Ott 2, 2012 - Fonti per Ricercatori, Frammenti, Rosacroce del XVIII° sec.    Commenti disabilitati su Lo Zelator della SRICF (ramo americano della SRIA).

Lo Zelator della SRICF (ramo americano della SRIA).

Nel rituale di Zelator in uso nel 1880 e nel SRCF (Societas Rosicrucoiana in Civitatibus Foederatis – Società Rosicruciana negli Stati Uniti), ramo americano della SRIA (Societas Rosicruciana in Anglia – Società Rosicruciana in Inghilterra), veniva fatta una lettura nella quale si introduceva la figura di Gualdi e la sua ricerca per realizzare l’Elixir vitae. Federico Gualdi, è presentato come un Magister Templi, che si dedicò alacremente a tale alchemico lavoro.

La lettura, racconta che ogni giorno egli aveva la viva speranza di raggiungere il fine, era sicuro di essere sul punto di riuscirvi. La sua speranza era così forte che si trasmise anche alle menti dei suoi compagni.

Avrebbe voluto suonare la campana e far sobbalzare la sua anima.

In caratteri di fuoco scrisse “Igne Nitrum Roris Invenitur”, “dal fuoco il nitro della rugiada viene estratto” e questa sarebbe stata la sua soluzione.

Una notte, a mezzanotte, mentre tutti dormivano, lo speranzoso Gualdi si alzò dal suo seggio in pietra nella brillante cappella rocciosa e gridò “Eureka!”. Suonò la Campana, i monaci accorsero uno dopo l’altro nella Camera Santa. Al centro dell’altare trovarono i libri aperti di Gualdi, al loro fianco un piccolo recipiente contenente nitro e un crogiolo con oro tenuto in soluzione.

Dopo una più attenta ricerca fu rinvenuto Gualdi prono al suolo con ancora in mano il battaglio della campana.

 

Questo in sintesi il racconto su gualdi.

 

Sempre nel rituale sono anche indicate le quattro parole di passo dello Zelator: Immortalità, Speranza, forza, Virtù.

 

 Dalla “The Royal Masonic Cyclopaedia”, redatta da Kenneth Mackenzie, apprendiamo che nella SRIA il nome mistico dello zelator era “Periclinus de Faustis”*, che significa “avventuriero benedetto”.

Tale nome mistico, però, non figura nei rituali del 1880 del ramo Americano. Tuttavia Mackenzie era ancora vivo al tempo in cui tali rituali furono redatti e per tale motivo i nomi mistici da lui indicati rivestono comunque un particolare interesse.

Cosa suggeriscono questi elementi tratti dal rituale del 1880, e il nome mistico riportato da Mackenzie?

Di Gualdi è detto che era un Magister Templi, ovvero, l’ottavo grado della SRCF e della SRIA.

Nel racconto appare desideroso di suonare la campana che fa sobbalzare l’anima. Si tratta di un’immagine che suggerisce il momento in cui l’iniziato può partecipare al lavoro, magistralmente descritto nelle Nozze Alchemiche. In tale testo leggiamo che quando CRC riceve l’invito alle Nozze, la sua umile dimora trema tanto da fargli temere che sarebbe crollata.

Nel racconto sono presentati gli obiettivi dell’intero lavoro iniziatico, così che l’iniziato possa aspirarvi sin dall’inizio.

Ad un certo punto del racconto Gualdi si alza dal suo seggio in pietra. L’uomo naturale è prigioniero della forza di attrazione della materia terrestre e può rialzarsi solo grazie ad un lavoro cosciente su di sé. Un simile lavoro, però, può essere realizzato solo se prima è stata edificata una coscienza capace di adempiere i compiti interiori, che l’iniziato deve assolvere, per liberarsi e per aiutare gli altri nel loro cammino di liberazione. L’alzarsi e il gridare “Eureka!”, suggerisce questa illuminazione della coscienza, della nuova coscienza.

Solo in questo stato può suonare la campana, solo ora può partecipare al vero lavoro alchemico interiore ed esteriore.

Apprendiamo dal racconto che lo scranno di pietra si trovava in una brillante cappella rocciosa.

Quando giungono i confratelli di Gualdi, non lo trovano subito, e rinvengono sull’altare i libri di Gualdi, una boccetta contenente nitro e un crogiolo con oro mantenuto in soluzione.

Cosa significa tutto ciò?

La Scintillante Cappella rocciosa è il corpo mentale, nel quale l’Insegnamento universale ha messo le sue radici e fruttificato. L’Anima-Spirito è nata, lo Spirito si è potuto unire al corpo mediante l’Anima Nuova.

Per mantenere in soluzione un metallo è necessario un calore adeguato e costante. E’ l’immagine dello spirito igneo di Cristo, il fuoco che arde nell’Anima del risuscitato.

Qual è la via per giungere a tale risveglio dell’uomo divino?

Questa è indicata nella formula “Igne Nitrum Roris Invenitur”.

Il Nitrum è l’azoto, l’Azoth, ovvero, l’opera dei filosofi che con il fuoco può essere estratta dalla rugiada.

La rugiada è un’acqua che non cade dall’alto ma si eleva dal basso. Essa è l’immagine dell’Anima Nuova che deve essere riedificata dal basso, dal lavoro su di sé che l’uomo deve compiere.

Il fuoco di cui si parla è il fuoco cosmico del Cristo.

Nel Vangelo di Luca 12,49 leggiamo: 49 Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso!

Nel Vangelo di Tommaso, al logion 10 leggiamo: [10] Gesù disse: Ho gettato fuoco sul mondo, ed ecco, lo custodisco fino a che divampi.

L’Azoth è quindi la realizzazione dell’Anima-Spirito.

Le quattro parole di passo sono contengono il fine, del lavoro dell’iniziato, e i mezzi per raggiungerlo.

L’Immortalità è il fine. Mantenendo viva la Speranza più nascere ed essere rafforzata quella fede che è capace di spostare le montagne degli ostacoli interiori. Grazie alla Speranza e alla fede che ne nasce, l’iniziato è in grado di ricevere la Forza, la radiazione ignea del Cristo cosmico, con la quale può consolidare in sé la Virtùnecessaria alla realizzazione dell’opera dei filosofi.

All’inizio di questo lavoro lo Zelator doveva rafforzare la speranza e apprendere, di conseguenza, la perseveranza. Egli era un avventuriero poiché intraprendeva la grande avventura sul cammino di ritorno al Padre ed in tale avventura era veramente fortunato poiché, in ciò, era assistito e sostenuto da Dio stesso.

Buon Cammino!

 

*[Nota storica interessante: I nomi mistici che Mackenzie riporta non mi risulta figurino nei rituali della SRCF del 1880, non sono in grado di dire se in quelli della SRIA di tale periodo figurassero o meno. Tali nomi mistici furono invece (tutti o solo alcuni) utilizzati nei rituali di altre soecità esoteriche di fine ‘800 – primi ‘900, aventi gradi con i medesimi nomi ma rituali alquanto differenti da quelli della SRIA e della SRICF. 

Il nome mistico del Magister, secondo Mackenzie è “Pedemontanus de Rebus” che significa “circa le pendici del monte”. Interessante vedere che Pedemontanus era il cognome in latino di Alessio Piemontese (Alexius Pedemontanus), nome che sembra essere stato lo pseudonimo sotto il quale Girolamo Ruscelli scrisse e pubblicò alcune opere alchemiche. Fra tali opere figura anche il famoso “segreti nuovi di meravigliosa virtù”, nel cui proemio si trovano gli articoli della società segreta alla cui fondazione nel napoletano partecipò anche lui, all’incirca nel 1542-43. Gli articoli richiamano quelli degli Statuti napoletani del 1678 della rosacroce d’oro che indicano il 1542-43 anno di nascita della congrega. Alexander De Denann, mostra come il Ruscelli sia all’origine della Rosacroce d’oro in Italia, nel napoletano. Il rimando alla figura storica di Federico Gualdi, ci riporta alla Rosacroce d’oro tedesca ed alle sue diramazioni italiche a Venezia (Federico Gualdi), Pesaro (Francesco Maria Santinelli), Roma (Massimilano Palombara) e Milano (Giuseppe Francesco Borri). Il Santinelli fu allievo di Gualdi e fece parte del circolo del Palombara a Roma. Borri fu vicino alla Regina di Svezia Cristina, mecenate di diverse accademie culturali e fra queste il circolo alchemico del Palombara a Villa Palombara, dal quale si narra sia passato anche il Borri, anzi sembra che le conoscenze del Palombara fossero dovute al suo incontro con il Borri. In definitiva sembra che i rituali del 1880 e l’ambiente nel quale ebbero origine fosse ispirato alla Rosacroce d’oro nelle sue radici italiche e successive diramazioni tedesche.]

Lo Zelator della SRICF (ramo americano della SRIA).ultima modifica: 2012-10-02T16:35:23+02:00da cubica-rc
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