Giu 14, 2011 - Fama Fraternitatis Rosae Crucis 1614    Commenti disabilitati su I Saggi di Damcar

I Saggi di Damcar

La prima stesura di questo post risale a quasi due mesi fa. Dialogando, qualche settimana fa, con un Fratello sull’argomento di questo post, mi ha fatto notare un particolare che non avevo visto, si tratta di un importante significato della parola ebraica rk (Kar), ovvero Agnello.

In effetti, questo ulteriore significato è complementare a quanto già scritto ed anzi aiuta a chiarirne il filo logico. Quindi ho integrato quanto già scritto con quanto scaturisce da questa osservazione.  Ho anche aggiunto una piccola appendice cabalistica. Cambio anche il titolo da “La Comunità di Damcar” a “I Saggi di Damcar” 

Ripubblico il Post con le modifiche e le aggiunte summenzionate:

Continuando a leggere la Fama, il racconto ci rivela che C.R.C dopo aver conquistato il favore dei Turchi udì parlare di Damcar in Arabia.

“Udì, per caso, parlare dei saggi di Damcar in Arabia, dei prodigi che operavano e della loro perfetta conoscenza dei segreti della natura.

L’elevato e nobile ingegno di Fr. C.R.C. fu a tal punto stimolato da questo, che Gerusalemme cedette il posto, nei suoi  pensieri, a Damcar.  

Non potendo resistere oltre al desiderio, pattuì con i marinai arabi che lo conducessero a Damcar per una certa somma di denaro.

Al suo arrivo in quella città, aveva solo sedici anni ma possedeva già una forte costituzione tedesca.  

Come testimoniò lui stesso, i saggi lo accolsero non già come uno straniero, ma come qualcuno da molto tempo atteso.

Lo chiamarono anche per nome e gli indicarono altri segreti del suo convento, cosa di cui non finiva di stupirsi.”

Saggio non vuol dire, necessariamente, colto. Un saggio non è qualcuno che ha accumulato mediante lo studio una gran quantità di sapere, ma una persona che ha provato, ha sperimentato, nella propria vita qualcosa. Nella Fama non si parla dei sapienti ma dei Saggi di Damcar.

Quindi potremmo dire si tratti di una comunità i cui membri hanno fatto e fanno una comune esperienza interiore.

La città si chiama Damcar.

Perché questo nome?

Si tratta di un artifizio per racchiudere il senso profondo che si trova alla base della comunità di cui ci vuole parlare.

I Rosacroce classici oltre ad essere alchimisti erano anche cabalisti e quindi conoscevano la lingua Ebraica.

Per scoprire il senso della parola Damcar la si deve trascrivere in ebraico e qui inizia il percorso di scoperta…

Si tratta di un nome composto di due parole. La prima Dam trascritta in ebraico risulta essere composta dalla d Daleth seguita dalla m Mem e significa “Sangue” (md). La seconda parte non è altrettanto facile da trascrivere perché potrebbe essere composta a partire dalla k Kaf, dalla j Chet o dalla q Qof. Quale scegliere?

La risposta è semplice… tutte e tre. Quindi cercando le radici bi o tri-littere che hanno la r Resh come finale ne sorge un quadro interessante:

rq = fresco, freddo

rk = Tasca della sella (sub del verbo: rwk = fornace, pentola, bacino, girato, incrociato)

rk = Ne LA LINGUA EBRAICA RESTUITA di A. Fabre d’Olivet – Arché – Edizioni PiZeta  leggiamo: <<Ogni sorta di carattere, di marchio o segno, di incisione; ogni oggetto distintivo: La guida di un gregge, un ariete; la guida di un esercito, un capitano: ogni specie di incurvatura; un solco profondo,un fossato, una fossa, ecc.>> Mentre nel BDB leggiamo (rkAgnello V sub rrk).

rj  = Buco, Nobile

rrj = Essere o diventare libero

Quindi  i significati delle possibili trascrizioni potrebbero essere:

rqmd = sangue freddo

Si noti, a questo proposito,  che nella scrittura geroglifica egizia, il cuore è rappresentato con un vaso.

rkmd = tasca di sangue (un’immagine

                 per indicare il cuore)                                  

rwkmd = bacino di sangue (altra immagine

                  per indicare il cuore)

rkmd = Sangue dell’Agnello; Marchio del Sangue; Guida del Sangue.

rjmd = sangue nobile (questa scrittura contiene però anche l’idea di buco o di varco)

 

Damcar, quindi suggerisce la seguente idea:

Damcar è la comunità di coloro la cui scintilla divina, eredità della nobile origine del microcosmo, è stata toccata dalla forza di Cristo, l’Agnello. Questo tocco è avvenuto attraverso la parte meno corrotta del corpo astrale, l’astrale del cuore.  Questo tocco, questa radiazione cristica, questo Sangue dell’Agnello, ha fatto circolare in loro, attraverso la piccola circolazione cefalica, un nuovo ormone eterico capace di stimolare la nascita di pensieri del tutto nuovi. La scintilla divina situata, seppur su un piano sottile, è situata in corrispondenza del ventricolo destro del cuore. Questa scintilla è un ponte, una sorta di buco o varco, fra due universi, quello della personalità (con i suoi quattro corpi) e quello della monade, il microcosmo. Quando la scintilla divina è risvegliata dal tocco di Cristo, essa irradia un profondo desiderio di liberazione, esso è un Marchio impresso nel Sangue eterico.

Il Sangue dell’Agnello, la radiazione di Cristo, è l’unica chiave per la Salvezza dell’Anima.

Nell’Apocalisse leggiamo (citazione dall’edizione C.E.I):

<< 

1 E vidi nella mano destra di Colui che era assiso sul trono un libro a forma di rotolo, scritto sul lato interno e su quello esterno, sigillato con sette sigilli.

2 Vidi un angelo forte che proclamava a gran voce: «Chi è degno di aprire il libro e scioglierne i sigilli?».

3 Ma nessuno né in cielo, né in terra, né sotto terra era in grado di aprire il libro e di leggerlo.

4 Io piangevo molto perché non si trovava nessuno degno di aprire il libro e di leggerlo.

5 Uno dei vegliardi mi disse: «Non piangere più; ha vinto il leone della tribù di Giuda, il Germoglio di Davide, e aprirà il libro e i suoi sette sigilli».

6 Poi vidi ritto in mezzo al trono circondato dai quattro esseri viventi e dai vegliardi un Agnello, come immolato. Egli aveva sette corna e sette occhi, simbolo dei sette spiriti di Dio mandati su tutta la terra.

7 E l’Agnello giunse e prese il libro dalla destra di Colui che era seduto sul trono.

8 E quando l’ebbe preso, i quattro esseri viventi e i ventiquattro vegliardi si prostrarono davanti all’Agnello, avendo ciascuno un’arpa e coppe d’oro colme di profumi, che sono le preghiere dei santi. 9 Cantavano un canto nuovo:

«Tu sei degno di prendere il libro

e di aprirne i sigilli,

perché sei stato immolato

e hai riscattato per Dio con il tuo sangue

uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione

10 e li hai costituiti per il nostro Dio

un regno di sacerdoti

e regneranno sopra la terra».

11 Durante la visione poi intesi voci di molti angeli intorno al trono e agli esseri viventi e ai vegliardi. Il loro numero era miriadi di miriadi e migliaia di migliaia

12 e dicevano a gran voce:

«L’Agnello che fu immolato

è degno di ricevere potenza e ricchezza,

sapienza e forza,

onore, gloria e benedizione».

13 Tutte le creature del cielo e della terra, sotto la terra e nel mare e tutte le cose ivi contenute, udii che dicevano:

«A Colui che siede sul trono e all’Agnello

lode, onore, gloria e potenza,

nei secoli dei secoli».

14 E i quattro esseri viventi dicevano: «Amen». E i vegliardi si prostrarono in adorazione. >>

Solo grazie al sacrificio che la radiazione di Cristo compie, soccorrendoci nel nostro stato di caduta, è possibile penetrare i misteri della Trasfigurazione. Questo sacrificio d’amore del Cristo, che si rinnova ad ogni istante, racchiude una forze che è anche una promessa:

A coloro che lo accettano da il potere di “ridivenire figli di Dio”.

Quando un gruppo di tali uomini si forma in questa natura, possiamo vedere il risultato dell’operato della Forza di Cristo di cui nell’Apocalisse è detto:

<<hai riscattato per Dio con il tuo sangue uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione e li hai costituiti per il nostro Dio un regno di sacerdoti e regneranno sopra la terra>>.

Chi ascolta il richiamo proveniente dal Cuore del proprio microcosmo, e presente nel proprio sangue come forza magnetica, un simile essere, non si accontenta di studiare teorie o dogmi sul divino, egli vuole provarlo dentro di sé e riconoscerlo attorno a sé. Un tale uomo o una tale donna comprendono sulla base di una esperienza concreta e non speculativa, ecco perché sono definiti Saggi e non sapienti.

“Non potendo resistere oltre al desiderio, pattuì con i marinai arabi che lo conducessero a Damcar per una certa somma di denaro.”

L’approdo ad una simile comunità è il risultato di una ricerca che al candidato sotto diversi aspetti è “costata”. Spesso la ricerca implica anche un certo dispendio economico, alcuni per esempio fanno viaggi verso terre lontane o pagano costosi seminari etc… La Fama, però, non  parla di solo denaro, essa allude anche al costo in termini di tempo, dedizione, studio, delusioni etc..

“Al suo arrivo in quella città, aveva solo sedici anni ma possedeva già una forte costituzione tedesca.”

L’età di C.R.C, 16 anni, vuole essere una indicazione di uno stato d’essere ben preciso. Applicando la Riduzione Teosofica alla cifra 16 otteniamo il numero 7 (שבעה in ebraico) che indica la perfezione.

Cosa indica la costituzione tedesca?

Il popolo tedesco ha un profondo sentimento religioso. Si noti che la riforma partì da Lutero, che fu spinto ad innescarla come reazione del proprio senso religioso, urtato dalle azioni della chiesa cattolica del suo tempo.

Questa frase della Fama, suggerisce che C.R.C. possedeva un senso religioso perfezionato, superiore a quello comune, per nulla simile a quello auspicato dalle religioni naturali.

Questo è anche lo stato ideale per il candidato che desidera percorrere il cammino di liberazione. Il comune senso religioso non gli è più sufficiente, egli desidera qualcosa di più e infondo sa o presente che questo “qualcosa di più” esiste.

Prima, però di fare l’esperienza di questa diversa religiosità è probabilmente passato attraverso varie delusioni, ricevute a causa dell’approccio religioso naturale.

Tutte queste delusioni lo hanno portato a perfezionare il suo senso religioso.

“Come testimoniò lui stesso, i saggi lo accolsero non già come uno straniero, ma come qualcuno da molto tempo atteso.”

La comunità di coloro che sulla base del tocco della Gnosi, nella scintilla divina, hanno intrapreso un cammino di resa di sé al divino, coloro la cui comprensione è frutto di una diretta esperienza, accolgono sempre i cercatori di verità non come stranieri ma come fratelli nuovamente ritrovati.

Tali Saggi, lavorano alacremente al fine di ritrovare tutte le scintille della luce disperse nella materia ed ogni scintilla che si riunisce nuovamente alla comunità è un fratello “da tanto tempo atteso”.

“Lo chiamarono anche per nome e gli indicarono altri segreti del suo convento, cosa di cui non finiva di stupirsi.”

Il nome, nella tradizione ebraica, nasconde in sé l’essenza della cosa nominata.

I Saggi dimostrarono di conoscere la sua vera essenza. Chi ha imparato a conoscere veramente sé stesso, conosce per questo anche gli altri.

I Saggi, ovvero coloro che hanno provato interiormente il tocco di Cristo e vi hanno reagito positivamente, hanno imparato a riconoscere i moventi dell’io e a distinguerli dal desiderio dell’Altro in noi. Essi sono consapevoli della nobile origine del microcosmo e dell’essenza caduca dell’io.

Una tale comunità ha per scopo di aiutare il candidato ad orientarsi sulla divino in sé, offrendogli un insegnamento grazie al quale egli stesso sarà in grado di giungere, se reagirà positivamente al tocco di Cristo, ad una consapevolezza capace di distinguere le due nature compresenti in sé stesso.

Un convento è un luogo di studio e di preghiera.

L’immagine del “convento”, in questo contesto, rappresenta quanto il candidato ha sperimentato o ha studiato nella sua fase di ricerca (religiosa, filosofica etc…) prima di approdare ad una simile comunità.

I membri di una tale Scuola, per offrire al candidato il puro insegnamento della liberazione,gli mostrano la testimonianza dell’insegnamento stesso contenuta nelle Sacre Scritture di tutti i tempi e negli scritti di coloro che hanno vissuto una simile esperienza interiore (siano essi Filosofi, Religiosi etc…).

Alla luce di un simile insegnamento, le Sacre Scritture o gli Scritti di Platone (per esempio), acquisiscono una tutt’altra profondità. Questo fatto non smette mai di stupire e di riempie di riconoscenza verso Dio. 

 

Buon cammino!

 

In appendice qualche altra breve nota cabalistica:

 

Dam

d4, porta

m40, acque

md Quindi il sangue racchiude l’immagine di “un acqua che è in e una porta”. Il cui valore numerico è 44, da cui 8

Ca

k 20, cavità o palmo della mano # significa “Pianta” del piede.

q 100, scimmia o cruna dell’ago

j 8, steccato o recinto

R

r 200, capo o testa

 

rk220, da cui 4, la cui immagine è una cavità che accoglie quanto giunge dal capo, ovvero da colui che guida. È l’immagine della capacità d’accogliere in se la guida di Cristo, l’Agnello.rkmd44+220=264 da cui 12.  L’immagine dei Dodici Eoni dello Zodiaco divino, dal cui cuore promana la radiazione cristica “un acqua che è in e una porta”, accolta dal candidato, nel proprio cuore, come guida del suo cammino.

rq100 + 200 = 300 numero che corrisponde alla Shinvche è una nelle tre lettere madri e simboleggia il fuoco. Questa lettera posta al centro del tetragrammahwhylo muta in uno dei modi di scrivere in ebraico il nome di Gesù  hwvhy.  In questo caso  rqè l’immagine dello stretto cammino la “cruna di un ago”, che l’iniziato compie affinché la forza di Cristo possa afferrare il suo essere fin nella sua materialità, la “scimmia”. Cammino possibile solo mediante un progressivo distacco dalla schiavitù dell’emotività. rqmdè qui l’immagine della forza riversata a sostegno di questo cammino, forza che deve trasformare fin nel sangue la “scimmia” ovvero la personalità materiale dell’iniziato; In una parola deve Trasfigurarla.

rj 8+200 = 208 da cui 10 e quindi 1. Questa è l’immagine del “recinto” del “capo”, ovvero del campo del Padre, l’1 per eccellenza. Simbolo di uno spazio protetto entro il quale il Padre può proteggere il proprio gregge.  rjmd è qui l’immagine della nobile forza di Cristo, ricordiamo che nella Lingua Sacra Gesù è definito il Buon Pastore, con la quale è possibile al Padre accudire il proprio gregge.

 

Bibliografia:

      Brown Drive Brix (Biblical Hebrew Lexixon) Oxford press

      La Lingua Ebraica Restituita, A. Fabre d’Olivet – Arché – Edizioni PiZeta

      La Sacra Bibbia – Edizioni C.E.I.

      Le lettere, strada di vita . Annik de Souzanelle – Servitium

 

I Saggi di Damcarultima modifica: 2011-06-14T09:18:56+02:00da cubica-rc
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