Il Caldeo

Quando si parla di Rosacroce sette-ottocentesca, spesso compare un archetipo comune, quello del Caldeo.

 

Il Conte di Westerlool possedeva un importante corpus di scritti alchemici italiani e molto s’interessò a Giuseppe Francesco Borri (Medico e alchimista, legato alla storia della Rosacroce d’Oro dell’Italia del tempo). Di quest’ultimo possedeva un manoscritto di ricette, oggi noto come Libro del Cavalier Borri. Probabilmente acquistò i testi italiani in occasione di un viaggio fatto a Roma, nel quale fu ospite di un antiquario. Il Conte ha lasciato due tomi di memorie delle sue gesta.

 

Il Protagonista del più famoso romanzo di Edward Bulwer Lytton, “Zanoni”, è un Caldeo immortale, conoscitore dei segreti della natura. Questi fu iniziato, nell’antica Caldea da Megnur. Vi è una certa somiglianza fra Megnur, più che Zanoni, e il caldeo descritto dal Conte di Westerloo. Di fatto con Zanoni quest’ultimo avrebbe poco in comune.

Molto interessante notare che Sir. Lytton dice di aver ricevuto il testo da un antiquario di libri antichi, che si scoprirà essere Glyndon, il giovane ambizioso che fallì l’iniziazione.

Sembra che Sir. Lytton fosse membro della Societas Rosicruciana in Anglia (SRIA), nei rituali della quale vediamo (quelli del 1860) un rimando alla Rosacroce d’oro di Federico Gualdi ed un riferimento al maestro di Gerolamo Ruscelli, Alessio Piemontese (identificato in seguito con lo stesso Ruscelli).

 

Nel Thesaurus Thesaurorum a Fraternitate Rosae et Aureae Crucis Testamentum – 1580, negli statuti in apertura leggiamo all’articolo 26 che a un fratello che si rechi in un luogo dove ha già soggiornato per parecchio tempo in passato, è chiesto di cambiare la propria figura per mezzo della pietra per non essere riconosciuto. Questa ingiunzione compare solo nella versione tedesca degli statuti, mentre in quella italiana, troviamo un riferimento nell’articolo 31 ove è detto che se un Fratello vuole RINNOVARSI, deve passare tre regni e restarvi per dieci anni senza poter tornare da dove è partito per almeno 30 anni.

L’undicesimo libretto del detto Tesaurus ha titolo COME UN MAGO PUO’ CAMBIARE LA SUA NATURA E RINGIOVANIRE. Questo libretto riporta un procedimento, ovviamente simbolico, grazie al quale il mago può mutare il suo aspetto e durante questa catarsi cambia anche capelli e denti. Vediamo qui un tratto comune con quanto il Caldeo disse al Conte di Westerloo. Lo stesso procedimento si ritrova nel libro dei rituali della massoneria egizia di Cagliostro e corrisponde alla seconda quarantena.

 

Riassumendo

Quando nei testi citati si parla di rinnovamento, questo è una metafora per la Trasfigurazione. Tuttavia, i Caldei di questi racconti, e gli stessi testi, lasciano trasparire una certa longevità negli Adepti in questione.

Sembra quasi che l’uomo alla nascita abbia un tempo di massima che gli è concesso, tempo che può essere anche piuttosto lungo (il caldeo sostiene sino anche a mille anni).

A proposito di longevità riporto da wikipedia cosa la ricerca genetica ha trovato:

<<Il telomero è la regione terminale del cromosoma, da cui deriva il nome stesso, composta di DNA altamente ripetuto, non codifica per alcun prodotto proteico. Il telomero ha un ruolo determinante nell’evitare la perdita di informazioni durante la duplicazione dei cromosomi, poiché la DNA polimerasi non è in grado di replicare il cromosoma fino alla sua terminazione; se non ci fossero i telomeri la replicazione del DNA comporterebbe dopo ogni replicazione una significativa perdita di informazione genetica. Diversi studi hanno dimostrato che il progressivo accorciamento dei telomeri ad ogni ciclo replicativo sia associato all’invecchiamento cellulare.>>

vedi (http://it.wikipedia.org/wiki/Telomero

 

Sembra che un neonato abbia circa il doppio di Telomeri di un sessantenne.

Per quanto riguarda la rigenerazione cellulare ricerche fatte in laboratori statunitensi hanno mostrato che se possibile attivare capacità rigenerative in un campione di cavie da laboratorio, è anche vero che ad ogni rigenerazione si ha un accorciamento dei Telomeri e che le cellule cerebrali sembrano essere le uniche non rigenerabili.

Sembra quindi che anche la genetica confermi che una l’uomo ha una possibile durata massima per la vita biologica, che però si riduce progressivamente durante il corso della vita stessa, ma mai si allunga.

Cito sempre dallo stesso articolo di Wikipedia:

<<Nell’uomo, ad esempio, numerosi tumori sono in grado di aumentare l’attività della telomerasi, ottenendo una capacità di replicazione pressoché infinita.>>

Nello stesso articolo, a proposito di possibili terapie geniche per l’attivazione della Telomerasi nell’uomo, si legge:

<<Le principali perplessità della comunità scientifica riguardo a questo tipo di approccio, comunque, riguardano l’eventuale rischio cancerogeno che tali farmaci potrebbero comportare: l’allungamento della vita di ogni cellula, infatti, è intrinsecamente correlato ad un aumento della vulnerabilità al cancro.>>

Sembra quindi che la Natura abbia posto un limite biologico invalicabile alla massima longevità possibile per ciascuno.

L’uomo però, se non può aggiungere un solo giorno al limite fissato per la sua dissoluzione, può, tuttavia, togliervi vari decenni a causa della sua condotta.

E’ palese che lo stile di vita sia un importante fattore nel determinare la durata di una vita. Se la vita è in armonia, reale, con il Logos, allora, i fattori che danneggiano la struttura biologica (compresi tutti i suoi aspetti sottili) sono ridotti. Questo non significa che un modo di vivere sano allunghi necessariamente la vita ma evita di ridurre il tempo che c’è concesso.

Inoltre avere uno stile di vita sano, dal punto di vista di un iniziato, significa qualcosa di diverso da quanto solitamente s’intende con questa espressione.

Per l’iniziato significa vivere in armonia con le leggi del Logos e per poterlo fare è necessario comprenderle e adeguarvisi. Per giungere fare questo è quindi necessario un profondo lavoro su di sé.

Ad esempio, essere vegetariani è un ottimo aiuto sul cammino, ma il non nutrirsi di animali non elimina gli aspetti di aggressività, legati all’auto-conservazione, presenti nel nostro astrale. Per eliminarli è necessario un lavoro personale e profondo.

Per un Adepto queste considerazioni sono importanti poiché la sua vita, essendo una Vita di Servizio, è un contributo al piano di Salvezza per l’umanità.

Il Caldeo è un archetipo che rappresenta l’Iniziato che ha raggiunto il fine dell’iniziazione e che per tale motivo è disinteressato alla bolgia quotidiana.

Egli è immortale secondo l’anima-spirito e longevo secondo il corpo, per quanto questo serva al lavoro al Servizio dell’Opera di Dio, per la salvezza del mondo e dell’umanità.

Come però si legge a proposito dei Fratelli nella Fama essi “Trascorsero la loro vita in questo lodevole comportamento; tuttavia, sebbene i loro corpi fossero immuni da ogni malattia e dolore, queste anime non potevano oltrepassare il termine fissato della dissoluzione.”.

Le scelte o gli atteggiamenti, di un simile Adepto, sono incomprensibili per chi non ha raggiunto tale stato.

Un simile Fratello o Sorella sa ottenere la Pietra e utilizzarla con sapienza per la propria totale Trasfigurazione ed al servizio degli altri.

 

Buon Cammino!

Il Caldeoultima modifica: 2012-11-08T14:37:00+01:00da cubica-rc
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