELLA MANO DI DIO; IL TERNARIO COSTITUISCE (IL GANCIO) IL MEZZO CON IL QUALE ENTRARE IN CONTATTO CON LA VOLONTA’ DEL LOGOS. SOMMATE ASSIEME DANNO VALORE 16.

 

SEMPRE A PROPOSITO DEL NUMERO 16 E’ INTERESSANTE NOTARE CHE NEL  RITO SCOZZESE ANTICO ED ACCETTATO  IL SEDICESIMO GRADO È “PRINCIPE DI GERUSALEMME”. IL UN CATECHISMO DEL XVI° RECITA QUANTO SEGUE:

 

D: SIETE VOI PRINCIPE DI GERUSALEMME?

R: CONOSCO LA STRADA DI BABILONIA.

D: COME SIETE GIUNTO A QUESTO GRADO?

R: COL MIO ARDORE ED IL MIO ZELO.

D: CHE AVETE TROVATO NEL DESERTO?

R: PAZIENZA E SOTTOMISSIONE.

D: COSA VI HANNO INSEGNATO LE RIVE DEL MAR MORTO?

R: UMILTÀ E VENERAZIONE.

 

C.R.C., COME COLUI CHE CERCA IL VERO CAMMINO DELLA LIBERAZIONE, NON SI DIRIGE PIÙ VERSO GERUSALEMME (UNA GERUSALEMME MATERIALE), PERCHÉ NEL SUO VIAGGIO SCOPRE, FINALMENTE, IL DESERTO NELLA PROPRIA VITA.

 

IN UN TALE DESERTO SI RICONOSCE PER QUELLO CHE È.

 

NEL CATECHISMO DEL XVI° GRADO DEL R.S.A.A ALLA DOMANDA “SIETE VOI PRINCIPE DI GERUSALEMME?” IL POSTULANTE RISPONDE “CONOSCO LA STRADA DI BABILONIA”. LA LEGGENDA RACCONTA CHE ZOROBABELE SI RECO’, COME AMBASCIATORE DEL POPOLO D’ISRAELE, IN BABILONIA PER CHIEDERE L’AIUTO DI RE DARIO. IL POPOLO DI SAMARIA NON VOLEVA CONTRIBUIRE ALLA RIEDIFICAZIONE DEL TEMPIO AD OPERA DEGLI ISRAELITI, E FORNIRE QUANTO NECESSARIO AI SACRIFICI. RE DARIO SEGUENDO LE ORME DEL SUO PREDECESSORE RE CIRO APPOGGIO’ LA RICHIESTA DI ISRAELE ED OBBLIGO’ I SAMARITANI ALLA COLLABORAZIONE. IL TEMPIO DI DIO FU RIEDIFICATO GRAZIE ALLA PROTEZIONE DI UN SOVRANO DI RELIGIONE DIFFERENTE DA QUELLA DEGLI ISRAELITI. RE DARIO E’ L’EMBLEMA DELLA TOLLERANZA E DEL RISPETTO VERSO LE ALTRE CULTURE, DEL RESTO BABILONIA A QUEL TEMPO ERA UN PUNTO D’INCONTRO E DI CONFRONTO FRA DIVERSE CULTURE E RELIGIONI. LE RADICI DI QUELLA TERRA AFFONDANO NEI MISTERI CALDEI. I CALDEI ERANO UNA TRIBU DI ACCADI. UNA SPLENDIDA TESTIMONIANZA DELLA PROFONDA CONOSCENZA MISTERICA DI QUESTO POPOLO, E’ GIUNTA FINO A NOI SOTTO FORMA DI POEMA. SI TRATTA DELL’EPOPEA DI GILGAMESH.

CONOSCERE LA STADA DI BABILONIA SIGNIFICA, DUNQUE, CONOSCERE IL SENTIERO CHE PORTA ALLA PROFONDITA’ DEI MISTERI DI DIO.

   

IL PRINCIPE DI GERUSALEMME NEL DESERTO DELLA PROPRIA VITA APPRENDE LA PAZIENZA E LA SOTTOMISSIONE ALLE LEGGI DEL LOGOS ETERNO.

LA DOMANDA “COSA VI HANNO INSEGNATO LE RIVE DEL MAR MORTO? “ CI RIPORTA ALL’IMMAGINE DI UN MARE COSÌ SALATO CHE NESSUNA VITA È POSSIBILE, MA ANCHE ALLA COMUNITÀ DEGLI ESSENI CHE VI ABITAVA. LA REGOLA DEGLI ESSENI ERA MOLTO DURA ED ESIGEVA UN ALTO LIVELLO DI PUREZZA CORPORALE E MORALE. DI FATTO IL PRINCIPE DI GERUSALEMME VI IMPARA “UMILTÀ E VENERAZIONE”. VIRTÙ ALLA BASE DI UNA VERA “FORTE COSTITUZIONE” MORALE E RELIGIOSA.

 

C.R.C. A DAMCAR APPRESE L’ARABO E TRADUSSE IL LIBER M.

 

PER COSA STA LA LETTERA “M”?

 

POTREBBE STARE PER “MUNDI”, DA CUI LIBER MUNDI, MA ANCHE PER “MANICHEIOS” DA CUI LIBRO MANICHEO. LE DUE IPOTESI NON SI ESCLUDONO, ANZI SI RAFFORZANO VICENDEVOLMENTE. LA CORRENTE GNOSTICA MANICHEA POSSEDEVA UNA PROFONDA CONOSCENZA DEL MONDO E DELLE SUE LEGGI.

 

GLI ABITANTI DI DAMCAR AVEVANO UNA CERTA CONOSCENZA DEI SEGRETI DEL CONVENTO DI CUI FACEVA PARTE IL PADRE E FRATELLO C.R.C.

 

RICORDIAMO CHE LO STATO D’ESSERE RAPPRESENTATO DA DAMCAR CONSENTE DI PENETRARE NEI MISTERI DIVINI. A DAMCAR APPRESE ANCHE LA FISICA E LA MATEMATICA. IN QUESTA FASE DEL SUO CAMMINO, L’INIZIATO, DIVIENE COSCIENTE DELLE LEGGI ALLA BASE DELLA VITA, DELLE LEGGI CHE GOVERNANO QUESTO MONDO, MA ANCHE DELLE LEGGI DEL MONDO DIVINO.

 

IN C.R.C. L’ILLUSIONE DELLA GERUSALEMME TERRESTRE LASCIÒ IL POSTO AD UN OBIETTIVO INTERIORE REALE. LA SUA COSCIENZA VIDE CHIARAMENTE IL PROPRIO STATO D’ESSERE E COMPRESE LA DIREZIONE VERSO CUI DIRIGERSI, ACQUISENDO FORZA E RISOLUZIONE INTERIORI. LA NASCITA DI QUESTO STATO D’ESSERE E’AUSPICABILE IN TUTTI COLORO CHE DESIDERANO PERCORRERE IL CAMMINO DI RITORNO ALL ACASA DEL PADRE, IL CAMMINO DELLA COMPLETA RIGENERAZIONE DELL’UOMO ORIGINALE.

 

GLI ATTI DEGLI APOSTOLI AL CAP 9 CONTINUANO LA STORIA DELLA CONVERSIONE DI SAULO, COME SEGUE:

8 SAULO SI ALZÒ DA TERRA MA, APERTI GLI OCCHI, NON VEDEVA NULLA; E QUELLI, CONDUCENDOLO PER MANO, LO PORTARONO A DAMASCO, 9 DOVE RIMASE TRE GIORNI SENZA VEDERE E SENZA PRENDERE NÉ CIBO NÉ BEVANDA. 10 OR A DAMASCO C’ERA UN DISCEPOLO DI NOME ANANIA; E IL SIGNORE GLI DISSE IN VISIONE: «ANANIA!» EGLI RISPOSE: «ECCOMI, SIGNORE». 11 E IL SIGNORE A LUI: «ÀLZATI, VA’ NELLA STRADA CHIAMATA DIRITTA, E CERCA IN CASA DI GIUDA UNO DI TARSO CHIAMATO SAULO; POICHÉ ECCO, EGLI È IN PREGHIERA, 12 E HA VISTO IN VISIONE UN UOMO, CHIAMATO ANANIA, ENTRARE E IMPORGLI LE MANI PERCHÉ RICUPERI LA VISTA». ..

17 ALLORA ANANIA ANDÒ, ENTRÒ IN QUELLA CASA, GLI IMPOSE LE MANI E DISSE: «FRATELLO SAULO, IL SIGNORE, QUEL GESÙ CHE TI È APPARSO SULLA STRADA PER LA QUALE VENIVI, MI HA MANDATO PERCHÉ TU RIACQUISTI LA VISTA E SIA RIEMPITO DI SPIRITO SANTO». 18 IN QUELL’ISTANTE GLI CADDERO DAGLI OCCHI COME DELLE SQUAME, E RICUPERÒ LA VISTA; POI, ALZATOSI, FU BATTEZZATO. 19 E, DOPO AVER PRESO CIBO, GLI RITORNARONO LE FORZE. RIMASE ALCUNI GIORNI INSIEME AI DISCEPOLI CHE ERANO A DAMASCO, 20 E SI MISE SUBITO A PREDICARE NELLE SINAGOGHE CHE GESÙ È IL FIGLIO DI DIO.”

 

BUON CAMMINO!

Ago 7, 2010 - Fama Fraternitatis Rosae Crucis 1614    Commenti disabilitati su C.R.C., il Fratello P.A.L e il Santo Sepolcro

C.R.C., il Fratello P.A.L e il Santo Sepolcro

riprendiamo lo studio della fama fraternitatis, approfondendo una breve frase che è d’una grande profondità.

“Per la sua povertà (sebbene discendesse da nobile famiglia) all’età di cinque anni fu messo in convento, dove imparò il greco e il latino. Ancora adolescente, venne affidato (dopo molto supplicare) al Fratello P.A.L., che aveva deciso di visitare il Santo Sepolcro.”

 

Cristiano Rosacroce rappresenta il prototipo dell’uomo, che dal suo stato di caduta muove verso la rinascita spirituale.

 

Egli fu messo in convento a causa della sua povertà, nonostante discendesse da nobile famiglia.

 

L’uomo, creato dal Padre, era un essere glorioso e nobile, perché figlio dell’unico vero Re, il Logos Eterno.

 

Con la sua disobbedienza alle leggi del Logos, egli cadde in disgrazia.

 

Seppur di nobile discendenza si ammantò della più profonda povertà, la povertà di Spirito.

 

All’età di 5 anni fu messo in convento.

 

Cosa significa?

 

Il convento è un luogo di studio e preghiera. l’uomo può entrare in quest’ordine di vita solo dopo aver maturato uno stato di coscienza che gli consenta di percorrere il cammino.

 

Cinque è il numero di Marte, che rappresenta la volontà, ma è anche il simbolo della quintuplice anima umana, venuta ad esistenza a motivo della divisione dell’uomo dal divino.

Il cinque rappresenta anche quello stato di maturità in cui l’uomo può unirsi al divino in e fuori di lui, purché lo voglia veramente e sia disposto ad arrendersi ad esso.

   

In questo convento Cristiano Rosacroce apprese il Greco ed il Latino. Questo significa che il nostro amato Padree E Fratello, riprese il filo con gli antichi misteri d’occidente.

 

Questo però non era sufficente per poter delineasre un cammino in accordo con i tempi.

 

” Ancora adolescente, venne affidato (dopo molto supplicare) al Fratello P.A.L.”

 

L’adolescenza è il momento di passaggio fra la fase del bambino e quella del giovane adulto.

 

Nell’ordine massonico 5 anni è l’età del compagno d’arte, noto anche col nome di lavorante.

Il compagno impara a lavorare al piano tracciato dal Maestro ma non è ancora in grado di tracciare da sé le tavole architettoniche.

 

L’acronimo del Fratello a cui viene affidato Cristiano Rosacroce è P.A.L.

 

In Ebraico lo protremmo rendere con le lettere Pe. Aleph. Lamed. che valgono rispettivamente 60, 1 e 30.

La cui somma algebrica è 91.

9 è il numero che rappresenta l’umanità e 1 la divinità.

La somma algebrica dei due da 10 che si riduce ad 1.

Quando la divinità si unisce alla materia nel giusto modo, ovvero quando la materia si arrende al divino, la materia si fonde nel divino e diviene uno con esso.

 

Nel racconto è detto che Il Fratello P.A.L era diretto al “Santo Sepolcro”.

 

Il giovane Cristiano Rosacroce, dietro sua insistenza, fu affidato, appena adolescente, ad un “Fratello” impegnato in un lavoro di resa di se al divino, un lavoro volto a fondere la materia nel divino.

In un simile stato d’essere, tale fratello aveva diretto la sua vita verso il “Santo Sepolcro”.

Di che si tratta?

Cos’è questo “Santo Sepolcro”?

 

Si tratta della parte più profonda del proprio microcosmo, ove è sepolto, sotto innumerevoli veli materiali, Colui che Giace come morto, il principio del vero Uomo Divino Originale, l’Altro in noi.

Questo principio Divino originale è prigioniero della Materia, è come un uomo preso nelle sabbie mobili e immerso fino alla testa.

Un simile uomo non è morto ma non può muoversi e in tale stato soffre.

 

Il Fratello P.A.L., muore a Cipro.

Cipro è l’isola ove Afrodite soleva fare il bagno. Afrodite è la dea dell’Amore identificata, in seguito, con la sua equivalente romana Venere.

 

Il giovane Compagno deve ora dimostrare di poter divenire un Maestro e la sua guida lo abbandona a Cipro, ovvero, nel momento in cui egli può essere direttamente sotto l’influsso, non più mediato, dell’Amore divino.

Nel vangelo leggiamo che Gesu disse ai suoi discepoli:

è bene che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore”

Sulla base della preparazione acquisita e grazie all’influenza dell’Amore divino deve trovare da se la strada per giungere al regno del Padre, per poi tornare verso gli uomini in modo soccorrevole.

Buon Cammino!

Mag 7, 2010 - Fama Fraternitatis Rosae Crucis 1614    Commenti disabilitati su Il LIBRER NATURAE O REGULA DI TUTTE LE ARTI

Il LIBRER NATURAE O REGULA DI TUTTE LE ARTI

“Certo questo nostro rozzo mondo ne profitterà ben poco, sorriderà e se ne farà beffe. La superbia e la cupidigia dei dotti, poi, sono così grandi, da non permettere loro di accordarsi; se solo fossero uniti, potrebbero comporre assieme un Liber Naturae, o Regula di tutte le arti, raccogliendo nozioni da tutto ciò che Dio ci ha donato così generosamente in questi

tempi; invece essi sono fra loro rivali e nemici, e sono attaccati alle vecchie dottrine, stimano Porfirio, Aristotele e Galeno (che se fossero ancora in vita, abbandonerebbero con gioia le loro dottrine errate) e tutto ciò che sembra conoscenza più della chiara e manifesta luce e verità; essi sono troppo deboli per un’opera così impegnativa, e sebbene in teologia, medicina e matematica, la verità confuti tutto ciò, il vecchio nemico mette in opera tutta la sua astuzia e invidia ostacolando questi progressi e rendendoli impopolari con l’aiuto di mestatori e di girovaghi.
Per attuare una riforma generale, il piissimo e illuminatissimo Padre e Fratello C.R.C., tedesco, capo e fondatore della nostra
Confraternita, ha faticato assai e per lungo tempo.”

 

La Fama ci dice che La superbia e la cupidigia dei dotti non consente loro di comprendere l’appello della Fraternità della Rosacroce.

 

Essa ci dice che, se fossero uniti, potrebbero comporre un Liber Naturae, o regula di tutte le arti, raccogliendo nozioni da tutto ciò che Dio ci ha donato così generosamente in questi tempi.

 

Appare evidente che uomini affetti da superbia e cupidigia difficilmente potrebbero essere uniti fra loro, se non superficialmente e curando, in realtà, solo il proprio interesse.

 

Ma è solo questo a cui alludono i due passaggi appena citati?

 

No, forse no!

 

L’uomo è profondamente diviso in se stesso. Diverse forze in lui condizionano il suo essere.

 

L’uomo crede di essere sempre uguale a se stesso, ma in lui vi sono diversi io che sono in lotta fra loro per il potere, proprio come nel caso dei dotti.

 

Anche fra questi io ci possono essere delle alleanze, costruitesi per simpatia e volte alla vittoria su altri io o ad alleanze di io.

 

Come nel caso dei dotti citati dalla fama, una vera unità è però impossibile fra gli io.

Tra i fattori che condizionano la coscienza dell’uomo, oltre a questa gran quantità di io si deve aggiungere l’influenza del Karma.

 

Si deve poi considerare che nell’uomo vi sono due nature, una naturale e una divina.

L’unità è il simbolo del divino. La Bibbia (sia quella ebraica sia quella cristiana) inizia con la Genesi e la prima lettera è la Beth (lettera b), che in ebraico vale 2. Il due è il simbolo della natura materiale, duale: giorno e notte, Bene e Male, Positivo e Negativo ecc..

 

L’uno è invece l’origine del tutto è il simbolo di Dio stesso.

 

L’uomo che manifesta in sé l’Unità, l’Uno, è perfettamente in grado di comporre un Liber naturae, o regula di tutte le arti ,per percorrere il cammino che conduce verso l’alto.

 

Questo vale per il singolo come per l’insieme di tutti coloro che manifestano L’Uno in sé stessi.

 

La Fama ci ricorda che, il vecchio nemico mette in opera tutta la sua astuzia e invidia ostacolando questi progressi rendendoli impopolari con l’aiuto di mestatori e di girovaghi.

 

Chi è il vecchio nemico?

 

L’Ego e le forze naturali decadute ad esso legate, gli Eoni della natura decaduta, sono il vecchio nemico.

 

Si tratta di un Vecchio nemico perché esiste fin dal momento della caduta, quindi è vecchio di eoni intesi come grandi quantità di tempo).

 

In questo caso l’Ego che si manifesta in un incarnazione. non deve essere inteso solo con quello che si esprime nella vita presente ma come il riflesso dell’ Io superiore, ovvero la risultante delle forze, tensioni,valori delle personalità che hanno abitato il microcosmo, dal quale origina.

 

Come opera il “Vecchio nemico”?

 

Esso opera mediante mestatori e girovaghi.

 

Chi sono i mestatori e i girovaghi?

 

Un mestatore è uno che agita e tesse intrighi; un girovago è uno che non si ferma mai, uno che è in continuo movimento.

 

Mestare e intrigare: questo è il metodo del “Vecchio nemico”.

 

Questo metodo è applicato sia fuori di noi sia dentro di noi, anzi potremmo dire che vi è una certa sinergia fra la sua applicazione esteriore e quella interiore.

 

Se siamo agitati e sballottati in tutte le direzioni, difficilmente saremo nella giusta disposizione interiore per udire l’Appello della nostra Anima Divina per la Riforma Interiore del nostro essere.

 

Il nostro Ego fa di tutto per distrarci dall’udire tale Appello.

 

Crearci delle tensioni interiori delle agitazioni è sicuramente uno dei modi più efficaci per non consentire alla coscienza di dedicarsi ad altro.

 

Quando la nostra coscienza arriva ad un punto in cui nemmeno l’agitazione riesce ad allontanarla permanentemente dalla disposizione al cammino di rigenerazione dell’essere, allora l’Ego deve correre ai ripari.

 

A questo punto, l’Ego usa un’altro modo per deviare la coscienza dal suo percorso verso il Divino.

 

In cosa consiste quest’altro metodo?

 

l’Ego finge di partecipare alle esigenze della coscienza e ci accompagna nella nostra ricerca del divino.

 

A quale scopo, lo fa?

 

Lo fa per poter instillare illusioni sul cammino e farci perdere tempo, facendoci saltare da un percorso all’altro, facendo di noi dei girovaghi.

 

L’Ego mesta, tesse intrighi e fa di noi dei girovaghi, ecco come il Vecchio nemico cerca di ostacolare i nostri progressi sul cammino.

 

Per aiutare l’uomo a liberarsi dai condizionamenti interiori e giungere a manifestare l’Uno, la Fraternità della Rosacroce ha  portato all’uomo un insegnamento, un metodo ed una forza.

 

Per poter realizzare una così soccorrevole opera ci sono voluti grandi sforzi in abnegazione di sé, da parte di tutti coloro che vi hanno partecipato. Ecco perché la Fama ci rammenta che:

 

“Per attuare una riforma generale (interiore dell’essere), il piissimo e illuminatissimo Padre e Fratello C.R., tedesco, capo e fondatore della nostra Confraternita, ha faticato assai e per lungo tempo.”

 
Che si possa profittare tutti di questa così soccorrevole opera, di nostro Padre e Fratello C.R.C.


Buon Cammino!

 

LA VIGILIA DI PASQUA

 

 

IN QUESTO POST DESIDERO RIPORTARE UN ESTRATTO DAL LIBRO “IL NUOVO SEGNO” DI JAN VAN RIJCKENBORGH E CATHAROSE DE PETRI, GRAN MAESTRI DEL LECTORIUM ROSICRUCIANUM – SCUOLA INTERNAZIONALE DELLA ROSACROCE D’ORO.

PER CHI FOSSE INTERESSATO IL LIBRO E’ EDITO ANCHE IN ITALIANO E PUBBLICATO DIRETTAMENTE DALLE EDIZIONI LECTORIUM ROSICRUCIANUM.

NON AVENDO A PORTATA DI MANO L’EDIZIONE ITALIANA, MA SOLO QUELLA FRANCESE, E DESIDERANDO

POSTARLO PROPRIO OGGI, HO FATTO UNA LIBERA TRADUZIONE DELL’ESTRATTO DEL TESTO FRANCESE.

 

INIZIA QUI L’ESTRATTO

 

“Una sera alla vigilia di Pasqua, seduto ad una tavola dopo essermi intrattenuto in umile preghiera con il mio Creatore, e dopo aver meditato sui grandi misteri che il Padre della Luce, nella sua Maestà, mi aveva mostrato; pronto a preparare nel mio cuore, insieme al mio caro Agnello Pasquale, un immacolato pane azzimo; tutto ad un tratto si scatenò una spaventosa tempesta, tale che credei che la collina su cui si trovava la mia piccola casa, stesse per crollare sotto tutta questa violenza. Ma nonostante questo, sembrasse un tentativo del diavolo, che già mi aveva tormentato altre volte, non era per me cosa nuova, ripresi coraggio, e continuai la mia meditazione fino a quando qualcuno, mi toccò sulla spalla; fui così spaventato, che riuscii a malapena a guardarmi intorno…”

 

INIZIANO COSI’ LE NOZZE ALCHEMICHE DI CRISTIANO ROSACROCE. SAREBBE IMPOSSIBILE IMMAGINARE UN INIZIO DIVERSO.

E’ UNA SERA ALLA VIGILIA DI PASQUA CHE DEVE COMINCIARE IL PELLEGRINAGGIO DELL’ALLIEVO NELLA SCUOLA CRISTIANA IEROFANTICA. OGNI ALTRO MOMENTO E’ SERIAMENTE SCONSIGLIATO ALL’ALLIEVO.

ALTRIMENTI, PERDEREBBE INDUBBIAMENTE LA TRACCIA DA SEGUIRE; UNA SERIE DI DISGRAZIE LO ATTENDEREBBERO E L’ENERGIA SPRECATA LO FAREBBE SICURAMENTE ARENARE SUL CAMMINO.

<<UNA SERA LA VIGILIA DI PASQUA>>! COSA SIGNIFICA?

SAPETE COSA QUESTA FESTA GENERALMENTE RAPPRESENTA. […] VI SONO ANCHE QUELLI CHE VANNO, LIBERI DAL TEMPO, DALLE DATE, DALLA NATURA O DALLA STORIA, VERSO LA FESTA DELLA PASQUA NEL PRESENTE VISSUTO IN UN NUOVO DIVENIRE COSCIENTE, SUPERIORE ED ETERNO; UNA RISURREZIONE IN QUELLA CHE CHIAMIAMO <<LA VITA NUOVA>>; UNA RESURREZIONE NELLA REALTA’ DI UN ALTRO MONDO CHE LA LINGUA SACRA CHIAMA: <<IL REGNO DI DIO>>.

PER POTER REALIZZARE UNA SIMILE RISURREZIONE, E’ EVIDENTE CHE UNA PREPARAZIONE SIA NECESSARIA, UN PROCESSO ESTREMEMENTE RADICALE. […] COSI COMPRENDIAMO FINO A CHE PUNTO DOBBIAMO LIBERARCI DELLA SUPERFICIALITA’ SE VOGLIAMO AFFERRARE IN UNA CERTA MISURA LE NOZZE ALCHEMICHE DI CRISTIANO ROSACROCE.

IL CAMMINO DELLA SANTIFICAZIONE DEI MISTERI CRISTIANI E’ UN CAMMINO PERFETTAMENTE EVANGELICO, IL CHE SIGNIFICA CHE, PRIMA CHE L’ALLIEVO ABBIA RAGGIUNTO LA <<SERA DELLA VIGILIA DI PASQUA>>, MOLTE COSE DEVONO ESSERE ACCADUTE. PRIMA CHE IL NUOVO SOLE SPLENDA AL SUO ZENIT, IL VECCHIO SOLE DEVE ESSERE INGHIOTTITO DALLE ACQUE DEL MARE DELLA VITA.

PERCIO’, SE LE NOZZE ALCHEMICHE INIZIANO COSI’ LACONICAMENTE CON : <<UNA SERA LA VIGILIA DI PASQUA, ERO SEDUTO ALLA MIA TAVOLA…>>, DOBBIAMO CONSIDERARE CHE UN ARDUO LAVORO HA PRECEDUTO TALE SERA, UN INTENSO LAVORO D’ANNIENTAMENTO DI SE’: LA DEMOLIZIONE DEL VECCHIO SE, L’ESTINZIONE DELLA LUCE DIALETTICA.

 

TERMINA QUI L’ESTRATTO CITATO

 

HO DECISO DI PUBBLICARE QUESTO ESTRATTO PER PORTARE L’ATTENZIONE SU UN DIVERSO ASPETTO DELLA PASQUA, NON LEGATO A DATE O AD ASPETTI CONSUMISTICI TRADIZIONALI (UOVA E COLOMBE PER ESEMPIO).

 

QUESTO EVENTO E’ IN REALTA’ UN SIMBOLO E ANCHE NELLE TRADIZIONI POPOLARI AD ESSO LEGATE SI INTRAVEDE IL RIFLESSO DI UN PIU’ PROFONDO MESSAGGIO.

 

E’ VECCHIA TRADIZIONE FARE LA GITA DI PASQUETTA, UNA GITA FUORI PORTA E FARE UN PIC-NIC OVVERO SI MANGIA AL SACCO. IL TIPICO PIC-NIC CI RIPORTA ALL’IMMAGINE DI UNA TOVAGLIA STESA SU DI UN CAMPO CON I COLORI DELLA PRIMAVERA, CON SOPRA UN CESTO DI VIVANDE E TUTTI I PARTECIPANTI CHE GIOIOSAMENTE MANGIANO ASSIEME QUANTO PORTATO NEL CESTO.

 

QUESTA TRADIZIONALE GITA FUORI PORTA CI RIPORTA, SE OSSERVIAMO CON UNO SGUARDO NON SUPERFICIALE, AD UN SIGNIFICATO MOLTO PROFONDO.

L’ENTRATA NELLA VITA NUOVA, NEL CAMPO DEL REGNO DIVINO, LA POSSIBILITA’ DI GIOIRNE E DI CIBARSI DEI SUOI SANTI ALIMENTI, SULLA SOLIDA BASE DI UN NUOVO STATO DI VITA, IN UN CRESCENTE SVILUPPO DI MAGNIFICENZA IN MAGNIFICENZA, E’ POSSIBILE SOLO DOPO AVER RAGGIUNTO LA RISURREZIONE DELL’UOMO DIVINO ORIGINALE.

 

PRIMA DI POTER CELEBRARE QUESTA GLORIOSA RISURREZIONE DELL’UOMO DIVINO IN NOI, UN LAVORO COSCIENTE DEVE ESSERE SVOLTO.

UN SIMILE LAVORO NON PUO’ ESSERE INIZIATO SE NON QUANDO SI E’ GIUNTI ALLA SERA DELLA VIGILIA DI PASQUA.

 

SI PUO’ GIUNGERE A UN SIMILE MOMENTO DI PREPARAZIONE SOLO GRAZIE AD UN ALACRE LAVORO DI CONOSCENZA DI SE’ E DI RESA DI SE.

 

UNA RESA PROGRESSIVA DELL’EGO AL DIVINO IN NOI.

 

LE NOZZE ALCHEMICHE TESTIMONIANO DELLA VERA RISURREZIONE, DOPO LA QUALE CRISTIANO ROSACROCE NON ABBANDONA IL MONDO E LE SUE MISERIE, MA CONTINUA A VIVERVI SERVENDO IN MODO SILENZIOSO IL GRANDE PIANO DI DIO PER LA SALVEZZA DELL’INTERA UMANITA’ CADUTA.

 

ANCHE I TESTI APOCRIFI CI RACCONTANO CHE GESU’ DOPO LA RISURREZIONE VISSE ASSIEME AI SUOI DISCEPOLI ALCUNI ANNI CONTINUANDO AD ISTRUIRLI SUL CAMMINO DELLA LIBERAZIONE.

 

LA VERA RISURREZIONE NON HA NULLA A CHE VEDERE CON LA MORTE DELL’INVOLUCRO MATERIALE, DEL CORPO FISICO. LA PASQUA E’ SIMBOLO DELLA RISURREZIONE CHE SEGUE IL PROCESSO DI MORTE MISTICA, OVVERO DI TOTALE RESA DELL’EGO.

 

UN INIZIATO CHE PERCORRE UN SIMILE PROCESSO DI MORTE MISTICA E CONSEGUENTE RISURREZIONE, PUR VIVENDO IN SE’ GRANDI CAMBIAMENTI E UNA RADICALE TRASFORMAZIONE INTERIORE, POTREBBE APPARIRE ASSOLUTAMENTE IL MEDESIMO AGLI OCCHI DI UN OSSERVATORE ESTERNO. EGLI CONDUCE LA PROPRIA VITA APPARENTEMENTE COME TUTTI GLI ALTRI MA IN LUI UN MERAVIGLIOSO PROCESSO SI E’ SVOLTO FINO AL CORONAMENTO DELLA RISURREZIONE.

 

IN LUI IL VECCHIO ADAMO SI E’ RICONOSCIUTO PER QUEL CHE E’ VERAMENTE ED HA DECISO DI SERVIRE IL DIO IN LUI, QUESTA DECISIONE LO HA PORTATO AD AFFRONTARE UNA GRAN QUANTITA’ DI CONFLITTI FRA LA PROPRIA ANIMA DIVINA IN CRESCITA ED IL PROPRIO EGO RESTIO ALLA RESA. E TUTTO QUESTO MENTRE ESTERIORMENTE CONDUCEVA UNA VITA APPARENTEMENTE NORMALE, PREOCCUPANDOSI DI LAVORARE, PAGARE LE BOLLETTE, FARE LA SPESA, CUCINARE, PULIRE CASA ECC…

 

UN BEL GIORNO GIUNGE ALLA TOTALE VITTORIA, IN SE’, DELL’ANIMA DIVINA, E L’EGO SI ESTINGUE COME INDIVIDUALITA’ SEPARATA DA DIO.

 

QUESTA E’LA MORTE MISTICA CANTATA DAI MITI DEI MISTERI!

 

EGLI QUINDI CAMBIA RADICALMENTE LA PROPRIA VITA ED ESTERIORMENTE CONTINUA A LAVORARE, PAGARE LE BOLLETTE, PULIRE CASA, FARE LA SPESA ECC…

 

GRAZIE A QUESTO LAVORO DI TOTALE RESA PUO’ INIZIARE UN LAVORO COSCIENTE PER LA RINASCITA DELL’UOMO DIVINO ORIGINALE.

 

GIUNTO AL TERMINE DI QUESTO LAVORO COSCIENTE, PUO’ CELEBRARE LA GLORIOSA RISURREZIONE DI CUI PAOLO DICE “LA MORTE E’ STATA INGHIOTTITA DALLA VITTORIA, DOV’E’ O MORTE IL TUO PUNGIGLIONE? IL PUNGIGLIONE DELLA MORTE E’ IL PECCATO” E ANCORA “SI SEMINA CORRUTTIBILE E NASCE INCORRUTTIBILE”.

 

CELEBRATA QUESTA RISURREZIONE EGLI PUO’ ORA CONTINUARE A LAVORARE, PAGARE LE BOLLETTE, FARE LA SPESA PULIRE CASE ECC… QUEL CHE CAMBIA NON E’ CIO’ CHE FA ESTERIORMENTE MA CIO’ CHE E’ DIVENUTO INTERIORMENTE.

 

LA SUA VITA E’ TESTIMONIANZA DELLA PROMESSA DI DIO, UNA PROMESSA DI LIBERAZIONE.

 

BUONA PASQUA E BUON CAMMINO!

Feb 17, 2010 - Fama Fraternitatis Rosae Crucis 1614    Commenti disabilitati su LA CONOSCENZA DI MERAVIGLIE DELLA NATURA

LA CONOSCENZA DI MERAVIGLIE DELLA NATURA

A QUALI MERAVIGLIE ALLUDE IL PROLOGO DELLA FAMA FRATERNITATIS?

SI TRATTA DELLA SCOPERTA CHE QUESTA NATURA, ANCHE SE NATA DALL’ERRORE NELL’USO DEL LIBERO ARBITRIO DELL’UOMO ORIGINALE, NON PUO’ SFUGGIRE ALLA VOLONTA’ DEL LOGOS STESSO. 

QUESTA NATURA DECADUTA, APPARENTEMENTE SOTTO IL POTERE DEGLI ARCONTI DEGLI EONI INFERIORI, NON PUO’ ESIMERSI DAL DIRIGERSI COMUNQUE NELLA DIREZIONE CHE IL LOGOS HA DECISO.

E’ OPPORTUNO APPROFONDIRE QUESTO CONCETTO. 

NEI TESTI GNOSTICI VEDIAMO, CHIARAMENTE, COME L’ARCONTE JALDABAOTH, L’ARROGANTE, SIA INGANNATO E PORTATO A CEDERE PARTE DELLA SUA TRIPLICE FORZA DIVINA ALL’UOMO. COSI, GRAZIE ALL’AIUTO OFFERTO ALL’UOMO, DAGLI INVIATI DEL REGNO DEL PADRE, CIO’ CHE DA TALE REGNO E’ USCITO POSSA RITORNARVI.

QUESTA E’ LA GRANDIOSA SCOPERTA.

QUESTO MONDO, OVE REGNA L’UNICA INESORABILE LEGGE “APPARIRE, BRILLARE, SPARIRE”, O ALTRIMENTI “NASCERE, CRESCERE E MORIRE”, QUESTO MONDO DOVE NULLA E’ PERMANENTE, DOVE VALORI COME FELICITA’, LIBERTA’ E AMORE SONO SOLO RELATIVI, PROPRIO QUESTO MONDO E’ PER L’UOMO UN “ORDINE DI SOCCORSO”.

CI SI POTREBBE CHIEDERE, SE NEMMENO QUESTO MONDO DECADUTO PUO’ ESIMERSI DALL’ANDARE NELLA DIREZIONE CHE IL LOGOS HA DECISO, PERCHE’ IL LOGOS NON PUO’ DIRETTAMENTE RIPORTARE A SE CIO’ CHE DAL REGNO DIVINO E’ CADUTO?

LA RISPOSTA STA NEL LIBERO ARBITRIO, L’UOMO DEVE SCEGLIERE DI APPROFITTARE DELLE POSSIBILITA’ CHE IL LOGOS CONCEDE.

QUESTO PER DUE MOTIVI, PRIMO IL NOSTRO STATO E’ TALMENTE IN DISARMONIA CON IL LOGOS CHE SE QUESTI CI AFFERRASSE CON TUTTA LA SUA PIENEZZA NE VERREMMO ANNIENTATI, IL SECONDO E’ CHE COME LA CADUTA E’ AVVENUTA PER L’USO DEL LIBERO ARBITRIO ANCHE LA RIGENERAZIONE DEVE SEGUIRE QUESTA STRADA. QUESTO MONDO SI PONE DA FILTRO FRA LA PIENEZZA DEL LOGOS E IL NOSTRO VUOTO ESISTENZIALE, COSI’ CHE POSSIAMO GRADUALMENTE AVVICINARCI A TALE PIENEZZA SENZA ESSERNE DANNEGGIATI. DATA LA SUA NATURA, QUESTO MONDO, OFFRE AL NOSTRO EGO UNA GRAN QUANTITA’ DI TENTAZIONI, DI DISTRAZIONI, E SOLO RIMANENDO SALDAMENTE ORIENTATI SUL FINE DELLA LIBERAZIONE DELL’ANIMA DIVINA, TESTIMONIAMO UN CAMMINO COSCIENTE, LIBERAMENTE SCELTO, UN CAMMINO DI CONOSCENZA DI SE’, UN CAMMINO CHE CI PORTA SEMPRE PIU’ A DISTINGUERE NETTAMENTE LE DUE NATURE IN NOI, QUELLA MATERIALE E QUELLA DIVINA.

IL SUO STESSO MECCANISMO, CHE A PRIMA VISTA SEMBRA UNA CONDANNA, E’ CIO CHE CONSENTE ALL’UOMO DI TROVARE E PERCORRERE UN CAMMINO DI RITORNO ALLA CASA DEL PADRE, UN CAMMINO PER RIPORTARE LA LUCE AL PROPRIO DOMINIO, AL REGNO DAL QUALE E’ USCITA.

TUTTE LE LEGGI CHE GOVERNANO QUESTA NATURA HANNO UN DUPLICE ASPETTO, POSSONO ESSERE UN CARICO DA SUBIRE O UNA SCUOLA DALLA QUALE TRARRE LEZIONI PER CONOSCERSI SEMPRE PIU E TROVARE IL MODO DI REALIZARE IN NOI, UNO DEI MOTTI CHE LEGGIAMO NELLA FAMA FRATERNITATIS, IL “JESU MIHI OMNIA”, GESU’ E’ TUTTO PER ME.

LE MERAVIGLIE DI QUESTA NATURA NON SONO I SUOI ASPETTI SOTTILI, CHE TUTTALPIU’ RIENTRANO NELLA “META SCONOSCIUTA DEL MONDO”, MA LE CONCRETE POSSIBILITA’ CHE LA VITA SU QUESTA TERRA CI OFFRE PER RISVEGLIARE IN NOI L’UOMO DIVINO ORIGINALE, PER RIPORTARLO A PIENA MANIFESTAZIONE.

DIO NON ABBANDONA L’OPERA DELLE SUE MANI.

 

Feb 1, 2010 - Fama Fraternitatis Rosae Crucis 1614    Commenti disabilitati su LA CONOSCENZA DELLA META’ DEL MONDO PRIMA NASCOSTA E IGNOTA

LA CONOSCENZA DELLA META’ DEL MONDO PRIMA NASCOSTA E IGNOTA

LA CONOSCENZA DELLA META’ DEL MONDO PRIMA NASCOSTA E IGNOTA.

QUAL’E’ QUESTA META’ NASCOSTA?

A COSA SI RIFERISCE?

IL NOSTRO MONDO E’ COMPOSTO DA DUE SFERE, UNA MATERIALE VISIBILE E UNA INVISIBILE ALL’OCCHIO UMANO E IMPERCETTIBILE CON I SENSI COMUNI.

LA SFERA MATERIALE E’ QUELLA IN CUI VIVIAMO LA NOSTRA VITA DI VEGLIA.

LA META’ NASCOSTA E’ L’ALDILA’.

MOLTI RICERCATORI SI SONO INGANNATI CREDENDO DI TROVARVI IL REGNO DI DIO, MA L’ALDILA’ E’ SOLO LA CONTROPARTE DELL’ALDIQUA’, DEL NOSTRO MONDO MATERIALE. DIFATTO NE E’ LA COMPONENTE SOTTILE.

QUESTA COMPONENTE SOTTILE HA DIVERSE ZONE, CIASCUNA DELLE QUALI POSSIEDE UN PROPRIO LIVELLO VIBRATORIO IN ACCORDO CON LO STATO DI COSCIENZA E DI VITA DI UNA CERTA PARTE DI ESSERI UMANI.

SI PUO’ DIRE CHE ESISTANO TANTI PARADISI E TANTI INFERNI PER QUANTI SONO GLI UOMINI SULLA TERRA.

L’ALDILA’, COME IL MONDO MATERIALE, DOVREBBE ESSERE SOLO UN DOMINIO DI PASSAGGIO PER I MICROCOSMI (PRIMA DI UNA NUOVA DISCESA NELLA MATERIA), FINTANTO CHE LA REINCARNAZIONE SARA’ LORO ANCORA NECESSARIA.

DIFATTO IL PASSAGGIO, AL DECESSO, NELL’ALDILA’ CONDUCE VERSO UNA PROGRESSIVA DISGREGAZIONE DELLA PERSONALITA’ ED ANCHE DELLA COSCIENZA, UNITE AL MICROCOSMO. QUESTO ACCADE PERCHE’ LA PERSONALITA’ NON HA APPROFITTATO DELLA POSSIBILITA’ DI LIBERAZIONE CHE LA VITA NELLA MATERIA LE HA OFFERTO. PERCHE’ IL MICROCOSMO ABBIA UNA NUOVA POSSIBILITA’ DEVE SORGERE IN ESSO UNA NUOVA PERSONALITA’, GRAZIE AD UNA NUOVA NASCITA MATERIALE. DELLA VECCHIA RIMARRA’ IN ESSO SOLO IL RISULTATO DELLE AZIONI COMPIUTE IN VITA CON I CREDITI E DEBITI CHE ESSA HA ACCUMULATO. SIA INTESO CHE QUANDO UNA PERSONALITA’ HA, INVECE, APPROFITTATO PIENAMENTE DI TALE POSSIBILITA’, UNA NUOVA DISCESA NELLA MATERIA NON E’ PIU’ NECESSARIA PER LA LIBERAZIONE E LA PERSONALITA’ NON ACCEDERA’ ALL’ALDILA’ PER UNA DISGREGAZIONE, MA AVRA’ ACCESSO AL CAMPO DI VITA DELLE ANIME DIVINE RINATE (QUESTI, NON E’ UNA DELLE TANTE ZONE DELL’ALDILA’, ESSO E’ UN VACUM NEL QUALE LE FORZE DELLA NATURA DECADUTE NON POSSONO ENTRARE. UN CAMPO DI SVILUPPO PER TUTTE LE ANIME DIVINE REALMENTE RINATE).

VI SONO, POI, DELLE PERSONALITA’ (CHE NON HANNO APPROFITTATO DELLA POSSIBILITA’ DI LIBERAZIONE) CHE NON DESIDERANO ESTINGUARSI E TROVANO IL MODO DI PARASSITARE LE FORZE VITALI DEI VIVENTI. QUESTE PERSONALITA’ ALIMENTANO L’ILLUSIONE DEGLI UOMINI, SUL COSIDETTO “PAESE DELL’ESTATE”, NUTRONO L’ILLUSIONE CHE TALE DOMINIO SIA IL REGNO DI DIO.

RICORDIAMO PERO’, LE PAROLE DI GESU’: “IL MIO REGNO NON E’ DI QUESTO MONDO”. 

QUINDI NEMMENO DELL’ALDILA’, CHE RIPETIAMO, E’ SOLO LA PARTE INVISIBILE DI QUESTO MONDO.

LA VITA DA QUESTA PARTE DEL VELO, LA PARTE MATERIALE, OFFRE UNA CONCRETA POSSIBILITA’ DI LIBERAZIONE DALLA PRIGIONIA NELLA NATURA MATERIALE DECADUTA, UNA LIBERAZIONE DA ENTRAMBE LE SUA SFERE, TANTO QUELLA MATERIALE QUANTO QUELLA SOTTILE, L’ALDILA’.

OGNI ATTIMO DELLA NOSTRA VITA E’ IMPORTANTE E NON VA SPRECATO.

DOBBIAMO CONSIDERARE OGNI ATTIMO CHE IL LOGOS CI CONCEDE DI VIVERE COME PREZIOSO PER IL NOSTRO CAMMINO VERSO IL RITORNO ALLA CASA DEL PADRE.

I ROSACROCE RISPETTANO QUEL GRANDE DONO CHE E’ LA VITA, LA GRANDE POSSIBILITA’ DI SALVEZZA CHE ESSA OFFRE.

A QUESTI PARASSITI, NELLA META’ NASCOSTA, SI DEVONO AGGIUNGERE LE FORZE DELLA NATURA, PERVERTITE DALLA CADUTA DELL’UOMO ORIGINALE.

QUESTE FORZE, ALL’ORIGINE PURE, SONO STATE PERTURBATE DALL’EGOCENTRISMO CAUSA DELLA CADUTA E SI SONO MUTATE, NELLA REALTA’ IN CUI NOI VIVIAMO, IN FORZE CONDIZIONANTI, IMPRIGIONANTI E CRISTALLIZZANTI.

I DODICI EONI DELLA NATURA, COSTITUISCONO LA MATRICE DELLA NATURA STESSA.

TUTTI NE SIAMO IL PRODOTTO MATERIALE.

ESSI SONO I MURI DELLA NOSTRA PRIGIONE MATERIALE.

QUESTI SONO, QUELLI CHE LA PISTIS SOPHIA CHIAMA I DODICI DALL’ALTO VERSO IL BASSO. SONO GLI EONI DI CUI FANNO PARTE GLI ARCONTI CHE PERSEGUITANO LA PISTIS SOPHIA.

L’ALDILA’, ESSENDO DI NATURA SOTTILE, E’ IL DOMINIO NEL QUALE MEGLIO SI ESPRIME IL CONTROLLO DI QUESTE FORZE, DI QUESTI ARCONTI ED EONI. E’ TRAMITE QUESTO DOMINIO SOTTILE, CHE TALI FORZE TRASMETTONO IL LORO CONTROLLO SULLA NATURA MATERIALE.

RICAPITOLANDO IL PANORAMA DELLA META’ NASCOSTA DEL MONDO TROVIAMO:

VI SI TROVANO I 12 EONI DELLA NATURA, DODICI FORZE LA CUI NATURA E’ STATA PERVERTITA DALLA CADUTA.

INOLTRE TROVIAMO ANCHE ALCUNE PERSONALITA’ CHE, NON DESIDERANDO SEGUIRE IL CORSO NATURALE DELLA VITA E PER MANTENERSI IN MODO ANORMALE, SI NUTRONO DI ENERGIE PRODOTTE DAI VIVENTI.

QUESTO DOMINIO SI COMPONE DI DIVERSE ZONE CIASCUNA DELLE QUALI CORRISPONDE ALLO STATO D’ESSERE E CONSEGUENTEMENTE DI VITA, D’UNA CERTA PARTE DELL’UMANITA’.

ESSA E’ ANCHE IL LUOGO CHE CONSENTE AL MICROCOSMO, CHE NECESSITA ANCORA DI TORNARE A FARE ESPERIENZE NELLA MATERIA, DI ESSERE PULITO DALLA PREGRESSA PERSONALITA’ E DI REGISTRARNE L’ESITO DELLA VITA NELLA SUA SFERA AURALE, PER POI POTER OSPITARNE UNA NUOVA, MEDIANTE UNA NUOVA NASCITA NATURALE.

 “IL MIO REGNO NON E’ DI QUESTO MONDO”

“CERCATE ANZITUTTO IL REGNO DI DIO”

SE NON SI TROVA NELL’ALDILA’ DOV’E’ QUESTO REGNO?

COME POSSIAMO CERCARLO?

SE QUESTO REGNO E’ IL PRODOTTO DEI DODICI EONI DELLA NATURA, COM’E’ POSSIBILE CHE OFFRA LA POSSIBILITA’ DI ESSERE LIBERATI DALLA SUA STESSA SCHIAVITU’?

COME POSSIAMO APPROFITTARE DELLE POSSIBILITA’ LIBERATRICE CHE LA VITA CI OFFRE?

LA FAMA FRATERNITATIS CI MOSTRA, IN SIMBOLI, IN IMMAGINI, LA RISPOSTA A QUESTE IMPORTANTI DOMANDE.

NEL COMMENTO A QUESTA SPLENDIDA TESTIMONIANZA DELL’AMORE DI DIO, TROVEREMO QUESTE RISPOSTE. 

 

 

Gen 20, 2010 - Fama Fraternitatis Rosae Crucis 1614    Commenti disabilitati su Viviamo in tempi felici – Prologo della Fama Fraternitatis

Viviamo in tempi felici – Prologo della Fama Fraternitatis

Visto che l’unico Dio saggio e misericordioso negli ultimi giorni ha riversato sull’umanità, così riccamente, la sua misericordiosa bontà, così da permetterci di conseguire una conoscenza sempre maggiore e più perfetta del suo figlio Gesù Cristo e della Natura, possiamo affermare a buon diritto di vivere in tempi felici, in cui Egli non solo ha rivelato la metà del mondo finora a noi sconosciuta e nascosta e ci ha fatto conoscere molte meravigliose opere e creature della Natura mai viste prima, ma ha anche fatto sorgere uomini di grande saggezza, che potrebbero in parte rinnovare e perfezionare tutte le arti (oggi contaminate e imperfette) perché l’uomo possa finalmente comprendere la sua nobiltà e il suo valore e il motivo per cui sia chiamato microcosmo e quanto la sua conoscenza sia estesa in Natura.

 

QUESTO E’ IL PROLOGO DELLA “FAMA FRATERNITATIS ROASE CRUCIS”  (1614).

QUALI SONO GLI “ULTIMI TEMPI” DI CUI PARLA IL PROLOGO?

SI TRATTA DELLA FINE DELL’ERA DEI PESCI E DELL’INIZIO DELL’ACQUARIO. QUESTA FINE E IL CONSEGUENTE NUOVO INIZIO NON SONO DEI LIMITI NETTI. IL PASSAGGIO DA UN’ERA ALL’ALTRA E’ UNO SCIVOLAMENTO DEL VECCHIO NEL NUOVO.

L’ERA DELL’ACQUARIO PORTA ALL’UOMO NUOVE FORZE E GRANDI POSSIBILITA’.

COSA RENDE POSSIBILE?

 

– UNA CONOSCENZA MAGGIORE E SEMPRE PIU PERFETTA DEL SUO (sottimteso DIO) FIGLIO GESU’ CRISTO

– UNA CONOSCENZA MAGGIORE E SEMPRE PIU PERFETTA DELLA NATURA

– LA CONOSCENZA DELLA META’ DEL MONDO PRIMA NASCOSTA E IGNOTA

– LA CONOSCENZA DI MERAVIGLIE DELLA NATURA

– IL SORGERE DI UOMINI DI GRANDE SAGGEZZA IN GRADO DI PERFEZIONARE LE ARTI

– LA COMPRENSIONE DA PARTE DELL’UOMO DELLA PROPRIA NOBILTA’

– LA COMPRENSIONE DA PARTE DELL’UOMO DEL PERCHE’ SIA CHIAMATO MICROCOSMO

CON QUESTE PREMESSE NON E’ CERTO UN AZZARDO AFFERMARE DI TROVARSI IN “TEMPI FELICI”.

FACCIAMO, PERO’, ATTENZIONE A RICORDARE CHE SI TRATTA DI FORZE E POSSIBILITA CHE DEVONO DA NOI ESSERE REALIZZATE. ESSE NON SI REALIZZANO AUTOMATICAMENTE IN UNA SORTA DI EVOLUZIONE INCONDIZIONATA, SONO SOLO POSSIBILITA’ CHE CI SONO OFFERTE E SE DECIDIAMO DI ACCETTARNE L’OFFERTA, RICEVIAMO ANCHE LA FORZA NECESSARIA PER CONCRETIZZARE QUANTO POTENZIALMENTE POSSIBILE.

COME POSSIAMO ACCETTARE QUESTA OFFERTA DELLA NUOVA ERA?

COSA IMPLICA ACCETTARE UNA SIMILE OFFERTA?

IL FRATELLO C.R.C ENTRO’ IN CONVENTO ALL’ETA’ DI CINQUE ANNI.

IL NUMERO CINQUE RAPPRESENTA L’ANIMA DELL’UOMO SOTTO TUTTI I SUOI ASPETTI. 

L’ACCETTAZIONE DELL’OFFERTA DELL’ACQUARIO DEVE ESSERE UN’ACCETTAZIONE DELLA TOTALITA’ DELL’ANIMA.

UNA SIMILE ACCETTAZIONE IMPLICA UNA PROGRESSIVA RESA DELL’EGO AL DIO IN NOI.

PER POTERCI ARRENDERE AL DIO IN NOI, DOBBIAMO PERO’, RICONOSCERNE L’ESISTENZA, RICONOSCERE LA SUA FLEBILE VOCE FRA L’ASSORDANTE CHIASSO DELL’EGO CHE STORDISCE LA NOSTRA ANIMA.

SE ACCETTIAMO, DI DOVERCI ARRENDERE, L’ERA DELL’ACQUARIO CI DA LA FORZA NECESSARIA PER POTER SCORGERE, L’ALTRO IN NOI,  IL CRISTO IN NOI, PER PERFEZIONARNE SEMPRE PIU’ LA CONOSCENZA. ESSA CI DA ANCHE LA FORZA PER ATTUARE QUESTA PROGRESSIVA RESA DELL’EGO.

COSI’ POSSIAMO DIRE: “l’unico Dio saggio e misericordioso negli ultimi giorni ha riversato sull’umanità, così riccamente, la sua misericordiosa bontà, così da permetterci di conseguire una conoscenza sempre maggiore e più perfetta del suo figlio Gesù Cristo”  

 AL PROSSIMO POST GLI ALTRI PUNTI DEL PROLOGO…