Set 13, 2013 - Rosa Croce d'Oro XVII° sec.    Commenti disabilitati su LA PRIMA MATERIA

LA PRIMA MATERIA

Sulla Prima Materia molto è stato scritto e detto, alcune sono immagini di questa, altre mere speculazioni.

Una bella immagine sulla natura della prima materia la si ritrova nel Catechismo del grado di Maestro Egiziano, della Massoneria Egizia di Cagliostro:

 

<<D: Cosa avete visto all’interno del Tempio?

R: Una colomba molto cara e favorita da Dio, un santuario risplendente di luce, una tavola allegorica contenente i più grandi segreti della Natura e una stella brillante su ciascuno dei cuori dei venerabili.

D: Cosa significa questa stella? (n.d.t.: si tratta della stella brillante che il maestro vede su cuore dei Venerabili)

R: Una bella rosa attorno alla quale vi sono due iscrizioni, una consiste in queste parole <<io credo alla rosa>> e l’altra da queste <<Prima Materia>>.

D: Cosa significa questa rosa?

R: Essa è l’emblema di questa prima e preziosa materia di cui si parla costantemente in tutti gli scritti della nostra dottrina e che si trova nelle mani di tutti gli eletti.>>

 

Appare chiaramente che la Prima Materia dei lavori alchemici, della Loggia Egiziana, era la Rosa, posta sul cuore, ovvero, la Scintilla Divina che si trova al centro matematico del Microcosmo.

 

La stessa Scintilla di cui parla la tradizione Gnostica.

 

A questa Scintilla, a questa Rosa, il maestro si doveva affidare completamente, come suggeriva il motto <<io credo alla rosa>>.

 

Questa Prima Materia è presente in uno stato potenziale e deve, quindi, essere trovata e impiegata per una concreta trasformazione dell’Iniziato.

 

Essa è la pietra che scartata dai costruttori è divenuta Testata d’Angolo, è la Pietra cubica che deve essere aperta divenendo una croce sulla quale il principio divino possa fiorire.

 

Si tratta di un percorso che non può essere fatto per egoismo ma che richiede il dono di sé al Divino in servizio all’Umanità.

 

A questo proposito nella professione di fede di Cagliostro leggiamo la seguente frase:

 

<<Come il vento del Sud,
come la rifulgente luce del Mezzogiorno che caratterizza la piena conoscenza delle cose e la comunione attiva con Dio, io vengo verso il Nord, verso la bruma e il freddo,
abbandonando dappertutto sul mio passaggio alcune particelle di me stesso, prodigandomi, diminuendomi ad ogni stazione, ma lasciandovi

un po’ di chiarezza,
un po’ di chiarore,
un poco di forza,

sino a che infine io sia arrestato e fissato definitivamente al termine della mia carriera, all’ora in cui la Rosa fiorisca sopra la Croce. Io sono Cagliostro!>>

 

In questo passo Cagliostro esprime il suo desiderio di servire l’Umanità donandole quanto della Luce vera la sua anima ha potuto cogliere, in oblio di sé, fino a quando il suo lavoro fosse stato totalmente compiuto.

 

La parola “arrestato” in questo contesto non si riferisce ai suoi periodi di reclusione, ma al momento di quiete dell’anima, che sopraggiunge quando l’iniziato ha compiuto il suo lavoro interiore e può dire, rispetto alle sue tendenze inferiori, <<consummatum est>>.

 

Si tratta del momento in cui egli realizza pienamente il suo stato di Rosacroce.

 

A una prima lettura sembrerebbe che Cagliostro dica che questo suo lavoro, in dono di sé, termini con la sua realizzazione dello stato di Rosacroce, tuttavia non è così.

 

Si tratta di un passaggio che spiega che il lavoro di un Rosacroce cambia nel momento in cui raggiunge realmente tale stato.

 

Delle fasi di cui egli si è precedentemente occupato si occuperanno gli iniziati da lui formati, mentre egli svolgerà funzioni più delicate e su diversi piani.

 

Il Barone Tschoudy, il cui lavoro fu profondamente Ermetico ed Alchemico, allievo del Principe Raimondo di Sangro (Principe di San Severo), dedicò un certo studio ai rituali del 28° e 29° Grado della Massoneria Scozzese.

 

Il 28° grado, Cavaliere del Sole, del Rito Scozzese Antico ed Accettato, corrisponde al 23° del Rito di Perfezione di cui il rituale si trova nel Manoscritto Franken. In tale rituale si trovano le basi per un lavoro di tipo ermetico volto alla trasmutazione alchemica.

 

Il 29° Grande Scozzese di Sant’Andrea non era presente nel Rito di Perfezione e quindi non si trova nel Manoscritto Franken. Di questo grado, generalmente solo comunicato all’atto dell’Iniziazione al 30° Cavaliere Kadosh, e quindi non praticato, esistono diversi rituali, più o meno recenti, che si rifanno alla storia dei crociati.

Il più antico che ho trovato è una pubblicazione fatta da Albert Pike, di un rituale in lingua inglese, di cui non si sa la data esatta di composizione ma che ragionevolmente possiamo supporre essere dei primi dell’800.

 

Lo stesso Pike afferma essere probabilmente una traduzione dal Francese.

 

Questo elemento fa supporre che detto testo possa avere elementi comuni a quelli del rituale al quale Tschoudy s’interessò nelle sue ricerche.

 

Nel rituale d’Iniziazione al 29° grado, ristampato da Pike, all’iniziando è detto che deve adorare e venerare il Divino in un modo ben superiore e più profondo di quanto abbia fatto come Maestro nei gradi precedenti.

 

Egli deve votarsi totalmente al divino.

 

Nel detto rituale apprendiamo che il Maestro Scozzese di Sant’Andrea è un Gran Sacerdote che ha diritto di Officiare il suo Ministero nel Santo dei Santi e che conosce il Mistero del Santo Nome.

 

Al Gran Sacerdote Dio parlava in modo diretto, senza intermediari.

 

E’ detto, anche, che un Maestro Scozzese di Sant’Andrea deve adorare Dio come YHWH e non più come ADONAI, ovvero, deve trovare Dio nel più profondo di sé stesso, al centro del proprio microcosmo, deve avere con Lui un rapporto diretto.

 

Infatti, il tetragramma YHWH ci rimanda alla famosa frase che si legge in Esodo 3:14 :

אהיה אשר אהיה

Ehie Asher Ehie (Io Sono colui che E’).

 

Questa fu la risposta data da Dio a Mosé quando questi gli chiese il suo nome.

 

Dio soggiunse poi <<Dirai così ai figli d’Israele: “L’Io Sono mi ha mandato da voi”>>.

 

Dio presenta se stesso con le uniche parole che possano indicare, ma non racchiudere, la sua vera essenza, ovvero, l’Essere nel suo più ampio e assoluto significato.

 

Il passo dell’esodo citato è l’immagine, quindi, di un rapporto intimo e diretto con DIO, con l’Essere Assoluto.

 

Questo rapporto diretto con Dio è la condizione di base per dedicarsi ai cinque punti o regole di un Maestro Scozzese di Sant’Andrea che devono portare l’iniziato alla trasmutazione alchemica del suo essere.

 

Possiamo quindi vedere, come la Tradizione indichi nella Rosa, la Scintilla Divina, la porta che da accesso a questo rapporto fra l’Iniziato e Dio. Questa è la Prima Materia senza la quale nessuna operazione alchemica può essere portata a buon fine.

 

Buon Cammino!


Bibliografia:

·     Rituel de la Maconnerie Egyptienne, Editions Des Chaiers Astrologiques

·     Arturo Reghini (1878-1946) – Articolo dal titolo «Una pagina esoterica di Cagliostro», Ignis Rivista di Studi Iniziatici, Anno I, Numero 8-9, Agosto-Settembre 1925, Roma, pp. 269-278.

·     A. Pike, Reprint of Old Ritual, Kissinger Publishing.

 

LA PRIMA MATERIAultima modifica: 2013-09-13T14:53:19+02:00da cubica-rc
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